Bambini palestinesi in mezzo alle macerie? No, è un’immagine creata con l’AI
Un’immagine a rischio viralità sta facendo il giro dei social: su Facebook è comparsa una foto che mostrerebbe due bambini palestinesi in mezzo alle macerie, nel contesto del sanguinoso conflitto del Medio Oriente tra Hamas e Israele. I lettori di Bufale.net chiedono verifica.
La foto dei bambini palestinesi su Facebook
L’immagine è comparsa su Facebook a cavallo tra la fine del 2023 e i primi giorni del 2024. Chi pubblica il post scrive: “Questa foto deve fare il giro del mondo”.
L’immagine è certamente di forte impatto: due bambini dal viso dolce e paffuto guardano l’obiettivo e sorridono. Entrambi hanno il volto segnato da graffi, i vestiti sporchi di polvere e uno di essi è a piedi nudi. Intorno a loro ci sono gli edifici distrutti dalla guerra. Nonostante ciò, i due piccoli sorridono.
Non mancano i commenti di chi crede nell’autenticità dell’immagine, con preghiere, inviti alla pace e cuoricini. In realtà, tuttavia, questi due bambini non esistono.
L’immagine è creata dall’AI
Se osserviamo con attenzione l’immagine possiamo notare almeno due tipicità delle realizzazioni tramite intelligenza artificiale: in primo luogo, i due bambini hanno un aspetto fin troppo “perfetto”, con i dettagli ammorbiditi e quasi innaturali. L’individuo a destra, inoltre, ha un piede con quattro dita. Le immagini create con l’intelligenza artificiale, ricordiamo, hanno spesso difetti proprio nella realizzazione delle dita umane.
Non è tutto. Su Internet esistono strumenti che ci aiutano a capire se un’immagine sia autentica o realizzata con l’AI. Uno di questi è Hive Moderation. Abbiamo caricato l’immagine in analisi e il risultato ci comunica una possibilità del 96% della realizzazione con intelligenza artificiale.
Secondo Hive Moderation, inoltre, gli autori potrebbero aver utilizzato l’ormai nota MidJourney.
Quindi?
Parliamo di bufala perché l’immagine non esiste: i due bambini palestinesi sono stati realizzati con l’intelligenza artificiale, uno strumento cui si fa sempre più spesso ricorso per creare contenuti e – va detto – disinformazione e bufale.
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