Quando parliamo di acchiappalike in molti vengono ingannati dalla maschera rossa che apponiamo sull’immagine di copertina, lo stesso colore che utilizziamo quando parliamo di bufala o clickbait. In realtà un contenuto acchiappalike non racconta né una bufala né una notizia vera: si tratta, semplicemente, di un contenuto postato generalmente su pagine Facebook per il quale scarseggia il riferimento alle fonti, e viene dunque presentato per aumentare il carico di visite sulla propria community.
Non siamo interessati all’ideologia di chi scrive o chi legge. Non è affar nostro e mai lo sarà. Il nostro interesse si concentra sulla diffusione delle notizie in rete, e in questo periodo storico è sempre d’uopo fare chiarezza per tentare di fermare il proliferare di dati distorti e fuorvianti.
Oggi, 28 settembre 2017, la pagina Facebook L’Eco di Barbagia pubblica un post che nelle prime due ore ha già totalizzato quasi 400 condivisioni destinate ad aumentare:
Non sono mai stato razzista e mai lo sarò, ma vedere certe immagini fondate e non frutto della fantasia che gira sul web mi irrita e anche tanto!
Quelli che vedete in foto sono un gruppo di algerini che si appresta a raggiungere le coste del #Sulcis, dopo essere salpati dal porto di #Annaba.
Tutti sorridono certi del fatto che fra poche ore saranno in giro per #Cagliari ad organizzare scippi e risse nella zona del porto.
Alla tv ci raccontano (giustamente) delle tragiche morti nel canale di Sicilia, ma mai una e dico una TV nazionale che parli di ciò che avviene in Sardegna, dove c’è un vero e proprio “servizio taxi” tra l’Algeria e Porto Pino!
L’unico e coraggioso giornale, che parla da mesi di ciò che sta avvenendo è Ad Maiora media, per cui ho l’onore di collaborare da due anni!
Ci dicono che il ministro Minniti si stia muovendo per garantire rigide misure di sicurezza in alto mare, dove invece i controlli sono pressoché nulli (e non lo dico io ma i pescatori sardi che lavorano in quel tratto)
I barchini infatti, dopo essere calati da barche madri a 20 miglia dalla costa, raggiungono indisturbati le spiagge nostrane!Sono il primo a sostenere che si debbano aiutare i rifugiati politici e la povera gente ma queste facce sorridenti non scappano da nessuna guerra!
In #Algeria non c’è la guerra, ma un vero e proprio “business-taxi” con la #Sardegna, alimentato da mafia locale e nordafricana, ma sopratutto corruttele statali altolocate!
Tralasciando le già note considerazioni che nascono da un incipit come “Non sono mai stato razzista e mai lo sarò, ma… ” che fa molto Excusatio non petita, accusatio manifesta, notiamo che poche righe più avanti la didascalia descrive i ragazzi della foto come “algerini che sorridono certi del fatto che tra poche ore saranno in giro per Cagliari ad organizzare scippi e risse nella zona del porto“. L’autore del post, come afferma in un commento, ha preso ispirazione da un articolo pubblicato oggi sul quotidiano sardo L’Unione Sarda, di cui posta una foto:
Come afferma l’articolo, si tratta degli harraga, nome usato dagli immigrati del nord Africa per autodefinirsi, e le loro foto compaiono sulla pagina Facebook HaRaGa Dz, una community di sostegno alla causa dei migranti, che nelle ultime ore ha postato la stessa foto usata da L’Eco di Barbagia:
Per tradurre la didascalia dalla lingua araba abbiamo chiesto ausilio a Irene Favalli, che ringraziamo calorosamente. Irene ci ha spiegato che è stata scritta da qualcuno che non ha dimestichezza con l’arabo standard, per cui sono presenti un paio di errori di ortografia e due punti di costruzioni sgrammaticate. Ciò non è dovuto al fatto che chi scriva non sia arabo, bensì potrebbe esser abituato a esprimersi nella propria forma dialettale ignorando parzialmente i canoni della lingua standard:
Questa è la foto di alcuni giovani di Souk Ahras e Annaba che hanno attraversato le acque territoriali martedì e non gli restava che continuare verso la Sardegna ma lo stato del mare è cambiato e si è agitato .. Grazie a Dio sono tornati per evitarlo e sono entrati (متحكموش non so cosa sia e non lo trovo su nessun dizionario, può darsi sia dialetto algerino)
Il Signore vi faciliterà la prossima volta, se Dio vuole
Dunque, secondo la didascalia, il gruppo di algerini immortalati nella foto non avrebbe raggiunto le coste sarde, bensì sarebbe rientrato per via del mare troppo agitato. Il post, infatti, si chiude facendo riferimento a una prossima volta.
Abbiamo due informazioni, ora: una da L’Eco di Barbagia che indica i soggetti dell’immagine come i futuri scippatori e rissaioli del porto di Cagliari, pronti e felici di quanto andranno a compiere; l’altra dalla community HaRaGa Dz, che riporta che il gruppo di ragazzi ha dovuto fare retromarcia per aver incontrato un mare avverso, non giungendo dunque sulla terra sarda.
Come si può immaginare, L’Eco di Barbagia ha categoricamente diviso i suoi fruitori, scatenando più che altro le tipiche esternazioni violente e xenofobe. Il contenuto è impostato secondo l’ideale dello straniero che in Italia può solo delinquere, perché a quanto pare proprio Lombroso ci insegna che se uno straniero sorride prima di toccare il suolo italiano, egli è in realtà un demone assetato di sangue e denaro. La foto è accompagnata da una semplice didascalia fatta di parole-chiave ben note ai condivisori compulsivi. Col riferimento all’Unione Sarda vi è un tentativo di dare veridicità alle sue considerazioni. Come già precisato, il quotidiano parla della community HaRaGa Dz dalla quale pagina è stata prelevata la foto.
L’Eco di Barbagia dà per scontato che quei ragazzi saranno a Cagliari tra poche ore per compiere scippi e scatenare risse. Lo sostiene senza avere una fonte, ma per l’utenza media è esattamente così. Il risultato è un’ennesima manifestazione dei mendicanti del web. Un post acchiappalike.
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