AGGIORNAMENTO In Svizzera, nasce il bar che offre un pompino nel prezzo del caffè – bufale.net
Non tutte le bufale nascono tali. A volte, semplicemente, il Popolo della Rete, per errore o leggerezza, notizie ormai sorpassate, voci di corridoio sconfessate o ipotesi superate dalla storia, ricondividendo vecchi articoli di blog rimasti lì da mesi e da anni, riportandole sui nostri profili.
Ci segnalano la seguente notizia dal portale Darlin ci consegna la seguente notizia:
Il progetto è pronto, manca l’ultimo ok delle autorità e poi il bar in cui al prezzo del caffé i maschietti potranno godere di una “seduta” di sesso orale diventerà realtà.
Accade a Ginevra, in Svizzera. Come riporta il sito Ticino online, con appena 50 franchi i clienti uomini potranno assaporare un “gustoso” caffé mentre una signorina, scelta su iPad, si occuperà delle coccole hot. Si tratterebbe del primo “blow-job bar” in Svizzera. Bar che già esiste in Thailandia.
Per la concessione dell’autorizzazione il dossier è ora nelle mani della polizia ginevrina e del dipartimento della sicurezza e dell’economia (DSE). Interpellata dal portale romando una portavoce del DSE spiega come di principio non sia illegale, basta annunciare il locale come centro massaggi e aderire alla convenzione contro la prostituzione e lo sfruttamento. Basta l’iscrizione del proprietario e delle ragazze presso la polizia e il gioco è fatto.
Corretta, un tempo, ma non più.
Ce ne occupammo infatti nel lontano giugno del 2016, data nella quale è stato pubblicato l’articolo su Darlin, concludendo che, effettivamente, la proposta c’era.
Vi rimandiamo al nostro articolo per una completa disamina, ma vi era un’iniziativa, chiaramente ispirata ai “bar del sesso” Thailandesi, proposta da un uomo, Bradley Charvet per la ditta Facegirl (che potrete trovare tranquillamente sui motori di ricerca descritta come una ditta che si occupa di escort e massaggi erotici) per creare un bar che coniugasse prestazioni erotiche alla consumazione.
Quello che è cambiato in questo anno è che l’idea è stata rifiutata. Più volte.
Prima a Novembre 2016, quando fu scartata l’idea di un bar del sesso il Charvet decise una virata nella sua idea
durante l’estate la portavoce del Dipartimento di Sicurezza e dell’Economia del cantone ginevrino ha spiegato che “tutte le prestazioni sessuali a pagamento sono vietate negli spazi pubblici ai sensi della legge su ristorazioni e bevande”. E il “cafè pipe” di Charvet ci rientrerebbe in pieno.
“Troppe complicazioni”, avrebbe esclamato l’uomo d’affari svizzero, […], autentica bibbia del sesso in bordelli o abitazioni private situate nel brulicare di stradine che attorniano le sponde del lago di Ginevra e l’imboccatura del Rodano. Ecco allora la nuova virata dell’autunno. Niente più fellatio accoppiata alla tazzina di caffè. Ai clienti del suo futuro bar Charvet fornirà una semplice ma altrettanto intensa seduta masturbatoria. E per non offendere la clientela femminile, pare che sia già partita la richiesta d’acquisto di una decina di signorine robot, probabilmente dall’azienda leader del settore statunitense, Real Doll. “Costano tra i 2mila e i tremila dollari l’una, ma il prezzo per un caffè e un latte macchiato rimarranno identici a quelli lanciati mesi fa”, ha spiegato Charvet. “Certo verrà meno il calore umano di una donna in carne ed ossa, ma se ne guadagnerà in termini di malattie sessualmente trasmissibili”.
Niente più bar del sesso: a novembre 2016 l’idea divenne quella di un bar della masturbazione, con “noleggio” di avanzate bambole gonfiabili iperrealistiche.
Infine, a maggio 2017, solo l’anno scorso, l’idea è naufragata del tutto.
Infatti è stato fatto notare al Charvet che le vigenti leggi sulla prostituzione in Svizzera avrebbero richiesto un locale isolato e dedicato allo scopo, incompatibile quindi quindi con l’idea di un bar della fellatio, e lo stesso ha ricevuto anche critiche rispetto ai prezzi praticati ed all’uso di bambole gonfiabili, sia pur perfezionate e robotizzate, considerate non concorrenziali rispetto alla prostituzione locale.
Ritenendo problematico l’organizzare, in poco tempo, dei listini compatibili con le tariffe per i locali dedicati alla prostituzione (peraltro aumentando i prezzi del suo Pipe Bar) ed affrontare tutti i problemi relativi, ha semplicemente deciso di abbandonare l’idea.
La notizia è diventata quindi obsoleta.
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