La pagina Facebook Identità Italia ieri, 24 settembre, ha pubblicato un post con la tragica notizia del suicidio di un 65enne:
SFRATTATO E SENZA LUCE, 65ENNE SI IMPICCA.
Però nella sua città, Parma, come si legge in un giornale locale, il 7 marzo 2018 la prefettura ha lanciato un nuovo bando per complessivi 38 milioni di euro al fine di mantenere 1480 profughi in hotel.
Ormai è statistica: per ogni italiano morto ci sarà sempre un altro italiano pronto a nutrirsene. Identità Italia, con la strategia dell’immagine senza fonti tanto in uso tra i mendicanti del web, riporta due fatti veri ma nettamente distanti tra loro.
Today e Parma Today avevano pubblicato, il 22 settembre 2017, la notizia del tragico suicidio di un 65enne senza lavoro a Parma. L’uomo si era tolto la vita la sera prima, il 21 settembre 2017, nel suo appartamento, appendendosi a una fune fissata su un tubo del gas. A scoprire la terribile scena fu l’anziana madre, che si era recata presso la sua abitazione insieme a un tecnico dell’Iren. Gli inquirenti esclusero altre piste. L’uomo viveva in uno stato di disperazione, perché aveva ricevuto lo sfratto esecutivo e si era ritrovato senza più utenze. Il 65enne era padre di una figlia ed era seguito dai servizi sociali, che dopo lo sfratto gli avevano trovato una sistemazione presso la madre anziana. La notizia comparve principalmente sulle testate locali nel settembre 2017.
Come già parlano le date, il suicidio del 65 avvenne precedentemente al bando al quale Identità Italia fa riferimento. Il bando esiste e oltre alle testate locali – tra cui Parma Quotidiano – e al comunicato stampa pubblicato su Repubblica (o meglio, una replica del capogruppo di Forza Italia di Fidenza Francesca Gambarini), è riportato anche sul sito istituzionale della Prefettura di Parma in data 26 febbraio. Come semplifica Parma Quotidiano si tratta, in sostanza, del rinnovo dei posti di accoglienza già presenti e per quei 1480 posti si intende, in sostanza, chiunque si trovi già nel territorio.
Parliamo, in sostanza, di due fatti reali ma non correlati: la tragica storia del 65enne è precedente al bando della Prefettura. In sostanza, è come se una donna venisse investita da un’auto e ci si mettesse a protestare se la stessa azienda produttrice di quell’auto mettesse in commercio un nuovo modello pochi mesi dopo l’incidente. L’azienda mette in commercio il nuovo modello per far sì che vengano investite più donne.
Parliamo di acchiappalike, dunque, perché i due eventi non sono contigui, e soprattutto perché il post è costruito per scatenare una facile indinniazione che demonizza la politica dell’accoglienza come un mostro che divora chiunque incroci la sua strada.
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