La scienza va avanti, tra fallimenti e vittorie gli anni passano e le cose non cambiano di molto.
Vengono fatti nascere prematuramente dalle loro madre, inducono il parto a circa metà gravidanza, ne raccolgono il prodotto e lo mettono in queste sacche. Qui verrà posizionato per le settimane successive e accudito dagli scienziati.
Non tutti hanno questo stomaco, per fortuna ogni tanto la coscienza supera la scienza. L’esperimento messo in atto è niente meno che la riproduzione di un utero materno. Questa tortura ha avuto come cavie 8 agnellini che per alcune settimane sono vissuti artificialmente. Gli scienziati dovevano costantemente alimentare le sacche perché il liquido amniotico inserito all’interno doveva essere mantenuto attivo. Tutto questo avrebbe dovuto sostituire un utero materno in caso di parto prematuro.
La cosa sconvolgente è stata l’epilogo della questione. Come tutto ha dovuto avere una fine. Qualcuno all’interno della struttura ha riferito che vederli respirare là dentro è stato sconvolgente. Altri giustamente ne erano entusiasti.
Per le loro madri la fine è arrivata anche prima di loro in realtà. I piccoli sono stati, alcuni soppressi, altri lasciati morire. Sono stati sezionati e i loro organi analizzati. Il cervello era ben sviluppato, come i polmoni, il corpo mostrava del pelo, hanno aperto gli occhi e hanno imparato a ingoiare. Si contorcevano pure.
Peccato che, oltre la soddisfazione è rimasto ben poco, non hanno potuto rapportarlo alla crescita di un bambino prematuro per la troppa differenza. Vabbe poco male se sono state uccise pecore e i loro piccoli. Non importa il dolore, sono animali. Non importa se è stato inutile, è sempre un passo avanti.
Non importa mai se a morire sono loro, gli innocenti che ignorano quanto sadica possa diventare la mente umana. Vi lasciamo al breve video. Condividete, il mondo la scienza e la sperimentazione non guarda in faccia nessuno. La voglia di prevaricare su esseri indifesi per trarne beneficio è solo CONDANNABILE. Ci sono ormai sistemi che dovrebbero sostituire tutto ciò, ma sono cose che richiedono troppa sensibilità.
Di condannabile, in questo clickbait c’è solamente l’opera di disinformazione compiuta per trasformare una conquista della scienza medica in qualcosa di sordido e splatter adatto ad essere viralizzato, una vera propria macchina del fango in cui un antispecismo ostentato fino all’estremo si traduce in livore verso la medicina e, per converso, verso la specie umana.
Andiamo con ordine e smontiamo una per una le affermazioni
Su questa, c’eravamo già arrivati nel 2014. Potrete seguire il nostro link per scoprire come la sperimentazione sui primati sia enormemente limitata, e la maggior parte delle legislazioni prevedano strumenti per limitare e ridurre il dolore e la morte delle cavie.
2. Gli scienziati dovevano costantemente alimentare le sacche perché il liquido amniotico inserito all’interno doveva essere mantenuto attivo. Tutto questo avrebbe dovuto sostituire un utero materno in caso di parto prematuro.
Parzialmente corretto. In realtà il difficile non è stato “alimentare le sacche” ma progettare, collaudare e costruire un meccanismo che lo facesse
Lavorando per tre anni, come raccontano in un video pubblicato sul sito dell’ospedale, e mettendo insieme il macchinario procedendo per tentativi ed errori, quasi artigianalmente, i ricercatori hanno ricreato un sistema che simula l’ambiente del feto nell’utero.
La busta è riempita di fluido con le stesse caratteristiche del liquido amniotico, e sigillata per minimizzare il rischio di infezioni, uno dei problemi principali in altri tentativi analoghi.
L’ossigenazione del sangue è garantita da un dispositivo ricavato da una versione riveduta e corretta di un macchinario per la circolazione extracorporea, collegata all’ombelico: a pompare il sangue è il cuore stesso del feto, come avverrebbe normalmente, e la macchina lo arricchisce di ossigeno. Per far respirare un neonato gravemente prematuro si utilizzerebbe la ventilazione artificiale, che però produce a sua volta inevitabili danni ai polmoni.
Il difficile è stata proprio l’ultima parte: un sistema di ventilazione artificiale ordinario avrebbe danneggiato i polmoni del nascituro, un sistema per pompare artificialmente il sangue avrebbe danneggiato il sistema cardiocircolatorio irreversibilmente.
Ci sono voluti tre anni per pervenire ad un sistema funzionante.
3. Per le loro madri la fine è arrivata anche prima di loro in realtà. I piccoli sono stati, alcuni soppressi, altri lasciati morire. Sono stati sezionati e i loro organi analizzati. Il cervello era ben sviluppato, come i polmoni, il corpo mostrava del pelo, hanno aperto gli occhi e hanno imparato a ingoiare. Si contorcevano pure.
In realtà
La maggior parte di loro è stata poi sacrificata per studiare come si sono sviluppati gli organi, ma almeno uno degli agnellini è stato allevato e dato poi in adozione a una fattoria, ha raccontato a Scientific American l’autore principale dello studio, il chirurgo e neonatologo Alan Flake.
In questo caso la dissezione degli altri esemplari si è resa necessaria proprio per passare allo step successivo, che i nostri viralizzatori negano
4. Peccato che, oltre la soddisfazione è rimasto ben poco, non hanno potuto rapportarlo alla crescita di un bambino prematuro per la troppa differenza. Vabbe poco male se sono state uccise pecore e i loro piccoli. Non importa il dolore, sono animali. Non importa se è stato inutile, è sempre un passo avanti.
E questa è la parte più bufalesca di tutto l’articolo.
Co-first author Dr. Emily Partridge, a research fellow at the Children’s Hospital of Philadelphia, acknowledged the concern, but said that even though it might look weird, the medical care that infants would be getting in these biobags would be a vast improvement over currently available technology.
La prima coautrice, la dottoressa Emily Partrige, ricercatrice per l’Ospedale dei Bambini di Filadelfia, ha tenuto ogni preoccupazione in conto, ha dichiarato che la cura che gli infanti avrebbero nelle biobag sarebbe un miglioramento enorme rispetto alla tecnologia moderna.
Flake’s team has patented the device and is in consultation with the Food and Drug Administration to plan a preclinical trial in animals as a prelude to doing a trial in humans. The device that Flake plans to use for that trial is similar to the device discussed in the Nature Communications paper, but not exactly the same. He said that the next animal study should be done in two or three years, and a human trial should start in three years.
Il team di Flake ha brevettato il dispositivo e sono aperte le trattative con la Food and Drug Administration per pianificare un test preclinico su animali che porterà ad un test sugli esseri umani. Il dispositivo che Flake userà è simile a quello descritto nel testo, ma non uguale. Dichiara che il prossimo test sugli animali finirà nei prossimi due-tre anni, e tra tre anni comincerà quello sugli esseri umani.
È evidente, e lo dichiara anche lo Scientific American da cui Bigodino ha estratto le immagini, che allo stato attuale il dispositivo presenta ancora delle problematiche per l’uso umano, rendendosi necessario esaminare gli effetti della superiore massa cerebrale umana, ma ricordiamo che ogni singolo esperimento scientifico di questa portata deve passare obbligatoriamente per tre stadi. Sperimentazione teorica o in vitro, su modelli cellulari o teorie, sperimentazione su animali e, infine, sperimentazione umana.
Ci domandiamo se per chi ha condiviso questo testo clickbait sarebbe stato più etico sperimentare sui bambini prematuri, oggetto finale di questa sperimentazione che, contrariamente a quanto dichiarato dal testo che ci viene esaminato, saranno oggetto dei prossimi step dello studio della bio-bag.
Chi descrive questa scoperta come qualcosa di inutile e sordido dimentica infatti che
Alan Flake, direttore del Centro per la ricerca fetale al Children’s Hospital di Philadelphia riferisce che il sistema sviluppato dalla sua equipe “mira a prevenire le complicazioni che normalmente capitano ai bambini estremamente prematuri, offrendo una tecnologia che prima non esisteva”.
“Questi bambini” continua Flake “hanno bisogno di un ponte fra l’utero della madre e il mondo esterno. Se riuscissimo ad aiutarli a far maturare i loro organi anche solo per alcune settimane, miglioreremmo la prognosi per molti di loro”.
Siamo comunque ben lontani dall’idea di una gravidanza interamente artificiale. “È fantascienza pensare di poter prendere un embrione, condurlo attraverso gli stadi di sviluppo precoci e metterlo nel nostro dispositivo”, sostiene Flake:“La madre è un elemento critico imprescindibile a oggi. Ci sono requisiti delle fasi precoci della gestazione che non siamo in grado di replicare, perché potremmo creare delle anomali. Non vogliamo creare sopravvissuti con una qualità della vita ridotta. Questo è ciò che stiamo cercando di prevenire.”
Siamo, sostanzialmente, a pochi anni di distanza da avere uno strumento che probabilmente non sarà mai un utero artificiale come quelli della fantascienza, ma sarà una super-incubatrice superiore ad ogni incubatrice tutt’ora nei reparti di pediatria ed in grado di garantire ai bambini gravemente prematuri, oggi piagati dalle conseguenze della loro nascita “particolare”, una qualità della vita a lungo termine superiore a quella che potrebbero aspettarsi.
Ed un bambino prematuro, la cui condizione sovente li rende latori di invalidità permanenti, merita molto di meglio che una clickbait astiosa.
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