NOTIZIA VERA Don Inzoli risarcisce con 25.000 euro a testa le vittime dei suoi abusi – bufale.net
Purtroppo ci troviamo di fronte ad un nuovo caso di pedofilia che coinvolge un esponente della Chiesa Cattolica, la vicenda è inziata alcuni anni or sono ed adesso sta giungendo giuridicamente al suo termine.
Ma partiamo con ordine descrivendo chi è Don Mauro Inzoli, detto “don Mercedes” per la sua passione per le auto di lusso:
Inzoli da circa 30 anni è capo carismatico di Comunione e Liberazione, per 15 anni è presidente del Banco Alimentare, confessore personale di Roberto Formigoni. Don Inzoli è stato anche rettore al liceo linguistico Shakespeare e parroco per 17 anni della chiesa della Santissima Trinità di Crema a cui faceva capo il gruppo Gioventù studentesca.
I capi di accusa nei suoi confronti sono gravissimi: violenza sessuale con abuso di autorità e violenza sessuale aggravata per abuso di minore di 12 anni. Queste le contestazioni del procuratore Roberto di Martino nell’atto di chiusura delle indagini. Il religioso ha consegnato a titolo di risarcimento 25.000 euro a testa alle famiglie dei cinque ragazzi parti offese nel procedimento che lo vede accusato di violenza sessuale. Un risarcimento che di fatto evita la costituzione di parte civile da parte delle famiglie nel processo, che verrà celebrato con rito abbreviato.
Otto i casi, tra il 2004 e il 2008, per cui è possibile procedere penalmente nei confronti di don Inzoli; dodici ( alcuni siti recitano quindici ) sono i casi analoghi però caduti in prescrizione. Cinque sarebbero le persone offese, tra cui un ragazzino che allora aveva 12 anni. Le altre vittime (14, 15 e 16) sarebbero state abusate in più occasioni: in oratorio, punto di riferimento di Gioventù studentesca, nello studio del prete e nelle case-vacanza dove i gruppi di giovani si recavano. Ragazzi che frequentavano il sacerdote per i perfezionamenti spirituali. Per l’accusa ci sarebbero stati da parte del prete baci, carezze, abbracci, toccamenti nelle parti intime e masturbazioni. Secondo la procura, don Inzoli avrebbe sfruttato l’autorità che gli derivava dal suo doppio ruolo di rettore del liceo linguistico Shakespeare di Crema e di parroco, della chiesa della Santissima Trinità.
Il sacerdote godeva di una indiscussa considerazione tanto è vero che le sue vittime raccontano di una profonda sudditanza psicologica che non ha fatto scattare in loro subito la denuncia.
Un ragazzo coinvolto racconta:
Per i miei genitori don Inzoli era una specie di idolo meritevole di venerazione
L’inchiesta nasce da un esposto presentato da Franco Bordo, parlamentare cremasco di Sinistra Ecologia Libertà, e da una denuncia del presidente di un istituto religioso. L’inchiesta parte seppur il Vaticano abbia sempre negato la rogatoria chiesta dalla Procura per conoscere gli atti inerenti agli abusi dei minori, accertati da loro stessi.
Nel 2012 infatti, il Vaticano con l’allora Pontefice Ratzinger, si era espresso contro don Inzoli riducendolo allo stato laicale. Tuttavia la Congregazione della Dottrina della Fede ha trasmesso successivamente al vescovo di Crema il decreto che infliggeva a don Inzoli una “pena medicinale perpetua”. Cioè in pratica viene ritenuto responsabile, ma con la possibilità di mantenere lo status di sacerdote.
Riportiamo di seguito il comunicato ufficiale, stavolta sotto il ponteficato di Papa Francesco, che esprime le restrizioni che deve seguire don Inzoli:
In data 12 Giugno 2014 è giunto al Vescovo di Crema, Mons. Oscar Cantoni, da parte della Congregazione per la Dottrina della Fede, il Decreto recante le disposizioni del Santo Padre a conclusione del caso del Rev. Mauro Inzoli, che diventano vincolanti a partire dal giorno di notifica del Decreto all’interessato (25 giugno 2014).
Tale Decreto recepisce quanto Papa Francesco, accogliendo il ricorso di don Mauro, ha stabilito.
In considerazione della gravità dei comportamenti e del conseguente scandalo, provocato da abusi su minori, don Inzoli è invitato a una vita di preghiera e di umile riservatezza, come segni di conversione e di penitenza.
Gli è inoltre prescritto di sottostare ad alcune restrizioni, la cui inosservanza comporterà la dimissione dallo stato clericale. Don Mauro non potrà celebrare e concelebrare in pubblico l’Eucaristia e gli altri Sacramenti, né predicare, ma solo celebrare l’Eucaristia privatamente. Non potrà svolgere accompagnamento spirituale nei confronti dei minori o altre attività pastorali, ricreative o culturali che li coinvolgano. Non potrà assumere ruoli di responsabilità e operare in enti a scopo educativo. Non potrà dimorare nella Diocesi di Crema, entrarvi e svolgere in essa qualsiasi atto ministeriale. Dovrà inoltre intraprendere, per almeno cinque anni, un’adeguata psicoterapia.
A gennaio di questo anno inoltre, quando il procedimento giudiziario era ancora in corso, ha destato molto scalpore e non poche critiche la presenza di don Inzoli ad un convegno sulla “famiglia tradizionale” organizzato dalla regione Lombardia.
Nella foto che vi mostriamo si nota il sacerdote nella fila dietro l’onorevole Maroni e l’onorevole Formigoni.
Il processo per “don Mercedes”, si svolgerà come già detto con rito abbreviato, come deciso in udienza, e come aveva chiesto la difesa di Inzoli che puntava a tenere fuori dal processo le parti civili. L’accordo sul risarcimento tra accusa e difesa è stato raggiunto davanti al gup Letizia Platè, e don Inzoli, 66 anni, tornerà in aula il prossimo 29 giugno.
Seguiremo con attenzione il procedere degli esiti giudiziari a carico di Mauro Inzoli.
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