PRECISAZIONI Fare la cavia umana per 800 euro
Tempi di crisi, tempi di soluzioni estreme. Tra queste, parrebbe, la scelta di diventare cavie umane: tre giorni di sperimentazioni per un “guadagno” di 800 euro
Ad attirare la nostra attenzione un link del giornale on line Huffington Post, che a sua volta riprende, citandolo, un articolo del quotidiano torinese La Stampa.
Come spesso accade in questi casi le redazioni internet si “scatenano” inondando il web con articoli sostanzialmente identici: si tratta del famigerato “copia-incolla” che, evidentemente, non è prerogativa esclusiva dei piccoli blog a carattere amatoriale.
Il tema, spinoso, dei “copia-incolla” nella stampa web italiana è già stato da noi toccato in un precedente pezzo: è la caccia allo “scoop” facile, al sensazionalismo, spesso non supportato da dati certi e verificati, che rappresenta, nei tempi di internet e di crisi dell’editoria, un modo efficace e sbrigativo per racimolare preziosissimi “click” e condivisioni.
Insomma, se è vero, come si dice, che i robot sostituiranno nel medio-lungo periodo i giornalisti l’atteggiamento delle principali redazioni web italiane sta certamente contribuendo ad affrettare i tempi.
Riproponiamo, quindi, una serie di “copia-incolla” sulla notizia delle cavie umane da 800 euro prima di entrare nel merito della questione. Per “scovare” più efficacemente le parti sfacciatamente copiate ci siamo avvalsi dello strumento copyscape che consente, come tanti altri, di individuare facilmente, evidenziare e addirittura conteggiare, le singole parole copiate.
Abbiamo trovato molti “copia-incolla” in articoli sul tema “cavie” pubblicati da Huffington Post, BlitzQuotidiano, FanPage.it, Liberoquotidiano.it, IlGiornale.it. Al netto delle dichiarazioni della cavia “Fabio”, riprese dall’articolo de La Stampa, a noi interessa vedere “quante” parole i redattori delle singole testate abbiano preso “a prestito” gli uni dagli altri : per esempio abbiamo trovato numerose somiglianze tra BlitzQuotidiano e FanPage.it.
Il rosso è stato da noi usato per evidenziare le parti copiate e il blu per quelle… “ispirate”. Ci siamo presi la libertà di sottolineare come “copiate e incollate” anche le piccole modifiche, come per esempio “angustiante” in luogo di “angosciosa”.
Anche la “struttura” degli articoli è identica. Se si contano i discorsi diretti della cavia “Fabio”, presi di peso da La Stampa, ci troviamo di fronte a due pezzi sostanzialmente uguali, a parte qualche piccola variazione lessicale: a cambiare è soltanto il nome della testata e il fatto che il pezzo di BlitzQuotidiano sia stato postato prima di quello di FanPage.
Pur avendo trovato molti articoli sul tema “diventa anche tu cavia per 800 euro” abbiamo scelto di considerare i siti di “peso”; a tale proposito riportiamo di seguito altri tre pezzi, rispettivamente di Huffington Post, Liberoquotidiano.it e IlGiornale.it : come potete notare (vi risparmiamo le sottolineature, stavolta) le differenze sono minime e non è presente alcuna informazione davvero nuova frutto di una verifica da parte del redattore di turno
C’è ancora un altro aspetto da sottolineare che, questa volta, riguarda proprio l’articolo de La Stampa, a firma Mary Tagliazucchi, che potete leggere qui.
Conviene riportare il passo che ci interessa:
«Quando capisci che la laurea non serve, le provi tutte per arrivare a fine mese. Fare da cavia umana è una di queste». A parlare è Fabio, trentenne romano che per sbarcare il lunario ha scelto di mettersi a disposizione della ricerca. Come? Offrendo il suo corpo per testare, nei tanti laboratori farmaceutici, medicinali in via di sperimentazione. Dai dati del sito swissinfo.ch circa 1.400 volontari italiani si sono presentati nelle cliniche ticinesi negli ultimi 3 anni.
La giornalista cita correttamente la fonte (il sito swissinfo.ch) dalla quale risulta che le cavie italiane presso le cliniche svizzere sarebbero state ben 1400 negli ultimi 3 anni; l’unico elemento che non viene citato, a nostro parere fondamentale per comprendere l’attendibilità di questi numeri, riguarda il fatto che le cifre in questione siano state prese da un articolo scritto nel lontano 2006, cioè ben dieci anni fa: vale la pena riportare il link.
Altre due “stranezze”: il “Fabio” de La Stampa è romano, trentenne, forse disoccupato e a dire la verità somiglia un po’ al “Dario”, milanese, venticinquenne, studente, presente nell’articolo del giornalista svizzero Paolo Bertossa su swissinfo.ch.
Confrontiamo le due dichiarazioni, appunto di “Fabio” e “Dario”, sul tema delle “motivazioni” che li hanno indotti a fare da “cavie”:
«Non posso dire di farlo per amore della ricerca scientifica. Lo faccio per mero guadagno», ammette Fabio.
«Questo vale per tutti noi, […] Lo facciamo solo e unicamente per denaro e non certo per la buona causa della ricerca», conclude Dario.
In secondo luogo non si capisce se il romano “Fabio” faccia da “cavia” in laboratori italiani o svizzeri, dato che nel pezzo si fa riferimento sia al Canton Ticino che a “centri di sperimentazione (italiani, ndr) localizzati soprattutto al Nord: Verona, Milano, Varese, Pavia e Como. Ma anche Catania, Cagliari e Pisa”: una questione non trascurabile perché, come apprendiamo dalle parole di Giovan Maria Zanini, nel 2006 presidente del comitato bioetico ticinese, “vegliamo a che il bacino di volontari (ovvero ‘cavie’, ndr) non si estenda oltre Milano”. Il motivo? Molto semplice: la vicinanza alla Svizzera e la possibilità di intervenire tempestivamente garantendo “al paziente la massima sicurezza in caso di bisogno” sconsigliano di accogliere volontari che abitino a sud di Milano: come dire che Roma sembra essere davvero troppo lontana.
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