Ah ecco il video (con qualche parola colorità) ora siete fregati 🙂 …mmmm no, perchè anche se molti lo pensavano, nel nostro articolo precedente articolo non davamo torno a nessuno :), ma anzi abbiamo cercato la collaborazione di tutti per cercare il filmato completo:
In merito alle dichiarazioni, non abbiamo riscontrato altri video o audio sul tema Veronesi e mammografie registrati il 9 maggio 2015. Nel caso trovaste il video, e quel giorno di certo non mancavano le telecamere, contenente le frasi esatte riportate dai quotidiani e dalle agenzie stampa vi chiediamo di segnalarcelo (via email, all’indirizzo che trovate nell’immagine del nostro articolo, o tramite messaggio via Facebook alla nostra pagina).
È facile difendere una posizione o un’opinione 🙂 come si è visto nei commenti sui vari forum, difficile è far capire che non si è schierati e si segue la via della neutralità, come fa invece Bufale.net. Infatti anche fosse nostra madre oppure nostro fratello a giurarmi “È ANDATA COSI”, non ci muoveremmo senza qualcosa di concreto, come fanno alcuni giornali 🙂
Ci è stato quindi, “gentilmente” (ma molto GENTILMENTE 😛 ), segnalato un video riportante le dichiarazioni di Beppe Grillo del 9 maggio 2015, durante la marcia per il reddito di cittadinanza, in merito ai dati forniti sulle mammografie e sulla ormai famosa citazione riguardo a “Donna Letizia”.
In seguito a questa segnalazione, e come sempre nel nostro stile, vi presentiamo un aggiornamento al precedente articolo del 10 maggio 2015, dove nell’aggiornamento (si l’abbiamo usato 2 volte 😀 ) del 11 maggio 2015 alle ore 9:07 avevamo affermato quanto segue:
Nel nostro precedente articolo abbiamo affermato, con le prove allora a disposizione, che Beppe Grillo non avesse sconsigliato di fare le mammografie. La questione è molto semplice e lineare: non possiamo permetterci di affermare che certe dichiarazioni siano state fatte o meno senza una prova effettiva come i video che, come si è dimostrato con la segnalazione di quest’ultimo, quel giorno non potevano proprio mancare.
Ecco la trascrizione dell’intervento ripreso nel video pubblicato da IlPost.it il 15 maggio 2015 (se sbaglio ditemelo):
“Sei tranquilla non ti viene il cancro“. Pensano così. Pensan..le donne pensano..perché si informano su Donna Letizia, si informano su Gioia, sulla televisione, capito? Poi la differenza tra mille donne che fanno la mammografia e mille donne che non la fanno la differenza di salvamento di vita sono due su mille, che è già tanto, ma due su mille, non 800 su mille. Due su mille si salvano perché ha fatto la mammo…[ video tagliato ]… perché non la fanno la mammografia. Mi segui?
Finalmente abbiamo la “prova” che durante la marcia del 9 maggio 2015 Beppe Grillo abbia fatto riferimento a “Donna Letizia” e ai dati (“due su mille”) tanto criticati.
Di seguito le dichiarazioni riportate da Adnkronos il 9 maggio 2015 prima delle ore 12:22:
“Dicono che bisogna fare una mammografia ogni due anni -prosegue- e le donne la fanno perché si informano male, leggono ‘Donna Letizia’, del resto la differenza di mortalità tra chi la fa e chi non si sottopone alla mammografia ogni due anni è di due su mille. Certo è qualcosa, ma comunque pochissimo”.
Di seguito le dichiarazioni riportate da Il Sole 24 ore nell’articolo del 9 maggio 2015 alle ore 13:00.
E dice di farle ogni due anni ma la differenza percentuale di malattia fra chi le fa ogni due anni e chi le fa meno spesso è solo del due per mille.
Certamente i virgolettati non sono propriamente letterali rispetto alle dichiarazioni di Beppe Grillo nel video (anche se il riferimento ai “due anni” non è ancora riscontrabile), ma sta di fatto la prova di tale dichiarazione e ne possiamo parlare ricostruendone anche la storia.
* * *Per chi vuole commentare subito 😀 * * *
Beppe Grillo si è affidato, fin dal 2006, alle parole del professor Gianfranco Domenighetti, che secondo dati da lui riportati l’81% delle donne italiane pensano che effettuare la mammografia riduca o annulli l’incombere di un tumore al seno. A sua volta Domenighetti cita le critiche volte da Stefano Ciatto nei confronti di Umberto Veronesi, tirandolo in quindi in causa nella lettera pubblicata dal Blog di Grillo.
I dati del “due per mille” a distanza di anni sono cambiati e Beppe Grillo continua a citare dati di 9 anni fa.
Nessuno dei professori sconsiglia le donne di effettuare le mammografie, ne Domenighetti ne soprattutto Ciatto. Per quanto riguarda Grillo, in nessuno dei suoi interventi nel Blog o video precedenti alla marcia, neanche quelli del 2006 durante il tour “Incantesimi” (“Non vi dico di non fare le mammografie“, Bologna 3 giugno 2006), sconsigliava questo tipo di prevenzione.
Per quanto riguarda l’oncologo Umberto Veronesi, già nel 1997 parlava delle mammografie nella sua effettiva utilità, ossia la prevenzione secondaria e quindi la possibilità di individuare tumori al seno, ma senza riportarne “proprietà curative”.
* * * Per chi vuole capire bene 😀 * * * Se volete magari leggere di più ecco un’analisi completa (che ha richiesto 4 membri del team 😉
La mammografia è un esame del seno che permette di identificare o meno tumori e cisti, quindi di indagini diagnostiche che non possono di fatto diminuire o annullare il rischio di contrarre il tumore. In sostanza non è uno strumento di prevenzione primaria, ma di tipo secondaria:
La tesi secondo la quale la mammografia verrebbe ritenuta “prevenzione primaria” viene sostenuta da Beppe Grillo fin dal 2006, quando pubblicò un post sul suo Blog dal titolo “Le tette” dove riportava una lettera del professor Gianfranco Domenighetti (fino al 2012 professore titolare di “Comunicazione, Economia e Politica sanitaria” all’Università della Svizzera italiana) proprio in merito alla credulità delle donne riguardo a questo tipo di indagine diagnostica:
La qualità dell’informazione diffusa per promuovere gli screening è tale che l’81% delle donne italiane ritiene perfino che il sottoporsi regolarmente allo screening mammografico riduce o annulli il rischio di ammalarsi in futuro di tumore al seno, cosa ovviamente non possibile.
Nello stesso post vengono riportati i dati citati il 9 maggio 2015, citati sempre dal professor Gianfranco Domenighetti:
Si stima che tra 1’000 donne da 40 a 50 anni che fanno ogni due anni una mammografia, il numero di decessi evitati sull’arco di 10 anni (in confronto a 1’000 donne che non fanno lo screening) sia di 0,5, il beneficio sale a 1,9 decessi evitati per 1’000 donne di età tra i 50 e i 60 anni.
In un articolo dal titolo “Le 5 cose importanti per lo screening mammografico” (fonti Pubmed e BMJ citati nel documento), pubblicato nel 2009 da “il Pensiero scientifico editore” a firma dello stesso professor Gianfranco Domenighetti, si legge il dato riportato da Beppe Grillo il 9 maggio 2015:
Considerando 1000 donne di cinquanta e più anni di età che si sottopongono ogni due anni e per 10 anni allo screening mammografico il numero assoluto di donne che avranno evitato il decesso per tumore al seno sarà pari a 0,5 unità (visione “pessimista”, 1) o al massimo a 2 unità (visione “ottimista”, 2), rispetto a 1000 donne che non si sono sottoposte allo screening. Quindi 999,5 donne (rispettivamente 998) sulle 1000 che hanno partecipato allo screening non avranno nessun beneficio in termini di mortalità evitata.
Veronesi venne citato nella lettera pubblicata nel 2006 dal Blog di Beppe Grillo a firma Gianfranco Domenighetti:
La qualità dell’informazione diffusa per promuovere gli screening è tale che l’81% delle donne italiane ritiene [ … ] L’articolo recentemente apparso sul numero di aprile della rivista a grande diffusione OK Salute dove Umberto Veronesi dà la sua ultima ricetta in fatto di screening mammografico va in questa direzione (vedi Tempo Medico).
Ecco quanto riportava “Tempo Medico“, fonte di Gianfranco Domenighetti, in merito a Veronesi il 6 maggio 2006:
Nel numero di aprile di “Ok”, rotocalco di salute di grande diffusione, Umberto Veronesi dà quattro ricette per la prevenzione del tumore al seno: autopalpazione mensile dai 25 anni; ecografia annuale dai 25 ai 40; ecografia annuale e mammografia biennale dai 40 ai 49,; ecografia annuale dai 50 ai 60 e mammografia annuale dai 50 anni. Queste raccomandazioni in tema di prevenzione sono certo animate da grande speranza, ma poco supportate da prove scientifiche.
L’articolo in questione, dal titolo “Tumore al seno: Troppa prevenzione?“, è a firma del professor Stefano Ciatto del CSPO di Firenze (ora ISPO, “Istituto per lo studio e la prevenzione oncologica“), deceduto nel 2012 in un incidente stradale.
Siamo di fronte ad una serie di critiche pubblicate da un medico senologo ed esperto internazionale di screening tumorali nei confronti l’oncologo Umberto Veronesi (qui riportiamo solo informazioni, non va inteso ah ecco delle critiche da parte di un professorone, stiamo solo riportando dati e info su chi effettua la critica. ):
Se il nostro paese mettesse in atto le raccomandazioni di Veronesi, tutto il programma (screening gratuito biennale nelle donne di 50-69 anni) che faticosamente si sta realizzando nel paese e che “certamente” può promettere di salvare centinaia di vite ogni anno, dovrebbe chiudere i battenti, perché i fondi andrebbero a sostenere pratiche della cui utilità la scienza non fornisce a tutt’oggi alcuna prova.
Il professor Stefano Ciatto, nel suo articolo del 6 maggio 2006 non sostiene che Veronesi suggerisca di effettuare le mammografie perché curerebbero il tumore al seno. Bisognerebbe leggere l’articolo pubblicato da “OK Salute” nell’aprile del 2006, fino ad allora non abbiamo prove che sostengano tale tesi, ma è possibile ritenere che già nel maggio 1997 Veronesi parlava di mammografia come strumento di diagnosi precoce (prevenzione secondaria, quindi):
E’ indiscutibile che per ridurre la mortalita’ del tumore al seno l’arma piu’ importante e’ la diagnosi precoce, e la mammografia ci permette di scoprire il cancro in tempo e a costi accettabili.
A distanza di anni, la Fondazione Veronesi pubblica nel 2012 un articolo sul proprio sito dal titolo “Mammografia ogni due anni: le vite salvate sono il doppio delle «sovradiagnosi»“:
Un controllo al seno ogni due anni salva la vita a circa 9 donne ogni mille che si sottopongono a mammografia, mentre sono solo 4 su mille i casi di sovradiagnosi, cioè di un tumore innocuo, intercettato e curato senza che fosse realmente necessario. Sono queste le conclusioni di un’ampia revisione di programmi di screening che hanno coinvolto milioni di donne in tutta Europa e che è stata pubblicata sul Journal of Medical Screening.
È possibile che Beppe Grillo sia rimasto indietro ai dati fornitigli nel 2006, senza aggiornarsi su quanto riportato dal Journal of Medical Screening nella pubblicazione del settembre 2012 dal titolo “Summary of the evidence of breast cancer service screening outcomes in Europe and first estimate of the benefit and harm balance sheet“.
Come sempre non siamo Dei e queste parole non saranno incise nel marmo della Caverna dei nani, quindi se avete fonti o altre news siamo qui, come sempre.
Quello che invece non accettiamo è la mancanza di rispetto, SE SCAMBIATE LA NOSTRA GENTILEZZA PER DEBOLEZZA avete capito molto male 😀
Ci sono state mosse, in seguito al precedente articolo su questo tema, svariate accuse di faziosità, di essere un sito composto da “grillini” o addirittura di proprietà della Casaleggio Associati.
Bufale.net è un sito formato da più persone, con credi politici o religiosi diversi, ma le opinioni di ognuno vengono messe da parte al fine di garantire la maggior oggettività e neutralità possibile negli articoli pubblicati.
Ricordo che questo sito, e soprattutto David, hanno pubblicato anche in un recente passato articoli ritenuti “contro” Beppe Grillo e il Movimento 5 Stelle, articoli che ci hanno visti protagonisti di accuse di essere “antigrillini” e, in alcuni casi, di essere “pagati dal PD”:
Un commento di un nostro lettore nella nostra pagina Facebook, che riporto di seguito, vale più di mille parole:
Adesso girano commenti come “ah non fate la rettifica” oppure “oh ancora niente ? eh staranno in ferie”… siceramente non possiamo che ridere di queste affermazioni perchè se molte persone e giornali CASCANO NELLA BUFALE è perchè non si prendono tempo o fanno delle ricerchè per la frea di USCIRE PER PRIMI.
Per scrivere i nostri articoli compiamo il maggior numero di ricerche possibili e con i mezzi che disponiamo. Nel caso manchi una qualche forma di prova attendibile, come ad esempio il video mancante sopra citato, non possiamo permetterci di affermare che certe dichiarazioni siano state fatte o meno. Non possiamo, visti i precedenti casi di disinformazione diffusi, affidarci a priori alle notizie riportate dai quotidiani e siti di “informazione”.
E ora via al commento…..
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