Il Garante contro Meta: limitazione di trattamento su Facebook
Il Garante contro Meta: limitazione di trattamento su Facebook. Ci risiamo, questa volta un provvedimento echeggia sia i guai di “Cambridge Analitica” che la recente saga di ChatGPT, anche questa basata su iniziativa del Garante.
Questa volta nel mirino ci sono i prodotti di Meta, ovvero Facebook e Instagram.
Il Garante contro Meta: limitazione di trattamento su Facebook
Il provvedimento fa riferimento alla funzionalità “EDI”, “Election Day Information” nata per promuovere il voto consapevole.
La vicenda si trascina da settembre: l’accusa è che dietro lo scopo “filantropico” di contattare gli utenti maggiorenni per mezzo di sistemi automatici per promuovere domande e informazioni sulla consapevolezza al voto ci sia stata una vera e propria raccolta di dati.
Cosa che echeggia lo scandalo “Cambridge Analytica”, in cui una società fu accusata di raccogliere grandi quantità di dati per profilare gli utenti del social network usando come mezzo lo stesso Facebook.
Dopo un provvedimento di avvertimento arriva il procedimento di limitazione dei dati. Il Garante sostanzialmente non vuole correre rischi..
Il provvedimento, datato 22 Aprile e pubblicato in data odierna sul portale del Garante, comporta la misura della limitazione provvisoria del trattamento dei dati personali dei cittadini italiani effettuato attraverso la funzionalità EDI, con tempo di venti giorni per provvedere sotto rischio di sanzione.
Allora il Garante chiuderà Faceb0ok come ChatGPT?
Ripetete assieme con me: il Garante non ha chiuso ChatGPT. Ha chiesto a OpenAI chiarimenti e OpenAI ha risposto chiudendo tutto per un mese, per poi comunicare di aver risolto le criticità.
Stante che non parliamo, come visto in passato, del primo “rodeo” per Facebook e contati gli elevati interessi in ballo è assai più probabile che, come per il caso TikTok e del paventato blocco per mancanza di controlli sull’età, Meta “si dia una mossa” e risponda compiutamente sulla funzione EDI.
Come visto, non problema secondario.
È comunque ulteriore prova che il Garante non fa “figli e figliastri”, ma fa quello per cui esiste. Sorvegliare la privacy.
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