Il Caso

Accise sul gasolio: il poco che sappiamo, il molto che non sappiamo, la proposta UNEM

Il caso della settima è il dibattito sull’allineamento delle accise sul gasolio. Tema al momento ipotetico, solo una ipotesi di studio, ma l’ipotesi è sufficiente a far tremare i polsi all’italiano medio, quello che per anni ormai ha visto il diesel come alternativa economica alla benzina.

Nonostante il ministero dell’Economia abbia più volte chiarito che la manovra  «non si tradurrà nel semplice innalzamento delle accise sul gasolio», enti come UNEM (Unione Energie per la Mobilità) si sono già spinti a calcolare ogni ipotesi dal punto di vista economico, anche le più estreme.

Accise sul gasolio: il poco che sappiamo, il molto che non sappiamo, la proposta UNEM

Secondo i calcoli UNEM il carico fiscale totale (accise + Iva) sulla benzina è di 1,041 euro/litro (di cui 0,313 di Iva) pari al 60% del prezzo al consumo, mentre sul gasolio di 0,909 euro/litro (di cui 0,292 di Iva) pari al 56%.

Accise sul gasolio: il poco che sappiamo, il molto che non sappiamo, la proposta UNIEM

L’ipotesi, definita come estrema, dell’equiparazione dell’accisa sul gasolio a quella della benzina, potrebbe comportare un aumento immediato dei prezzi al consumo del gasolio di 13,5 centesimi di euro al litro, includendo la componente dell’Iva (pari al 22% del prezzo industriale maggiorato delle accise).

Traducibile in “costi al portafogliio”, ogni famiglia italiana spenderebbe in media 70 euro in più, quasi 2 miliardi in totale. Sommma cui aggiungere gli effetti sul trasporto mezzi e passeggeri per mezzi pesanti inferiori alle 7,5 tonnellate e ante Euro V.

Ipotesi non ancora concretata, e letta tra le righe. Tra le righe di cosa? Del Piano Strutturale di Bilancio, che tra gli obiettivi discussi prevede:

“Utilizzare il riordino delle spese fiscali (tax expenditures) in determinati ambiti di tassazione, come l’allineamento delle aliquote delle accise per diesel e benzina e/o politiche di riordino delle agevolazioni presenti in materia energetica, come leva strategica per conseguire simultaneamente gli obiettivi di incremento dell’efficienza del sistema fiscale italiano e sostegno al pieno raggiungimento della strategia di transazione energetica e ambientale a livello europeo e nazionale”

Obiettivo che nelle parole del Ministero, che citiamo espressamente, comprende

Del tutto fuorviante la notizia secondo la quale il Governo intende aumentare le accise sui carburanti. Sulla base degli impegni PNRR, delle Raccomandazioni specifiche della Commissione europea e del Piano per la transizione ecologica approvato nel 2022, il Governo è tenuto ad adottare misure volte a ridurre i sussidi ambientali dannosi (Sad). In questo contesto, rientrano anche le minori accise che gravano sul gasolio rispetto a quelle sulla benzina, e pertanto è allo studio un meccanismo di allineamento tra i livelli delle rispettive accise. In ogni caso, in coerenza con l’impostazione di questo Governo, l’intervento non si tradurrà nella scelta semplicistica dell’innalzamento delle accise sul gasolio al livello di quelle della benzina, bensì in una rimodulazione delle due”

Quindi, da un lato abbiamo il Governo che esclude l’aumento delle accise sui carburanti, dall’altro stante il concetto stesso dei sussidi ambientali dannosi, appare complicato ritenere che la rimodulazione preveda un abbassamento di entrambe le accise, lasciando quel “qualcosa” nell’aria e nella discussione.

Abbastanza quindi per suscitare panico e allarmismo tra le famiglie, va detto.

Amateratsu, treno giapponese alimentato esclusivamente a biodiesel

La proposta di UNIEM in questo contesto sembra ragionevole: rivedere la fiscalità di tutti i prodotti energetici in base alla loro impronta carbonica, in linea con la revisione della direttiva sulla tassazione energetica in corso a livello europeo, intervenendo anche sulla fiscalità dei prodotti rinnovabili, quali i biocarburanti valorizzati anche nel recente aggiornamento del PNIEC, oggi ancora sottoposti alla stessa accisa dei prodotti fossili (benzina e gasolio) che vanno a sostituire.

Abbiamo già visto come nel resto del mondo la ricerca sui biocarburanti prosegua, e nel 2023 avevamo descritto una flotta di camion e un treno sperimentale in Giappone alimentati da biodiesel ottenuti da scarti alimentari.

Definito dalla norma europea EN14214, il biodiesel è una alternativa da tenere in conto sulla via della decarbonizzazione.

Cosa accadrà in futuro lo vedremo: il dibattito resta aperto.

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