Alzheimer a 19 anni, il paziente più giovane: cosa dicono i titoli e cosa dice lo studio
Un caso di Alzheimer a 19 anni, con il paziente più giovane proveniente dalla Cina. Queste le notizie comparse nelle ultime 48 ore su varie testate, nazionali e internazionali, e condivise ad ampio raggio sui social.
Alcune testate hanno interpellato esperti per approfondire sul caso, ma come spesso accade con l’informazione online sono emerse conclusioni affrettate. Nell’articolo che andrete a leggere non verrà messo in discussione lo studio che per primo ha presentato il caso, in alcun modo. L’analisi si concentra sulla modalità con qui alcune testate hanno riportato la notizia, a partire dai titoli.
Paziente con Alzheimer a 19 anni? Cosa dicono i quotidiani
In primo luogo le agenzie e i quotidiani online sottolineano come questo caso sia quello con il paziente più giovane, con la particolarità di nessun precedente nella sua famiglia.
Il problema è insorto quando il ragazzo aveva 17 anni con le prime difficoltà nella concentrazione fino all’anno successivo, quando il paziente ha accusato la perdita di memoria a breve termine.
Questo stato di cose è progressivamente aumentato nel tempo. Agi scrive: “Hanno anche mostrato danni al lobotemporale e livelli elevati di una proteina chiamata tau, entrambi segni distintividell’Alzheimer“. Test più approfonditi, quindi, hanno appurato che la sua memoria era “compromessa in modo significativo”.
Il caso ha messo in dubbio il legame tra l’Alzheimer e l’anzianità. Soprattutto, nei casi in cui la malattia si presenta sotto i 30 anni – scrive Corriere della sera – i pazienti presentano “mutazioni genetiche patologiche (PS1, PS2, APP)“, dunque una sorta di predisposizione alla malattia. Nel 19enne, invece, tali mutazioni non sono presenti.
Secondo le fonti finora riportate, quindi, è accertato che dalla Cina sia stato riscontrato un caso di Alzheimer in un paziente di 19 anni.
Cosa dice lo studio
I quotidiani riportano che lo studio è comparso sul Journal of Alzheimer’s Disease (JAD). Il documento è consultabile online a questo indirizzo.
Al suo interno leggiamo che il test di apprendimento verbale è stato approvato dall’OMS e dall’Università di Los Angeles. Evitando di entrare in dettagli scientifici che non competono Bufale.net, è sufficiente leggere la conclusione dell’abstract:
Considerando quanto sopra, al paziente è stata diagnosticata una probabile AD.
Per AD si intende ovviamente Alzheimer’s Disease, e facciamo notare che gli autori usano la parola “probabile”, omessa invece dalle testate riportate nel paragrafo precedente, tranne in alcuni casi.
Su questa notizia si è pronunciato Alessandro Padovani, direttore della Clinica Neurologica Università di Brescia e presidente eletto della Società italiana di neurologia (Sin). Intervistato dall’agenzia Dire, ha detto:
Siamo in attesa di capirne di più ma credo comunque si tratti di un caso più unico che raro. È sorprendente, inaspettatamente sorprendente, perchè nessuno di noi avrebbe mai pensato di poter avere notizie di un caso di Alzheimer così giovane. La seconda questione che stupisce è che sembra non ci sia familiarità e non ci sia un dato genetico a sostegno di un caso tanto precoce. Da una parte questo è sorprendente ma dall’altra è estremamente interessante, perché vorrebbe voler dire che questa malattia può presentarsi o con una mutazione genetica non nota, ma a distanza di tanti anni di ricerche genetiche questo sarebbe una sorpresa nella sorpresa, oppure c’è qualche altro fattore che ci sfugge e che ha determinato la comparsa di questa condizione.
Come possiamo leggere, la diagnosi del morbo di Alzheimer sul paziente di 19 anni non è ancora confermata.
Conclusioni
Il caso esiste ed esiste il riscontro ufficiale; piuttosto, la diagnosi non è confermata e gli stessi autori della pubblicazione usano la formula dubitativa, non sempre presente negli organi di stampa che hanno riportato la notizia.
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