In questo clima di campagna elettorale permanente trionfa ed impera un tipo particolare di bufala che abbiamo definito più volte la Bufala del Giustiziere.
Il canovaccio, indinniato ed indinniante, illude il bulimico cliccatore seriale di vivere in un film interattivo dove la sua condivisione può mutare i destini della storia
Tizio è un italiano di estrazione media. Un giorno Tizio subisce un grave torto o si avvede che una donna, un bambino o un piccolo animale domestico (o altri inermi) a lui vicino hanno subito un grave torto da Caio, un malvagio criminale appartenente spesso a categorie sociali invise al lettore medio (stranieri, immigrati, politici, miliardari, arabi, nomadi, criminalità organizzata…). Tizio, abbandonato dalle autorità che non intervengono su Caio, decide di farsi vendetta da solo e nel modo più efficientemente brutale possibile. Si reca così da Caio e lo uccide nel modo più graficamente doloroso possibile, oppure lo lascia minorato/menomato/sfigurato/massacrato/moribondo. Le autorità, che non sono intervenute fino a quel momento, intervengono per punire Tizio per il suo gesto, lasciando al viralizzatore il compito di implorare il lettore di condividere la storia di Tizio esprimendo, assieme al Popolo della Rete, approvazione per la condotta dello stesso e ottenere una forma di risarcimento postumo per la condanna di Tizio.
Così, quando ci è stata segnalata la seguente storiella virale, ci siamo resi conto che c’era qualcosa di strano
I due senegalesi avevano avvicinato la guardia giurata con l’intento di portargli via la pistola, ma appena la gpg si è rifiutata di consegnare l’arma i due hanno cominciato a prendere la guardia a sprangate fino a portarla alla morte.
Tutto ciò è successo neppure un’ora fa in provincia di Roma, dove una guardia giurata che stava svolgendo il servizio di pattugliamento era sceso per controllare alcune villette di periferia disabitate nel periodo invernale, ma che incominciano a popolarsi nei mesi estivi.
Faceva quel servizio tutte le sere e sicuramente i suoi aggressori erano lì ad aspettarlo, infatti appena sceso dalla macchina la guardia giurata è stata colta di sorpresa alle spalle.
Uno dei due senegalesi ha messo la mano nella fondina per prendergli la pistola, ma la guardia giurata si è rifiutata divincolandosi, questo ho fatto scattare l’ira dei due che hanno incominciato a picchiarlo con due spranghe di ferro riducendolo in una pozza di sangue e uccidendolo.
Tutto si è verificato in una zona di periferia dove la presenza di telecamere è blanda, ma si stai cercando di recuperare qualcosa da alcune telecamere presenti a dei semafori e ad alcune rotatorie.
La guardia giurata aveva 46 anni e svolgeva questo lavoro da 15 anni lascia la moglie e tre figli di 15, 7 e 3 Anni.
Le regole standard del giornalismo si declinano sulle cinque domande: quando si è dinanzi ad una notizia bisogna sapere:
In questo caso il chi è rappresentato da i senegalesi, presentati col solo aggettivo razziale per fomentare indinniazione, il quando è un’evanescente “un’ora fa”, il dove è a Roma ma in tutta la stampa locale e nazionale degli ultimi tre giorni non si parla di alcuna aggressione
Persino la foto è un’immagine di repertorio, che compare ad esempio in questa notizia relativa ad un agguato di camorra nel Napoletano.
Ad aumentare il sospetto di una regia della bufala abbiamo nel portale altre due notizie letteralmente fotocopia, inesistenti nella cronaca anche solo locale, a base di misteriosi killer di guardie giurate.
Mera volontà di click? Beffa crudele? Non ci è dato di saperlo, ma una storia “che potrebbe essere vera”, sovente lo è solo per chi è a caccia di likes.
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