A proposito di “citofoni”… il “citofonato è stato arrestato per spaccio” ed altre bufale e disinformazioni
Ci segnalano una catena di S. Antonio palesemente ingiuriosa nei confronti di tutti gli interpreti della vicenda del ragazzo coinvolto nella chiamata al Citofono di Salvini.
Tutti, e nessuno escluso, coinvolti nella solita catena di S. Antonio piena di vis polemica inutile
Provvederemo ad esaminarla assieme
A PROPOSITO DI “CITOFONI”…
1) il “citofonato” è stato arrestato 6 volte e segnalato 13, per spaccio, anche d’eroina (reati da lui stesso ammessi).
2) Il fratello si è fatto 7 anni per rapina, spaccio, lesioni.
3) La signora italiana che accompagnava Salvini, ha un figlio, morto per overdose.
4) La signora è stata minacciata di stupro e di morte.
5) Dopo l’incontro con Salvini alla signora le hanno sfasciato il parabrezza dell’auto a sassate.
6) Il palazzo intero è occupato abusivamente da 30 magrebini .
Continuate pure a fare dell’ironia…
Il “Citofonato” è stato arrestato sei volte
Circostanza falsa, ed oggetto di querela.
Infatti il ragazzo si è recentemente presentato dall’avvocato Cathy La Torre, professionista stimabile e da noi bene conosciuta (*coff* *coff* Odiareticosta *coff* *coff*) per ottenere patrocinio legale.
Come potrete leggere nelle dichiarazioni rilasciate alla stampa, il giovane ha dichiarato
“Non sono uno spacciatore, mi ha rovinato la vita”
nonché
Io non faccio queste cose. Sono uno studente normalissimo, vado a scuola come tutti gli altri. Salvini non può presentarsi qui e chiedermi se spaccio, è diffamazione
E sul nomen iuris del dichiarare pubblicamente che qualcuno che non è uno spacciatore lo è, ci eravamo già interrogati con l’aiuto di esperti, facendo nostro l’appello dell’Avvocato Guido Saraceni.
I medesimi profili giuridici della “chiamata al citofono” pertanto si applicando anche a ciascheduno dei condivisori di questa catena di S. Antonio.
Complimenti, miei buoni amici diffamatori, probabilmente avrete notizie dall’avvocato La Torre.
E non dite che non siete stati avvisati.
Il Fratello si è fatto 7 anni per rapina, spaccio e lesioni
Disinformazione e bufala.
Sempre da quanto rilasciato alla stampa dall’ufficio legale sappiamo che
Il fratello maggiore, pugile, ha avuto dei precedenti penali. «Rissa, rapina, ma mai per spaccio – spiega Iaia – adesso ha la sua famiglia, lavora non abita più al Pilastro da due anni e mezzo. Si è messo la testa a posto»
Enfasi su quattro elementi:
- Ha avuto. Quindi ha pagato con la giustizia ed adesso, come tutti i cittadini che hanno pagato le loro colpe e sono stati reintrodotti nella società è un cittadino pulito e dichiarare il contrario, indovinate, resta diffamazione
- Non abita al Pilastro da due anni e mezzo. Quindi è inutile cercarlo a casa di qualcun altro
- La responsabilità penale, insegna la Costituzione, è personale. Quindi indovinate in quale fattispecie di reato ricada qualcuno che condivida un testo in cui si accusa qualcuno di essere un criminale perché un suo congiunto ha avuto dei precedenti?
- Non è mai stato arrestato per spaccio, ed anche il computo degli anni è decisamente buttato a casaccio. Come falsa è l’accusa di spaccio anche in questo caso
La signora italiana ha un figlio morto di overdose
Disinformazione, che offende gravemente la memoria del giovane defunto.
Nel furore nazionalsovranista teso a dimostrare che “il citofonato è stato arrestato per spaccio”, l’autore di questo scartafaccio non si ferma neppure dinanzi alla memoria di un giovane morto, offendendola e calpestandola, riducendola sua intera esistenza ad un’overdose.
Infatti il giovane non è morto di overdose, ma malato di SLA senza alcuna speranza di miglioramento, ha deciso un giorno di farla finita, in uno Stato dove il diritto all’Eutanasia è considerato ancora qualcosa di remoto e lontano, acquistando una dose di droga da usare per commettere l’estremo gesto.
Non vi è biasimo, ma solo tristezza davanti ad un malato terminale costretto al suicidio in un mondo che non gli ha concesso alcuna speranza.
E dolore davanti a chi, per redigere una catena di S. Antonio, ne sbeffeggia la storia ed il dolore, trasformandolo nella vittima collaterale dell’ennesimo sermonciotto elettorale.
La signora è stata minacciata di stupro e di morte e le hanno sfasciato il parabrezza
La signora purtroppo ci riferisce ciò. Non possiamo certo dubitarne.
Sul parabrezza ne siamo a conoscenza. E estendiamo tutta la nostra solidarietà. Naturalmente alla signora, non certo a chi ha redatto questo meme usando il suo dolore come la proverbiale fetta di prosciutto avvolta intorno ad una pillola di veleno.
Difatti in uno stato di diritto non è l’arbitrio folle e cieco del cittadino invasato che minaccia e vandalizza a decidere i torti e le ragioni, ma la correttezza dei Tribunali, la cui forza può essere espressa solo dalla Polizia Giudiziaria, loro braccio di elezione, e nessun altro.
Il palazzo è occupato da 30 magrebini abusivi
Nessuna fonte, ovviamente.
AGGIORNAMENTO: Bufala, ovviamente.
Grazie all’aiuto di un nostro lettore possiamo incorporare la prova dell’ennesima falsità (nonché un ulteriore elemento di diffamazione ai danni della comunità tutto del quale potrà essere reso conto all’anonimo redattore di questa raccolta antologica di bufale) fornita dall’assessore Matteo Lepore
Il brano che rileva nel nostro assunto è questo:
Non ci sono appartamenti occupati. Infatti Salvini quando attraversa la strada del condominio ACER e arriva sotto il campanello che vuole suonare chiede alla signora “Ma cos’è un appartamento occupato? Un appartamento abusivo?”. La signora gli risponde di no, perché al Pilastro non ci sono case occupate.
In un colpo solo si diffama un intero quartiere e si falsifica quanto detto dalla signora, gettandole addosso non solo l’onta di aver vilificato la memoria di suo figlio, ma anche quella di aver falsificato le sue parole.
E, ovviamente, tutto questo viene fatto per uno scopo irrilevante.
Anche se ciò fosse dimostrato, e naturalmente questa catena di S. Antonio non fornisce elementi alcuni, non capiamo come buttare a caso (provato falso) questo elemento possa redimere uno scartafaccio composto da quattro bufale (ora cinque) ed una captatio benevolentiae.
Catena di S. Antonio che, ricordiamo, vilifica e diffama non solo un giovane che ha già sporto querela per evitare che la sua vita fosse rovinata, e che chiunque sta condividendo di fatto sta aggredendo e condannando ad una vita rovinata, ma vilifica e diffama anche il figlio della signora, che per colpa dell’anonima mano del bufalaro viene dipinto come un “morto di overdose” cancellando la sua vita e il messaggio che il suo dolore lancia al mondo.
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