I Depeche Mode a Sanremo 2023 e il resto scompare
Arrivano i Depeche Mode a Sanremo 2023 e trovi l’ispirazione per un editoriale. Amico lettore, questo articolo è un atto d’amore verso questa band che oggi sbarca al Teatro dell’Ariston e si riprende il mondo, risorgendo dalle ceneri come una fenice a nove code dopo la tragica morte di Andy Fletcher.
Il 2023 è l’anno del nuovo singolo Ghosts Again, del nuovo album Memento Mori e del tour che li porterà in Italia. La finalissima del Festival di Sanremo diventa la loro vetrina per promuovere il disco, divorare quella fetta di audience che poco prima era dedicata alla gara e portare a casa un applauso scrosciante.
Amadeus, quasi in un atto di prostrazione, attende l’arrivo di Martin Gore, Dave Gahan e tutto il plotone di esecuzione dalla galleria per non invadere lo spazio sacro. Le note di Ghosts Again ci sbattono dritti dentro i primi anni ’80, quando i Depeche Mode erano ancora degli sbarbi squattrinati con sintetizzatori presi dal rigattiere.
Nel 2023, sentire certi suoni e addirittura sentirseli arrivare dal Festival di Sanremo degli autotune (ok boomer, me lo dico da solo), delle false liti nel backstage e i dissing tra ospiti e artisti, ti dà un motivo in più per mettere un attimo da parte tutto e alzare il volume.
I Depeche Mode sono l’amico che ti viene a soccorrere quando lo chiami perché sei finito fuori strada, sono il “finalmente oggi niente monologhi”, perché in questi tempi di polarizzazione social devi per forza prendere una posizione e, qualunque essa sia, essere tacciato di invidia. E va bene così, pensi a quanto il Festival di Sanremo abbia creato nuovi mostri schiumanti sui social e parte il riff di Personal Jesus.
Il pubblico si alza in piedi, batte le mani a tempo, Dave Gahan danza come uno sciamano impazzito e non sbaglia una nota. L’esibizione diventa quasi un rituale, con un brano che parla di quanto si possa diventare il “Gesù personale” di qualcuno in una fascia oraria in cui tutto può essere travisato e inteso come satanico, blasfemo.
Non mancheranno i commenti negativi che accosteranno la band di Enjoy The Silence al Diavolo, che confermeranno il “declino del Festival nazional popolare” gnegnato sui social dopo il plug anale di Rosa Chemical, dopo la Paola Egonu che dice “Amo l’Italia” dopo aver parlato di razzismo. Ora i Depeche Mode cantano Personal Jesus e per qualcuno diventano i capelloni drogati degli anni ’60, i contagiosi omosessuali da riconvertire.
Eppure Dave Gahan ha già sconfitto la morte una volta, e insieme a Martin Gore lo ha fatto una seconda volta: quando Andy Fletcher ha lasciato la Terra e ci ha lasciati con la paura di restare orfani per sempre, proprio come loro. Andy manca, ma i Depeche Mode sono ancora con noi e lo hanno dimostrato all’Ariston.
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