ANALISI IN CORSO Immigrazione, il nigeriano a cui viene concesso asilo dopo l’arresto perché è un petomane
In un articolo pubblicato su Libero Quotidiano l’8 luglio 2018, il noto giornalista Giuseppe Cruciani pone l’attenzione sul caso di un nigeriano al quale è stato concesso l’asilo per via dei suoi problemi di flatulenza e meteorismo, dopo il suo arresto.
Dopo una dura invettiva contro Magliette Rosse, Cruciani scrive:
Dove lo trovi un posto così umano? Pensate che per ottenere protezione umanitaria basta esibire un certificato medico, e succedono cose clamorose.
Sul Giornale di Vicenza, tanto per fare un esempio, raccontano la storia di un nigeriano arrestato mentre cercava di sfuggire alle forze dell’ordine. Essendosi ferito, gli agenti si sono preoccupati per un contagio avendo l’uomo un permesso di soggiorno per motivi di salute. Ma una volta tirate fuori le carte si è scoperto il problema del migrante: ha ottenuto accoglienza in Italia perché soffre di meteorismo e flatulenza. Scritto nero su bianco e controfirmato dalle apposite commissioni. Avete capito bene: abbiamo concesso a un delinquente un permesso di stare in Italia perché ha raccontato di avere problemi al deretano.
Altro che emorragia di umanità, qui accogliamo a braccia aperte pure quelli che ci scoreggiano in faccia.
La sua opinione è stata espressa anche nel corso della trasmissione radiofonica da lui condotta su Radio24, La Zanzara, il 6 luglio:
La voce del Trentino, riprendendo le parole di Cruciani, ha postato una foto dell’articolo pubblicato sull’edizione cartacea de Il Giornale di Vicenza:
Certificati medici per ottenere la protezione umanitaria. Vi ricorrono diversi richiedenti asilo, dato che il diritto alla salute viene considerato un diritto umano fondamentale e spesso, nei Paesi di provenienza, assistenza e cure mediche non sono dello stesso livello che in Italia. Ma non sempre le commissioni per il riconoscimento per la protezione internazionale sono in grado di approfondire le questioni sanitarie e così accadono episodi quantomeno singolari.
Il caso del nigeriano E. A. è emblematico. Di recente è stato arrestato nel Vicentino e si è ferito mentre cercava di sfuggire alle forze dell’ordine; essendo beneficiario di protezione umanitaria per motivi di salute, in attesa di ulteriori accertamenti diagnostici, gli agenti che lo hanno rincorso si sono preoccupati di un possibile contagio. Ma la “diagnosi” del profugo li ha tranquillizzati: E. A. infatti soffre di meteorismo e flatulenza, come attesta il certificato presentato alla commissione grazie al quale ha ottenuto la protezione umanitaria, per potersi sottoporre agli approfondimenti clinici del caso.
Il titolo dell’articolo è Malattie imbarazzanti valgono l’asilo politico, postato sulla pagina Facebook di Giorgia Meloni nella giornata di ieri, 8 luglio:
Nonostante quanto scritto da La voce del Trentino, la notizia non compare su tutte le principali testate nazionali, e anche la pagina Imola Oggi riprende la stessa foto del Giornale di Vicenza, assieme ad altre pagine politicamente schierate a destra.
Per quanto concerne il permesso per motivi umanitari e la differenza dallo status di rifugiato vi rimandiamo a questo documento del Comune di Torino e a questo articolo de Il Sole 24 Ore:
La protezione umanitaria è una forma residuale di protezione per quanti, in base all’esame della commissione territoriale competente alla quale il migrante ha presentato domanda di asilo politico, non hanno diritto a una forma di protezione internazionale (status di rifugiato o protezione sussidiaria) ma si ritiene abbiano comunque diritto a una forma di tutela. Il permesso di soggiorno per motivi umanitari viene rilasciato dal questore a seguito di raccomandazione della Commissione territoriale qualora ricorrano “seri motivi” di carattere umanitario come ad esempio motivi di salute o di età, oppure vittime di situazioni di grave instabilità politica, di episodi di violenza o di insufficiente rispetto dei diritti umani, vittime di carestie o disastri ambientali o naturali. Ha una durata di 2 anni, è rinnovabile, e può essere convertito in permesso di soggiorno per lavoro. Si tratta di un titolo di soggiorno previsto dall’ordinamento giuridico italiano che dunque non ha un proprio esplicito fondamento nell’obbligo di adeguamento a norme internazionali o dell’Unione europea.
Sul caso del nigeriano E. A., per il momento non esistono approfondimenti né aggiornamento alcuno. Caso singolare, senza dubbio, ma sul quale non esistono altri riscontri, momentaneamente. L’unica fonte, ripresa da Giuseppe Cruciani, Giorgia Meloni e La voce del Trentino è l’articolo cartaceo pubblicato sul Giornale di Vicenza.
Vi rimandiamo a un prossimo articolo per riportarvi i necessari aggiornamenti.
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