ACCHIAPPALIKE “Ciao, sto combattendo con il cancro, mi serve una preghiera”

Ci segnalano un post pubblicato il 16 Marzo 2017 su un profilo privato:

Giusto due giorni fa, il 17 Marzo, avevamo pubblicato una guida utile sulle pagine dell’Amen, dell’ok e del colore. Quel che è peggio è che in questo caso ci ritroviamo alle prese con un profilo privato, con un contenuto destinato a diffondersi sul web senza soluzione di arresto.

Sono state sufficienti poche ricerche per risalire alla storia di Joseph Dee. Perché sì, l’immagine cattura-preghiere ritrae un ragazzino con nome e cognome, informazioni che non avrebbero fatto male se fossero state riportate nella didascalia. La sua storia è aveva avuto risonanza su alcune testate internazionali:

Nel 2011 Joseph Dee, 9 anni, scoprì di avere un glioblastoma, un’incurabile forma di tumore al cervello che lo portò a sottoporsi a cicli di radioterapia e chemioterapia. Il suo unico passatempo erano le costruzioni Lego. Mentre giocava, Joseph appariva sereno e lontano dai pensieri del suo male. Un giorno, mentre si trovava al Cincinnati Children’s Hospital Medical Center, il ragazzino disse a sua madre Alison che avrebbe voluto donare le costruzioni Lego agli altri bambini dell’ospedale.

La famiglia ricevette 500 dollari in dono e nel Febbraio 2015 Joseph li utilizzò per comprare confezioni Lego e distribuirle ai piccoli pazienti dell’Ospedale Pediatrico di Cincinnati. A seguito di questa iniziativa nacque la fondazione Building Hopes. La rivista People, nell’articolo citato poco prima, aveva raccolto le parole della neuro-oncologa Mariko DeWire che affermava che esercitando la mente nelle costruzioni Lego i bambini costruiscono la speranza di guarire.

Cinque mesi dopo la fonazione della Building Hopes la famiglia Dees creò una friendraiser, una sorta di comunità no-profit per attirare l’attenzione sulla fondazione. Nel Giugno 2015, intanto, il male di Joseph aveva intaccato la spina dorsale e i medici riferirono che non vi era alcuna possibilità di intervento.

Il 2 Ottobre 2015, purtroppo, il piccolo Joseph si spense. Troviamo conferma in un post pubblicato il 2 Ottobre 2016 sulla pagina Facebook della Fondazione Building Hopes:

È trascorso un anno; Joseph Dees, fondatore di Building Hopes, se n’è andato per sedere al fianco di Nostro Signore Gesù Cristo. Nella sua breve vita su questa Terra ha lasciato in eredità il suo grande cuore, l’umiltà e l’amore, che hanno toccato tante persone. Le costruzioni Lego che tanto hanno fatto per la battaglia contro le malattie dei bambini sono solo una parte di ciò per cui verrà ricordato. Il suo amore per Dio era immenso.

Questa triste storia, dunque, è giunta a un’altrettanto triste conclusione. Nella speranza di non dare una parvenza di insensibilità, ricordiamo che pubblicare in questi giorni una foto di un bambino affetto da una grave malattia senza prima documentarsi sulla sua storia non può annoverarsi tra le opere di bene.

La disinformazione non ha mai portato benefici. Joseph Dees non è più tra noi, e oggi è divenuto uno dei tanti simil-feticci dell’utenza a caccia di like. Non si può accettare. La disinformazione non può essere a fin di bene, perché il fenomeno degli acchiappalike è un male.

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