ACCHIAPPACLICK “Uno dei quattro bravi Trevigiani che hanno denunciato il Capitano”… – bufale.net
L’odio politico rende ciechi, ed a volte spinge gli utenti della rete ad un uso propagandistico, rabbioso e diffamatorio della stessa. State certi che i “bravi Trevigiani” sono stati avvisati di quanto stia accadendo alle loro spalle nel momento in cui leggete questo articolo. Ma andiamo con ordine, e visualizziamo i “contributi” che ci sono stati inviati
Cannetta e Urina il cancello di una Chiesa, ecco questo è uno dei cinque elementi che hanno denunciato Salvini per incitamento all’Odio Razziale e pensare che c’è gente che lo ha eletto consigliere comunale. Che vergogna.
Seguito da un’accusa ancora più esplicita e ricca di nomi e cognomi ad uso e consumo degli indinniati della Rete, tratta da un profilo pubblico
Uno dei 4 BRAVI trevigiani che hanno denunciato #MatteoSalvini per ISTIGAZIONE ALL’ODIO RAZZIALE è #SAIDCHAIBI, #Musulmano☪️ & ATTIVISTA 🐪 a tempo perso dei centri sociali.
[Sinistra Per Treviso] rappresentata da Said Chaibi ha preso l’1% dei voti a #Treviso!
Qui 2 foto di #Chaibi. 🙈🙊
Entrambe le condivisioni sono una reprise di un vecchio testo che abbiamo affrontato già qualche tempo fa.
Ma andiamo con ordine e ricostuiamo la scansione degli eventi.
Nel mese di maggio del 2018 il Popolo della Rete si imbatte nella foto di un baldo giovinotto che fa una foto goliardica davanti ad una cappella, girato di spalle e con le mani sulla patta dei pantaloni simulando l’atto della minzione: per gli ignoranti all’ascolto, una scrosciante urinata.
Il Popolo della Rete, in molteplici occasioni, ha rischiato di una gravissima forma di Prosopagnosia mista a Pareidolia: sostanzialmente, non risconosce volti né immagini, e crede a tutto quello che gli dici.
Parliamo di gente che vedeva cellulari fantasma, pronta a spergiurare sui loro avi più cari di aver visto e sentito Sandro Pertini incitare alla più becera violenza agitanto mazze e bastoni come Fred Flinstone degli Antenati, di aver colto in castagna l’autore di un testo di 175 pagine urlando che pagina 176 è da sola in grado di far cadere l’intero assunto e, allo stesso tempo, negare con convinzione un evento accertato dalla stessa persona che l’ha compiuto per risibili differenze cromatiche tra due foto.
Parliamo di gente che, come facemmo notare all’epoca, decise che il ragazzetto dovesse essere per forza Said Chaibi, candidato sindaco di Coalizione Civica- Sinistra per Treviso, capogruppo di Sinistra Italiana – Sinistra trevigiana, e corse a segnalare la cosa a tutti i blog e portali online, quando non di prendere la situazione di petto e ricondividere l’immagine sul loro profilo.
E poco importò la smentita dell’interessato
«Siamo ai mezzucci da campagna elettorale, tutto diventa lecito. Non solo non mi riconosco, non riconosco neanche il luogo. E lo zaino che ho ha un colore diverso», precisa.
«Non sono avvezzo ad urinare davanti alle chiese, non l’ho mai fatto, e vorrei aggiungere che ho fatto l’asilo delle suore: goliardate ne ho fatte tante, in una gioventù che fortunatamente dista pochi anni dal presente, non ho proprio ricordi».
Ma allora è un montaggio? «Non posso dirlo con certezza. Se lo fosse, è fatto bene. Resta una burlata di un ragazzo, punto. Alla macchina del fango, ahimè, ci sono abituato: ma non ci fermeranno. E penso sempre sia più importante parlare della proposte per la città» .
E poco importò che una foto sfocata del genere potesse raffigurare chiunque, compreso un unicorno: di passaggio in passaggio la minzione mimata divenne effettiva, ed abbiamo avuto soggetti pronti a spergiurare di aver visto il Chaibi non solo urinare, ma fumare canne davanti all’altare, ostentando la sua natura di islamico (quando il Chaibi è, a tutti gli effetti, ateo).
Potremmo restare qui ad interrogarci dove gli indinniati abbiano visto, nella presunta foto, droga, urina e fede islamica: ma per un po’ la foto cadde in secondo piano negandoci la possibilità di scoprire nuovi fenomeni paranormali in essa contenuti: magari elusive apparizioni come la Boldrini ragazza coccodè, la Boschi in tanga o altri fantasmi dell’intelletto umano, ma ci limiteremo a rilevare solo nuovi elementi.
Ed arriviamo così al 25 Agosto 2018, quando un gruppo di cittadini di Treviso decidono di sporgere denuncia contro il Ministro Salvini per istigazione all’odio Razziale.
Le denunce, ricordiamo, sono un atto possibile, la cui poi veridicità viene avvalorata o meno dai tribunali. Ci sarà, sostanzialmente, un giudice a decidere, e questo è quanto.
Ma la fede politica porta a schierarsi in prima persona con ogni mezzo e mezzuccio per sentirsi vicini al proprio idolo.
Così ecco che abbiamo pagine pubbliche che rispolverano una vecchia bufala mai realmente comprovata, e un profilo pubblico che addirittura decide di organizzare una lista di proscrizione contro i “bravi Trevigiani”.
Siamo oltre il tentativo di avvelenamento del pozzo: ci sono altre cinque (o quattro, neppure hanno le idee chiare i viralizzatori) gettate alla gogna, buttate in pasto a commenti rancorosi e livorosi in un evidente tentativo intimidatorio.
No, questo non va bene. Non va affatto bene.
Una ragione in più per interrompere le condivisioni: si prega di notare che anche noi sappiamo chi ha condiviso le immagini, ma abbiamo preferito comunicare la cosa agli interessati (i c.d. bravi trevigiani tra cui Chaibi) anziché gettare i loro nomi in pasto alla folla.
Noi non ripaghiamo il livore con livore, e ribadiamo che fare politica in questo modo non è il modo giusto.
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