Chi ha paura dell’identità digitale? Tra SPID e terrori social

di Bufale.net Team |

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Chi ha paura dell’identità digitale? Tra SPID e terrori social Bufale.net

Chi ha paura dell’identità digitale? Questa è la domanda giusta da farsi, dato che il rilancio di una nuova identità digitale coesiva ha portato il rilancio di vecchi timori che conosciamo tutti.

Chi ha paura dell'identità digitale? Tra SPID e terrori social, foto da TikTok

Chi ha paura dell’identità digitale? Tra SPID e terrori social, foto da TikTok

E intendiamo roba tipo il chip sottopelle, il punteggio sociale Cinese e il Green Pass, fenomeni gettati assieme in un calderone senza connessioni che si ipotizza connesso ad un disegno che non c’è.

Basterebbe ad esempio riflettere su una serie di fenomeni.

Chi ha paura dell’identità digitale? Tra SPID e terrori social

L’Identità Digitale Europea, ma anche le sue future declinazioni da noi ancora basate sullo SPID si basa sostanzialmente nel raccogliere dati che il Governo ha già.

Rinunciare all’Identità Digitale Europea per rinunciare che il Governo abbia accesso ai nostri documenti di identità e ai nostri dati da cittadini è esattamente come rinunciare alla carta di credito per “non essere tracciati”.

Obiettivo insensato dato che al primo tentativo di rifiutare lo scontrino o la fattura perché “non voglio che il governo sappia dove spendo i miei soldi” arriverebbero le Fiamme Gialle a chiedervene conto, e giustamente.

Avete in tasca una Carta di Identità rilasciata dal Ministero dell’Interno, una tessera sanitaria rilasciata dal Ministero dell’Economia e Finanze per mezzo delle ASL e con l’inevitabile “aiuto” del Ministero della Sanità.

Siete davvero certi di poter “sparire dai radar” nell’opulento stile dei “freemen on the land” e altre declinazioni semplicemente smettendo di usare un servizio basato su un pool di dati già esistente?

Come abbiamo già detto in passato l’Identità Digitale non si basa sul “dare qualcosa” ai Governi, ma sull’accedere in modo più razionale all’insieme dei dati già presenti su di voi senza doversi barcamenare con diverse “carte” e amministrazioni.

Possiamo quindi evitare i vostri timori

Che legame ha il chip sottopelle con lo SPID?

Assolutamente nessuno.

Qualcuno dovrà spiegarmi perché bisognerebbe poi preferire il chip sottopelle, antico fantasma del complotto che continua a ritornare in vita anno dopo anno, lustro dopo lustro, quando la tendenza non è verso la materializzazione ma la smaterializzazione.

Pensateci: un chip sottopelle andrebbe programmato e cambiato. E siamo in una economia in cui diventa difficile assicurare tessere sanitarie a tutti perché la situazione geopolitica e la crisi dei semiconduttori rende difficoltoso ottenere i materiali per il chip sulla tessera.

Avrebbe senso usare quei materiali per dare “chip sottopelle” quando con un solo accesso a SPID quei dati già presenti in tutte le Amministrazioni sarebbero fruibili e usabili dal cittadino?

Anche per la “comodità individuale” non stiamo a sindacare le ragioni per cui volontariamente uno potrebbe volere un chip sottopelle: ma a questo punto con un centinaio di euro ti compri uno Swatch!Pay e lo usi al posto della Carta di Credito ad esempio, o continui ad usare SPID e app IO per tutto il resto come si è sempre fatto.

Che legame ha il credito sociale con lo SPID e il Green Pass?

Assolutamente nessuno? Da quanti abbiamo lo SPID? Da quanto abbiamo “il credito sociale come in Cina?”

La risposta diventa ovvia: nessuno.

La teoria secondo cui qualsiasi cosa avrebbe portato al Credito Sociale, dalle carte di identità al Green Pass è un vecchio cavallo di battaglia del complottismo

Come dicemmo in un nostro pezzo precedente:

Crediti sociali funzionalmente, tecnicamente e fisicamente diversi dal Green Pass.

Affermare una comunanza di intenti è come dichiarare che siccome il tabaccaio sotto casa deve chiedere il documento a chi sospetta essere minorenne prima di vendergli tabacchi, il passo successivo è che il suddetto tabaccaio possa anche negargli le caramelle se va male a scuola.

Un “non sequitur”, quella fallacia in cui due fenomeni scollegati vengono artificiosamente uniti per rendere uno dei due odioso come l’altro.

Oltretutto

Cosa c’entra poi il Green Pass?

Il Green Pass c’entra così poco che attualmente esiste solo nella mente novax.

I novax ridotti come il soldato Giapponese disperso nella Jungla, unico a non sapere che la guerra è finita e l’Impero Giapponese ha cessato di esistere e, anno dopo anno, si nasconde nelle foglie aspettando un nemico che non arriverà più.

La minaccia del “Green Pass che ci toglierà per sempre i diritti” era così inconsistente che i novax pronti a tutto pur di evitare le minime precauzioni durante una Pandemia, ora che la stessa si avvia decisa alla fase endemica adesso non devono più esibirlo da nessuna parte.

Fortunatamente, la stagione della Pandemia e del Green Pass è ora alle spalle, anche grazie a chi si è vaccinato e chi la minima precauzione di usare le mascherine e evitare di aumentare le condizioni di contagiosità in luoghi affollati le ha prese anche per chi parlava a vuoto di dittatura.

Conclusione

Basta parlare di Identità Digitale per riesumare in vita tutti i fantasmi del complotto già nati con la Tessera Sanitaria, la CIE e il Green Pass.

Non si sono concretati allora, perché dovrebbero ora?

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