“Non sarà più il prete a dire la messa”: l’assalto del clickbait
“Non sarà più il prete a dire la messa”: trattasi questo di un caso di clickbait. Pratica vecchia come il giornalismo va detto: il “titolone caricato” che invita a cliccare, in tempi pre-internet a comprare.
Guareschi, il noto scrittore, ne parlava già nel dopoguerra, descrivendo la salace e un po’ assurda storiella di un giornalista, basato su se stesso, che dopo aver presentato un “pezzo di colore”, una storiella di buoni sentimenti sui bambini che attendono i doni della Befana, viene invece invitato a titolarla “Aiuto! Sbudellano la vecchia e il sangue scorre per le scale rosso e fumante come vino brulè!“, aggiungendo un capoverso a caso in cui un bambino ode le urla di terrore di una vecchia trucidata, col lieto fine dato dal fatto che egli comunque riceverà i suoi doni.
Il caso è lo stesso: un titolo clickbait, un testo che la tira in lungo e in largo per tenerti incollato sulla pagina, un post Facebook con un finto “Altro” tattico non cliccabile e la montagna che partorisce il topolino.
“Non sarà più il prete a dire la messa”: l’assalto del clickbait
Nessuno nella storia ha mai detto che non sarà più il prete a dire la Messa. Enfasi: nessuno.
Nel 2023 accadde che a Genova il Vicario Episcopale Don Calabrese espose uno scenario in cui, onde far fronte alla carenza di vocazioni e per non porre sui preti l’obbligo di un numero incalcolabili di Messe, si potesse affiancare alle stesse “Liturgie della Parola” gestite da Diaconi e “fratelli laici” preparati dall’Ufficio Diocesano.
In assenza del prete si propose quindi che il medesimo personale che già si occupa della parte della Funzione che non comprende il ministero della Comunione (la c.d. “Liturgia Eucaristica”) continuasse ad occuparsi della “Liturgia della Parola”.
Sostanzialmente se in Chiesa non è disponibile il Prete per celebrare la messa, Don Calabrese propose vi fossero almeno diaconi e laici a proporre la lettura del giorno, preghiere e raccoglimento.
Questo senza nulla togliere all’Eucarestia, che resta dominio del Prete.
Ovviamente la notizia cliccabile dalla pagina Facebook non riporta alcuna data, eterna come una televendita televisiva, ma una semplice analisi del sorgente della pagina ci mostra quando questa è stata pubblicata.
Fuori tempo massimo, la mattina del 22 Luglio corrente.
Conclusioni e riflessioni
La “novità che farà imbufalire i fedeli” non esiste. Il titolo e il lancio social sono costruiti per montare artificialmente quell’indignazione che spinge al click, e quindi alla condivisione.
La pagina social acquisirà quindi un numero utenti utile per viralizzare contenuti, e la pagina otterrà visite.
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