ALLARMISMO E PRECISAZIONI Infettate 150 persone e 2 i morti: insalate in busta sotto accusa, la rucola killer si trova nei supermercati e nei ristoranti
Ci segnalano un articolo pubblicato il 20 Marzo 2017 su Speed24News (qui l’articolo su archive.is):
La rucola killer miete le sue prime due vittime. Due morti, decine di ricoverati e centinaia di colpiti nel Regno Unito per l’epidemia provocata dal batterio E.coli (nella foto).
La colpa sarebbe da ricercare nella rucola in busta che si trova nei supermercati. Come racconta il Telegraph on line, il ceppo di batterio è lo 0157 ed ha già infettato circa 150 persone. Si tratta di un’insalata in busta che si trova nei supermercati e nei ristoranti. Le autorità sanitarie hanno ordinato ai grossisti che riforniscono ristoranti e catene di supermercati Oltremanica di interrompere l’importazione del prodotto dal Mediterraneo, dove si trovano le foglie infette. Ma nonostante ciò, per ora la rucola continuerà ad essere venduta: la Food Standards Agency (Fsa) ha dichiarato di non avere ancora prove sufficienti per giustificare un richiamo completo di prodotti al dettaglio.
Speed24news riporta una notizia che risale al 2016. La fonte citata è The Telegraph, con l’articolo “Health fears mount over rocket consumption as deadly e-coli strain kills two and dozens are rushed to hospital” pubblicato il 19 Luglio 2016. Le indagini sull’insalata contenente foglie di rucola sono state circoscritte in un primo momento ai centri di Bristol e Bath, per poi estendersi lungo tutta l’Inghilterra e il Galles, fino alla Scozia. Il bilancio iniziale di due decessi ha dunque spinto le autorità ad ordinare ai fornitori di ristoranti e supermercati l’interruzione dell’importazione di rucola dal Mediterraneo.
Tuttavia, alcune foglie di rucola infettate dal ceppo 0157 dell’Escherichia Coli potevano già essere sugli scaffali o addirittura nelle dispense dei consumatori.
Con prudenza, la Food Standard Agency (FSA) ha invitato i cittadini a lavare accuratamente tutte le verdure prima della messa in tavola, tranne per i prodotti in busta nell’apposita confezione ready-to-eat. Dai primi riscontri, la FSA non ha trovato correlazione tra l’infezione da Escherichia Coli e il consumo di rucola. In un comunicato dell’11 Agosto 2016, la PHE (Public Health England) riporta che si sono registrati 161 casi in Inghilterra, 6 nel Galles e soltanto 1 nella Scozia. Già dal primo capoverso viene precisato che l’ultimo caso registrato risaliva al 5 Luglio, e che dunque l’epidemia poteva dichiararsi terminata.
Vengono riportate le dichiarazioni di Jeremy Hawker della PHE, il quale attesta che non si sono registrati nuovi casi di infezione e che tuttavia gli accertamenti sulle cause dell’epidemia di Escherichia Coli sono ancora in corso. Hawker, insieme con Richard Hoskin della FSA, invitano in ogni caso il consumatore a un’accurata pulizia delle verdure, specialmente per i residui di terreno.
Si tratta dunque di un allarme rientrato già nell’Agosto 2016, e speed24news nel pubblicare il suo articolo proprio in questi giorni intende fare allarmismo. Le nostre precisazioni sono dovute anche ai dati della FSA e della PHE, che non trovano correlazioni tra l’esplosione dell’epidemia e il consumo della rucola importata dal Mediterraneo.
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