Ci segnalano questo articolo pubblicato su Saper-Link-News il 1° Gennaio 2017:
Abbiamo le macchine,la conoscenza,gli strumenti,per potere eliminare il primo elemento inquinante del pianeta terra,la plastica.E,nessuno ne parla?,tutto questo è veramente deprimente.
Questo ingegnere giapponese ha inventato una macchina che estrae benzina e olio lubrificante dalla plastica ,pensate che da un chilogrammo di plastica riesce ad estrarre 1 litro di benzina,ma chiaramente gli stati che lucrano sul petrolio e su i suoi derivati ostacoleranno progetti simili,che difficilmente vengono attenzionati dagli organi d’informazione ufficiali.L’essere umano stà prendendo coscienza della propria terra,del pianeta che ci ospita e che potenzialmente è già il “paradiso” tanto auspicato da tutte le religioni,ma se queste scoperte rimangono nell’oblìo del “potrebbe essere” e non vengono appoggiate,finanziate e realizzate dai governi,allora non possiamo aspettarci altro che inquinamento e degrado ambientale che trasformerà come già in realtà stà succedendo,la nostra bella terra in un inferno.
Noi abbiamo l’onere verso noi stessi di fare qualcosa anche se non disponiamo di strumenti possiamo contribuire semplicemnete condividendo queste informazioni di modo che,più gente viene sensibilizzata maggiore sarà la pressione che i governanti subiranno fino a quando la scelta di attuare strategie pro eco e non contro l’eco-sistema,non diventeranno realtà tangibile.
In allegato troviamo un video:
Il testo è frutto di un copia-incolla di questo articolo pubblicato su Fare e Costruire. La notizia tratta del sig. Akinori Ito, un inventore giapponese che ha inventato un macchinario in grado di trasformare la plastica in petrolio. Non ne sta parlando nessuno? Falso.
In questo video è possibile vedere, il sig. Akinori presentare la sua invenzione ad un TED Talks a Tokyo, nel maggio 2011.
Questa invenzione esiste già da un po’ e ne hanno parlato Today, Wired UK e Al Jazeera.
A Cagliari, nel settembre 2012 è sorta una azienda apposita, la P2P, che sfrutta questo processo produttivo, per trasformare la plastica in gasolio. Ne ha parlato l’International Business Times.
Tale innovazione permette di avere la “benzina del futuro”, come citato nel filmato registrato da Al Jazeera:
Sorge, però, un problema.
“This is very innovative and a clever application of these catalysts,” Brookhart says. But he cautions that the process still needs work to be commercially viable. For starters, the catalysts break down polyethylene slowly, over the course of a day or more. They are also expensive and decompose after breaking apart just a few thousand polymer chains, far less than the millions carried out by most commercial catalysts. Guan and his colleagues are working to overcome those problems, in the hopes that they can one day extract new value from the millions of tons of plastic waste that we discard every year.
Unfortunately, the other two ingredients in the recipe don’t come cheap.“The iridium catalyst is relatively expensive, which requires high turnover to reduce the overall cost,” says Guan.“The rhenium catalyst is also not cheap,” says Huang, “To make this economically viable, the current plastic-to-catalyst ratio needs to be significantly improved.”
In the current trials, the plastic to catalyst ratio is 30 to 1. The researchers say it needs to increase to 10,000 to 1 or better.“Alternatively, we can make our catalyst recyclable to reduce the cost,” says Huang. Currently, the catalyst is short lived and therefore needs frequent replacement.“If the catalyst activity and cost issue are addressed, the process is relatively simple and should fit smoothly within the current recycling patterns.”
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