ANALISI IN CORSO Il papà di Daisy minaccia: “Noi via dall’Italia” Ma ora spuntano due arresti e una condanna
Nota: abbiamo scelto il tag analisi i corso per contestare solamente la frase “Noi via dall’Italia” attribuita a Iredia Osakue, che ancora non trova riscontri ufficiali.
Il caso di Daisy Osakue continua a far notizia. Oggi l’attenzione si sposta su Iredia, suo padre, tornato al centro della cronaca dopo una notizia pubblicata da una giornalista de Il Giornale, prima sul proprio profilo Facebook e poi sulla testata:
Al post sarebbe seguito un articolo pubblicato il 3 agosto su Il Giornale, dalla stessa giornalista. Andando per ordine, troviamo un primo riscontro su Giornalettismo il 2 agosto, dunque prima del pezzo scritto su Il Giornale.
In tutti i casi si fa riferimento a un articolo di Repubblica, pubblicato il 17 gennaio 2002, nel quale compare il nome di Iredia Osakue, che i Carabinieri di Moncalieri – stando a ciò che riporta l’articolista de Il Giornale – confermano essere il padre di Daisy. Si parlava dell’operazione “La grande retata”, organizzata dal Comando Provinciale dei Carabinieri di Torino contro la prostituzione:
Sette persone arrestate, altre 110 denunciate a piede libero e oltre duecento prostitute identificate. È il bilancio de «La grande retata», un’ offensiva del Comando provinciale dei carabinieri di Torino contro la prostituzione. Nel corso dell’ operazione che ha impegnato 170 militari sono state controllate 1327 persone. Tra le 128 giovani prostitute bloccate sui marciapiedi 110 sono risultate clandestine: 19 erano russe, 11 ucraine, 13 albanesi, 16 bulgare, 7 moldave, 2 cinesi e 61 nigeriane. In manette è finita una «maman», Lucy Ibginosa, 39 anni, che torturava una nigeriana di 20 anni fatta arrivare in Italia con la promessa di un lavoro da baby sitter. La giovane è stata liberata dai carabinieri del Nucleo Radiomobile che hanno fatto irruzione nell’alloggio di corso Regina Margherita dove era tenuta prigioniera. A Ivrea un operaio di 37 anni di Aosta e una nigeriana di 23 anni sono stati denunciati per atti osceni. I carabinieri di Avigliana invece hanno arrestato un quattordicenne e affidato ai genitori due tredicenni che avevano appena rapinato una prostituta che aveva rifiutato di appartarsi con loro. A Moncalieri i militari hanno arrestato due «maman» nigeriane, Odion Obadeyi, 28 e Lovely Albert, 30 anni, il convivente di quest’ ultima, Iredia Osakue, 29 anni, tutti e tre clandestini e Silvano Gallo, 50 anni, di Nichelino che aveva formato una gang specializzata nello sfruttamento di decine di prostitute di colore il cui ingresso clandestino in Italia era favorito da un «phone center» di San Salvario.
Il giorno successivo al post di Facebook – il 3 agosto – Il Giornale ha pubblicato la notizia, riportando quanto segue:
Ciò che invece emerge da una sentenza di primo grado del 9 ottobre 2007, emessa dal gup Cristina Palmesino al termine di un processo con il rito abbreviato, è che Iredia Osakue è stato condannato a 5 anni e 4 mesi per associazione a delinquere di stampo mafioso, tentata rapina e spaccio di droga. L’uomo sarebbe stato a capo di un’organizzazione, chiamata «Eiye», che ha base in Nigeria ma molte ramificazioni in Europa. Al centro del processo la lotta con l’organizzazione rivale «Black Axe» con cui si contendeva il controllo del Torinese. Al gruppo venivano attribuiti diversi reati: truffa, intimidazioni, tentati omicidi, lesioni, estorsioni ed esercitava la violenza fisica «con armi bianche e da sparo», con «frustate attraverso lo strumento africano detto kobu-kobu al fine di costringere connazionali ad affiliarsi o di punire chi sgarrava».
La madre di Daisy, che nel 2002 si chiamava Lovely Albert, oggi ha cambiato nome in Magdeline. Iredia, oggi, è un mediatore culturale di una cooperativa che gestisce l’accoglienza, Sanitalia Service, con 15 strutture in tutto il Piemonte. È anche titolare della Daad Agency di Moncalieri che si occupa di diverse pratiche, dai permessi di soggiorno ai ricongiungimenti familiari. Nel 2005, per lui, si erano aperte le porte del carcere e vi era rimasto per 8 mesi, in attesa del processo che si svolse con rito abbreviato. Nel 2007 venne ritenuto colpevole, come scrive Il Fatto Quotidiano, per «associazione a delinquere, cessione di stupefacenti e tentata rapina. Si becca 5 anni e 4 mesi»:
Un anno più tardi, siamo nel 2008, Iredia Osakue torna in un’aula di tribunale per l’appello. La condanna viene ridotta a 3 anni, 9 mesi e 10 giorni perché l’uomo collabora con i magistrati. Per i pm di Torino, spiegano fonti della procura, aveva reso dichiarazioni importanti per capire la struttura dell’organizzazione, i reati commessi e il modus operandi. La condanna diventa definitiva, l’uomo paga i suoi sbagli.
Il Fatto Quotidiano, ancora, riporta che secondo i legali di Iredia Osakue, i quotidiani hanno riportato i fatti con diversi errori, ma non vengono forniti maggiori dettagli. La giornalista de Il Giornale, secondo Libero Quotidiano, avrebbe ricevuto minacce in seguito al suo servizio.
In ogni caso, esiste una sentenza emessa nel 2007 dal pm Cristina Palmesino che conferma le condanne a carico di Iredia Osakue, che da 5 anni e 4 mesi viene ridotta a 3 anni, 9 mesi e 10 giorni nel 2008, perché aveva collaborato coi magistrati, secondo le fonti della Procura.
È dunque vera la notizia delle condanne a carico di Iredia Osakue, ma parliamo di analisi in corso nell’attesa di un riscontro sulle rivelazioni che il padre di Daisy avrebbe fatto sull’intenzione di andare via dall’Italia, che le testate riportano ma senza una fonte ufficiale, che noi attendiamo.
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