Il 13 novembre 2017 pubblicavamo un articolo catalogato come analisi in corso. Tutto era partito da una segnalazione di un post comparso sul gruppo Facebook Cagnolini e cuccioli in regalo (tutte le razze e tutte le taglie):
Veniva preso di mira un post di un profilo privato di cui – per coloro che avessero problemi di visualizzazione – riportiamo il testo:
Maledico il giorno che entrato Paco a casa mia. Fa pipì dappertutto e sempre, qst cane mi ha rovinato la vita che diversamente da lui sarebbe una vita serena e appagante. Togliere giornalmente le tracce della sua pipì oltre che avvilente è umiliante e ripugnante. X rendere casa igienica sottraggo tempo e attenzioni ai miei figli (che sono ancora piccoli), cosa avete voi amanti degli amici a 4 zampe da dire in difesa di qst maledetto cane?
Il suo post era stato screenshottato e postato nel gruppo da un utente che si nascondeva dietro nickname. L’utente sotto pseudonimo scriveva:
ATTENZIONE.
Chi ha dato in adozione IL CANE PACO a questa MALATA MENTALE deve andare a portarglielo via al più’ presto!!
Lo maltratta perche’ non e’ stata capace di insegnare ad un cucciolo a fare i bisognini fuori. LO ODIA.
E’ un’incapace e il cane e’ in pericolo.
FATE GIRARE.. CONDIVIDETE.. bisogna trovare la volontaria che le ha affidato il cane PACO.
URGENTE.
La stessa persona che aveva postato lo screenshot ammetteva di non essere in possesso di informazioni alcune, perché semplicemente aveva assecondato una richiesta di condivisione. Fino a quel momento non esistevano fonti che attestassero la reale violenza subita dall’animale. Nell’articolo precedente precisavamo:
Parliamo di analisi in corso perché non ci è possibile avere aggiornamenti. La persona che ha manifestato risentimento verso il cane per le tracce di urina che spesso si ritrova a rimuovere, non ha aggiunto minacce di violenza verso l’animale. Si nota un forte disagio, una certa rabbia esasperata per ritrovarsi troppo spesso a rimuovere lo sporco che l’animale lascia per casa, ma è bene pensarci più volte prima di parlare di odio verso qualcuno.
Lo ribadiamo: per quanto la premura e l’amore per gli animali siano argomenti imprescindibili, la persona non manifestava odio. Rabbia, sì. Esasperazione, anche. Non odio. Tanto meno emergevano minacce di violenza in direzione del cane Paco.
Questa mattina lo staff di Bufale.net è stato contattato dalla persona interessata, messa alla gogna dal post sul gruppo Facebook menzionato. Ci ha comunicato di aver ricevuto la visita delle guardie Eco Zoofile dell’OIPA di Agrigento e ci ha fornito tutte le indicazioni per trovare riscontro. Per trasparenza siamo andati a verificare sul canale social ufficiale dell’Organizzazione e abbiamo avuto conferma:
Dopo aver ricevuto svariate segnalazioni
il nucleo guardie Eco Zoofile Oipa Agrigento, essendo venuti a conoscenza della situazione del cane Paco di proprietà della famiglia ***** ha provveduto ad effettuare un controllo presso la loro abitazione .
Dalla verifica è emerso che il soggetto vive in un ambiente sereno e accogliente e che ha instaurato un rapporto di fiducia e collaborazione con tutti i membri della famiglia .Non mostra in alcun modo segni di maltrattamento.VORREMMO TRANQUILLIZZARE COLORO I QUALI STANNO SEGUENDO LA VICENDA CHE IL CANE STA BENE E CHE A NOSTRO AVVISO NON C È IL MINIMO DUBBIO CHE POSSANO NON ESSERE RISPETTATE LE CONDIZIONI DI BENESSERE PSICOFISICO DEL SOGGETTO NONOSTANTE LE PAROLE UTILIZZATE DALLA SIGNORA SU FACEBOOK ,CHE NEANCHE NOI CONDIVIDIAMO.
Capiteci: teniamo comunque il nome della signora oscurato per tutelare la sua privacy. Sul profilo della signora leggiamo:
Questo è paco!!!Mentre tanti mi hanno insultata per un post effettivamente poco carino (che voleva essere solo uno sfogo) e x il quale chiedo scusa se ho urtato la vs sensibilità.Comunque nel marasma delle accuse infamanti una SIGNORA ha capito il mio disagio e mi ha offerto un aiuto .Grazie ******* che mi ha messo in contatto con un comportamentalista.
Più recentemente, invece, scrive:
Posto che ,subito dopo l accaduto,essendomi resa conto che il mio sfogo oltre che essere stato frainteso fosse risultato di cattivo gusto ho provveduto immediatamente a dimostrare con foto sul mio profilo che il cane stesse bene.Ho offerto prontamente le mie scuse pubblicamente a tutti sulla mia bacheca e privatamente a un centinaio di persone.
MA NON VI È BASTATO!
I volontari dell’oipa hanno accertato il benessere psicofisico di Paco e ne hanno dato comunicazione ufficiale.
NEMMENO QUESTO VI È BASTATO!
Non ho mai risposto a uno dei vostri insulti ma neanche questo vi ha aiutato a riflettere sul tipo di persona che sono realmente.Commenti, post in bacheca o nei gruppi, foto,invito a condivisioni. Queste sono solo alcune delle forme che avete usato contro di me DIFFAMANDOMI. Il fenomeno della diffamazione on line transcina con sè conseguenze psicologiche dolorose e difficili da gestire.
Gli accadimenti da cui nasce questa ferita emotiva possono avere CONSEGUENZE LEGALI importanti poichè determinati comportamenti possono costituirsi come reato ,ma in queste poche righe mi concentrerò per aiutarvi a comprendere quali siano i risvolti psicologici della diffamazione on line.
In primo luogo, la diffamazione online e sui social ha una caratteristica che la rende particolarmente dolorosa: le parole spesso non possono essere cancellate o, se vengono eliminate, hanno comunque già raggiunto una diffusione molto ampia che io o chiunque altro non è più in grado di controllare. Tale tipo di diffamazione tramite post, messaggi, immagini, genera ferite emotive che credo si rimargineranno con fatica proprio perché fuori dal mio controllo.
La prima grossa conseguenza della diffamazione on line è la perdita davanti agli altri di una positiva immagine di sè: questa situazione accende la vergogna e rappresenta uno degli aspetti più difficili da superare.
Il sentimento della vergogna alla quale voi mi avete sottoposto ha tre enormi conseguenze: impatta su quanto penso di valere (autostima) come mi percepisco (integrità) e cosa merito da gli altri (relazioni) . E’ charo quindi come questo sentimento spiacevole possa avere avuto un impatto negativo su di me e la mia famiglia.
Le vostre ingiurie e le accuse, sono state da me percepite in modo ancora più grave e hanno dato adito a situazioni di sofferenza maggiore in quanto avete messo in discussione persino la mia idoneità a MAMMA.
Per fortuna e ringrazio tutti coloro che l hanno fatto sono stata supportata dalla vicinanza affettiva di amici e familiari che sono stati in grado di sostenermi.
Ma questo non sempre basta,per questa ragione chiederò consigli e sostegno sul piano legale.
Come abbiamo ripetuto più volte, è d’uopo rammentare a voi e al vostro prossimo che le cacce all’uomo su Facebook sono un problema da non trascurare e che potrebbe avere conseguenze legali, come spiegavamo in una nostra guida utile. La signora ci riferisce di essere stata minacciata con offese e accuse anche ai suoi bambini. La macchina della condivisione social, si sa, fa leva sul risentimento delle persone.
Le persone che hanno contribuito alla messa online e alla condivisione del post che ha gettato la donna nella gogna social dovranno, probabilmente, fare i conti con le proprie responsabilità legali. Il cane Paco sta bene. La signora si è scusata pubblicamente e ha spiegato le sue parole come un momento di sfogo.
Nessuna violenza sul cane, nessun maltrattamento e tanto meno odio.
Solo l’ennesima colata di fango da parte di quanti obbediscono a una richiesta di condivisione. Passivamente.
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