ACCHIAPPALIKE Condividete per punire chi ha maltrattato un cane – bufale.net

Ci segnalano i nostri contatti questo link, riportante l’immagine di un uomo che lancia un cane in acqua e la seguente didascalia

URGENTEEEEE…… VI CHIEDO DI CONDIVIDERE QUESTA FOTO PER PUNIRE QUESTO BASTARDO DI MERDA…GRAZIE A TUTTI VOI

Il testo laconico, stringato e con l’invito alla condivisione sarebbe sufficiente a far suonare un piccolo campanello di allarme. Ulteriore elemento di disturbo è dato dal nome del portale da cui deriva la notizia, ovvero Anza, parodia della celebre agenzia di stampa ANSA.
Infine, nonostante il link sia stato pubblicato il 6 Novembre, godendo in un mese circa di quasi quarantamila condivisioni, le immagini sono relative ad una notizia del 2009, già pervenuta a conclusione.
Non tutte le bufale infatti nascono tali: alcuni “appelli” vengono rimessi in condivisione e “fatti girare” anche quando la vicenda di cui si tratta è conclusa da anni.
In questo caso siamo di fronte, nel 2009, ad un anonimo testimone che, avvedendosi che nell’East Sussex, in Inghilterra, vi era un uomo che lanciava il proprio cane in acqua per poi prenderlo per la collottola e trascinarlo in macchina, ha documentato l’accaduto per le autorità.
Al momento in cui le autorità, convocate nell’immediato, si sono recate a valutare l’avvenimento l’uomo ed i suoi due cani (di cui uno era già in acqua mentre la scena si consumava) si erano già allontati.
Ma cinque giorni dopo Scott Meredith, l’anonimo individuo ritratto nelle foto, si palesò alle autorità dichiarando che quello che era ritratto nelle foto era solo “un gioco”: a suo dire, avendo visto il suo primo cane, Missy, gettarsi in acqua e Cassie, il secondo cane abbaiare e latrare verso Missy, volendo seguirla ma essendo spaventata dalle acque, aveva deciso di “risolvere il problema” lanciando Cassie in acqua, convinto (a suo dire) che in acqua le due cagnette avrebbero giocato.
Il successivo “trascinamento”? Il Meredith dichiara di aver voluto evitare che Cassie attravessasse una spiaggia vietata ai cani.
Le autorità locali hanno comunque provveduto all’identificazione di Scott Meredith ed alle dovute indagini in quanto, sia pur “involontari”, i gesti di Scott Meredith erano ben più che sufficienti per legittimare le indagini per crudeltà animale.
Ma non c’è alcun bisogno di condividere l’appello a trovare il responsabile perché lo stesso è già stato trovato cinque anni fa.

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