Abolizione del green pass in Italia dopo che Francia e Germania lo hanno abolito: non è così
Si parla con insistenza di un imminente abolizione del green pass in Italia, in seguito alle decisioni prese da Paesi come Francia e Germania, che lo avrebbero abolito. Una potenziale svolta, considerando anche il trambusto di queste ore per la normativa destinata ad entrare in gioco da domani 15 ottobre. Come tutti sanno, le disposizioni del governo prevedono che da questo venerdì sia necessario il documento per accedere ai luoghi di lavoro, indipendentemente dal fatto che siate nel pubblico e nel privato.
La bufala dell’abolizione del green pass in Italia e la disinformazione su Francia e Germania
Non è un caso che in giornata siano risultati necessari anche al nostro team dei chiarimenti da diffondere, relativamente allo sciopero di domani, come avrete osservato con il nostro articolo. Cosa sappiamo sulla presunta abolizione del green pass in Italia? Allo stato attuale, si tratta di una bufala. Così come vanno chiariti alcuni concetti che riguardano la gestione sanitaria da parte di Paesi a noi vicini come Francia e Germania. Troppa confusione in queste ore, motivo per il quale fermiamoci tutti un attimo e prestiamo attenzione.
Abolizione del green pass al momento smentita anche in Francia. La situazione dei contagi e dei ricoveri è più che buona, al punto che da alcuni giorni si discute della possibilità di cancellare la certificazione. Resta da capire se la decisione verrà presa il prossimo 15 novembre, o il 31 dicembre. Qualora si optasse per questa soluzione, il green pass non verrebbe abolito prima di quanto stabilito in Italia, a testimonianza del fatto che siamo più o meno sulla stessa lunghezza d’onda tra i due Paesi.
In Germania servono due tamponi settimanali, che ora andranno a carico delle aziende. Condizione che, al momento, pare non soddisfare i no green pass di Trieste. Vedremo quali saranno gli sviluppi a breve termine, ma ad oggi dobbiamo smentire l’ipotesi di abolizione del green pass in Italia, anche in relazione ai casi Francia e Germania.
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