Quanti ragni mangiamo durante la nostra vita? La “risposta” di Lisa B. Holst
Quanti ragni mangiamo durante la nostra vita? La risposta è, spiacente, nessuno. Sappiamo benissimo che esiste una ricchissima mitologia a base di mangiatori di ragni, che esistono persone che giurano di aver calcolato il numero medio (otto, per i curiosi), ma in realtà mangiare uno o più ragni nel sonno è una improbabilità statistica.
Provate a immaginare il ragno medio, insomma, quello che riuscireste a mandar giù (escludiamo tarantole velenose o altri “titani” del mondo aracnide che non ci entrerebbero in bocca così facilmente). Capireste facilmente il perché.
Quanti ragni mangiamo durante la nostra vita?
Da un lato abbiamo l’essere umano medio, un mammifero di altezza media compresa tra 1,6 e 1,7 metri (naturalmente con oscillazioni a seconda degli esemplari) che tende a muoversi e agitarsi nel sonno.
Dall’altro un aracnide, le cui specie che probabilmente riusciranno a intrufolarsi nelle vostre case non superano i 20 millimetri che si trovi a passeggiare per una casa dove esiste un essere sproporzionato, grosso come una montagna, che non sta fermo neppure quando dorme.
Come ogni altro animale di questa terra, l’istinto suggerirebbe al ragno che una specie di montagna vivente il cui semplice battito cardiaco è un tamburo potente come il “Gear 5” di Cappello di Paglia nella serie “One Piece” è semplicemente qualcosa da cui stare alla larga.
Ciò non esclude che, come evidenziato da Focus, appisolarsi in campagna sotto un albero possa portare a punture di insetti e morsi di ragno: a quel punto tu, enorme montagna umana, ti sei andato a piazzare sotto una ragnatela o vicino a nidi di insetti, alveari e simili e agli occhi degli insetti e degli aracnidi è tutto diventato il rifacimento a basso costo di “Attack on Titan” con te stesso nel ruolo del pericoloso titano ostile apparso a disturbare bestie che si facevano i cavoli loro.
Anche così, l’improbabilità statistica di un ragno kamikaze che vi si cali in bocca è evidente: più probabile è trovarsi qualche sgradito morso o puntura, motivo per cui è bene portarsi qualche repellente in più nei vostri picnic all’aperto.
L’aneddotica riportata dalla testata restituisce casi di persone così sventurate da essersi assopite vicino a ragnatele con ovigere, sacchetti pieni di uova di ragno, assistendo sin troppo da vicino alla nascita di qualche dozzina di troppo di nuove vite, nonché di persone che lasciati gli auricolari in luoghi all’aperto, si siano infilate alla cieca cuffiette e bestioline inerpicateci sopra addosso, ma no, solitamente nessun ragno vi entrerà in bocca nel sonno.
Le false origini del mito dei ragni
Per quanto possiamo complimentarci con Focus per l’eccellente ricostruzione, ci tocca però correggere l’emerita rivista sulle origini del mito.
Secondo la stessa infatti
“La leggenda degli 8 ragni all’anno sarebbe nata nel 1993 su una rivista specializzata in PC, come dimostrazione del fatto che la gente è portata a credere con facilità alle storie, se pur assurde, che circolano sul web.
Ma anche i tentativi di rintracciare la giornalista che ha scritto l’aneddoto e la rivista stessa si sono rivelati infruttuosi.”
Ovviamente la giornalista indicata non potrà essere trovata perché è nata dalla burla di un nostro decano, la testata di Fact Checking Snopes, che ha inventato la figura dell’esperta di bufale online diffuse via email Lisa Birgit Holst (anagramma di “This is a big troll”, “Questo è un troll maestro”) per vedere quanti anche tra quelli che consultano i nostri siti sono inclini ad abboccare alle bufale.
A giudicare dai nostri commenti, ciò accade abbastanza spesso.
Se il nostro servizio ti piace sostienici su PATREON o
con una donazione PAYPAL.