Accordo con il Qatar: parlamento diviso sulla cooperazione culturale
Ci segnalano i nostri contatti la notizia di un accordo con il Qatar sulla collaborazione scolastica. Tra timori di chi sembra vederci un cavallo di Troia per l’estremismo e accesi dibattiti politici, sicuramente il summenzionato accordo con il Qatar è più che la lunga coda del gossip estivo.
Un po’ di storia
Innanzitutto parliamo dell’accordo di cooperazione in materia di istruzione, università e ricerca scientifica tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo dello Stato del Qatar, fatto a Roma il 16 aprile 2012.
La cui discussione, lento pede è continuata per tutti questi anni.
Ancora nella nota di verifica di Luglio 2019 leggiamo
il disegno di legge reca la ratifica ed esecuzione dell’Accordo di cooperazione in materia di istruzione, università e ricerca scientifica tra il Governo della Repubblica Italiana e il Governo dello Stato del Qatar, fatto a Roma il 16 aprile 2012.Il provvedimento riproduce il testo del disegno di legge di ratifica proposto dal Governo nel corso della XVII legislatura (AS 2812), presentato il 4 maggio 2017 al Senato, che non ne ha concluso l’esame entro il termine della legislatura medesima.Nel corso dell’esame parlamentare di tale atto, la 5^ Commissione (Bilancio) del Senato ha espresso parere non ostativo (seduta del 10 ottobre 2017) .Il testo del provvedimento è corredato di relazione tecnica.Nella presente Nota sono riportati sinteticamente i contenuti delle disposizioni dell’Accordo che presentano profili di carattere finanziario e le informazioni fornite dalla relazione tecnica [vedi tabella]. Vengono quindi esposti gli elementi di analisi e le richieste di chiarimento considerati rilevanti ai fini diuna verifica delle quantificazioni riportate nella relazione tecnica
Una storia lunga, antecedente questo governo e passata tra maggioranze diversissime tra loro.
E di per sé, l’accordo non sembra poi così sconvolgente avente come scopo
Estendere la cooperazione bilaterale in materia di istruzione, università e ricerca scientifica, definendo anche un quadro di riferimento per programmi di cooperazione diretta tra scuole e università. Favorendo, quindi, la cooperazione accademica, gli scambi di visite tra docenti, lettori e ricercatori, lo sviluppo della ricerca scientifica e la produzione di studi e documenti. Sono questi gli obiettivi principali dell’accordo tra Italia e Qatar, il cui ddl di ratifica ed esecuzione è stato approvato la scorsa settimana dall’aula del Senato (relatore a Palazzo Madama è stata Marinella Pacifico, M5s).
Il dibattito politico
Ma in questi tempi complicati, tutto è politica.
Tra le opposizioni registriamo l’astensione di Forza Italia, i timori di Fratelli di Italia che sembra vedere in un accordo di cooperazione scolastica
“sottomissione”, di un accordo “di natura culturale” che permette al Qatar “di contaminarci tramite interscambio di studenti, interscambi universitari, la possibilità di pagare borse di studio, la possibilità di instaurare collaborazioni universitarie, di insegnare l’arabo in Italia, eccetera”
Ed un più tiepido Salvini che si dichiara
più preoccupato dello shopping di alberghi, aziende e dati sensibili degli italiani non del Qatar, ma della Repubblica popolare cinese. È una dittatura comunista popolata da 1,5 miliardi di persone
Ritenendo quindi di esprimere comunque una composta contrarietà all’accordo, ma puntando i timori di colonizzazione non su questo testo, ma su iniziative come la Via della Seta.
Per Italia Viva sono
“legittime” le perplessità dell’opposizione ribadendo però che il provvedimento è “estremamente positivo, dal momento che va a prevedere forme di cooperazione tra i due Paesi in ambito di istruzione, di università, di ricerca”.
Nessuna riserva dal Movimento 5 Stelle, per cui
“da questo accordo possano nascere legami sempre più forti tra il nostro popolo e quello del Qatar e che il nostro contributo più grande sia quello di promuovere la pace e la concordia tra popoli, di cui la cultura e la conoscenza reciproca sono i semi più promettenti per il futuro”.
mentre Casini esclude ogni possibilità di sottomissione, in un’ottica di accordo paritario ed atlantista dove le posizioni di ambo le parti saranno rispettate
“Se ogni accordo prevedesse l’omologazione dei sistemi politici, culturali e religiosi non faremo accordi con nessuno. È dunque un accordo che è doveroso che il Senato approvi, come hanno detto anche altri esponenti dell’opposizione” […]“la risposta finale è di rafforzare il multilateralismo, non di indebolirlo togliendo i fondi. Se c’è una cosa su cui l’Italia è sempre stata d’accordo, è la premessa della nostra politica estera, basata su tre punti: l’Europa, la scelta atlantica e il multilateralismo”.
L’accordo dunque esiste: se ci è consentito, troviamo anche noi assai poco probabile il rischio di una colonizzazione islamista, e che i paletti per cui ciò non avvenga siano lì al loro posto.
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