“Ciao negozio, il mio amico ha acquistato”… il messaggio truffa con virus
Un “messaggino”, tutto questo basta per far partire una truffa: il trucco puerile del messaggio truffa con virus, il “payload” più antico del mondo torna a far danni.
Sembra quasi una gag surreale, quella del truffatore che ti invia un file compresso sospetto chiamato “Assolutamente non è un virus, te lo giuro, clicca tranquillo.zip” invitandoti a infestare il tuo computer, ma è quello che ci è stato segnalato.
“Ciao negozio, il mio amico ha acquistato”… il messaggio truffa con virus
Un post assurdamente sgrammaticato, redatto evidentemente da uno degli “impiegati” delle svariate trollfarm e fabbriche della truffa di cui abbiamo più volte parlato:
“Ciao negozio
Il mio amico ha acquistato questo prodotto da lui.
Buona qualità, si è rotto dopo 2 giorni di utilizzo.
Ho bisogno della tua spiegazione.
Questa è una foto del prodotto che ho acquistato”
Potremmo chiederci perché un esercente debba credere ad uno sgrammaticato “ammiocuggino” che si esprime in una lingua a metà tra la Nera Lingua di Mordor del Signore degli Anelli ed un personaggio di “Via col Vento”, e perché ci sia bisogno di mandare la foto dell’anonimo prodotto descritto con fare passivo-aggressivo come “di buona qualità” in formato zippato.
Oppure perché, altra variante tragicomicamente descritta, dovremmo accettare un messaggio in cui ci viene mandato un “presunto contratto” però non possiamo denunciare il povero truffatore perché sennò violeremmo la sua privacy di imbroglione patentato, redatto come vedremo di seguito in una lingua non meno balzana
“Ti mando un contratto di cooperazione commerciale. Per favore controlla e se hai bisogno di modificare qualcosa, per favore mandami un messaggio.
Scusate, li ho inviati per errore, per favore non renderli pubblici perché questa è privacy.”
Ma il senso è sempre sempre quello: per la legge dei grandi numeri sperare che qualcuno ci caschi e infetti il proprio computer.
Con cosa? Ci può essere di tutto: un virus che rende il vostro PC parte di una “botnet”, usandolo per inviare altro spam, o un “ransomware” che crittografi i vostri dati per consentire al truffatore di esigere un riscatto.
Siamo dalle parti del “virus con poche risorse” che ti prega di infettare da solo il tuo stesso computer per dargli una mano.
Ma voi potete essere più furbi.
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