Aquarius accusata di aver sversato illegalmente rifiuti infettivi

Ci risiamo: succede un fatto di cronaca ad elevata viralità, come tutti quelli che riguardano l’immigrazione (in questo caso i presunti “Rifiuti dell’Aquarius”) ed ecco che i contenuti virali a caso cominciano ad apparire

Orde di indinniati somaristi armati di null’altro che non il loro rampante pregiudizio, una cognizione imperfetta se non arbitraria delle notizie della cronaca recente ed una copia di Photoshop sempre a portata di mano pronti a cercare lo scoop, lo scandalo e la viralità.

Ci arriva quindi dinanzi la seguente immagine, moderno “santino” dei rifiuti dell’Aquarius offerto ad una devozione di borborigmi, rumori di pancia ed insulti vari

Il meme sui rifiuti dell’Aquarius

Non daremo visibilità alle pagine che hanno condiviso questo meme, limitandoci ad un sommesso risolino che diventa poi rabbia, se non commiserazione e sdegno verso i lettori convinti di aver preso lo “sciok anaffilatico x avere mangiato il pesce”, collegando il tutto alla presenza degli immigrati, cercando di ripristinare un corretto senso della misura che invece i pifferai magici vorrebbero togliervi.

L’indagine

Secondo la Procura di Catania, che, ricordiamo sta indagando, sostanzialmente alcune navi di Medici Senza Frontiere avrebbero provveduto a smaltire incorrettamente taluni rifiuti derivanti dall’attività di soccorso.

Noi stessi, ad esempio, abbiamo più volte, per rintuzzare le bufale relative a ma gli danno i vestiti ai mikrati, perché gli danno i vestiti? Cattivi ke nn li date agli itagliani buuu!, ricordato che per protocollo gli abiti con cui gli immigrati arrivano devono essere distrutti, per limitare il rischio di infezioni.

Solitamente tale distruzione avviene presso il conferimento a società specializzate, come avviene per ogni altro genere di rifiuto.

Ma qui l’intoppo: l’accusa, che riguarda sia l’Aquarius che la Vos Prudence, dichiara che nello smaltimento degli ormai famigerati rifiuti dell’Aquarius non sono state prese in considerazione tutte le precauzioni del caso, ed anzi una presunta rete di connivenze ha portato a derubricare i rifiuti speciali in rifiuti ordinari.

Grossomodo come se un ospedale buttasse bende e cerotti nell’umido, per capirci.

Perché usiamo la formula dubitativa

Come al solito, la blogosfera si sta eccitando palesando la più plateale non conoscenza della differenza tra rito cautelare ed ordinario, di cui abbiamo diffusamente parlato relativamente ad eventi come questo.

Sostanzialmente, una misura cautelare equivale ad una dichiarazione di colplevolezza solamente sotto una dittatura, o in un processo farsa.

Il senso di un sequestro cautelare è, appunto: io sospetto che stia accadendo l’evento tale e voglio evitare che l’evento si ripeta e che le prove siano inquinate: quindi impedisco che la zona o l’oggetto di cui voglio raccogliere prove sia toccato da anima viva perché non mi perdo una puntata di CSI e so che se tutti cominciano a mettere mano non trovo più niente, e blocco l’accesso alla zona o all’evento così il reato che ipotizzo non si ripeterà ancora.

Questo, un obiettivo sacrosanto e condivisibile, giuridicamente normato, come, dichiarammo nel precedente articolo che vi consigliamo di vedere, rigidamente normato anche nella via da prendere.

Le cautele da prendersi vanno dalla più grave alla meno grave: e ci sono enti, come il Tribunale del Riesame cui ci si può rivolgere se si ritiene che le “cautele” siano eccessive.

Detto in parole semplici: siccome siamo ancora in uno stato di Diritto, nel quale nessuno può essere dichiarato colpevole se non in forza di sentenza passata in giudicato, nel frattempo comunque lo Stato ha il diritto di assumere dei provvedimenti tali da limitare le capacità del reo di ripetere un reato.

Ma siccome il diritto penale è comunque l’ultima risorsa dell’ordinamento, ed abbiamo superato da diversi secoli il Medioevo in cui le pene venivano irrogate a caso, senza sanzione, anche le misure cautelari vengono irrogate in un rigoroso ordine gradato, in cui la misura cautelare “carceraria” è l’ultima possibile ed irrogabile.

Un elenco di criteri è contenuto nell’art. 275 cpp, a cui si rimanda per la disamina.

Cosa risponde Medici Senza Frontiere?

Sostanzialmente questo:

Sbobinando quanto dichiarato, ci ritroviamo davanti al problema che abbiamo evidenziato in passato: secondo MSF infatti buona parte dell’impianto accusatorio, ricordiamo, in fieri, verte sullo smaltimento degli abiti.

Abiti che, da una cursoria analisi dei capi di imputazione, sembrerebbero essere descritti come vettori della tubercolosi (che abbiamo detto a suo tempo trasmettersi esclusivamente per via aerea) e la meningite (anche essa trasmissa per via aerea, e della quale smentimmo, basta cliccare sul termine meningite, ogni correlazione con l’immigrazione). Anche altre malattie come HIV e simili possono essere difficilmente trasmesse mediante gli abiti, con Deborah Gold, del Fondo Nazionale AIDS, a dichiarare espressamente che “gli abiti non sono categoricamente, e giammai sono stati, vettore di trasmissione dell’HIV”, cosa che porta MSF a rendersi disponibile per ogni accertamento del caso, ma rilevando una sproporzione tra le condotte che vengono riscontrate ed i provvedimenti.

La battaglia quindi ora si sposta in tribunale.

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