A un anno di distanza, i novax incolpano gli “eventiavversi” per un bimbo prematuro
A un anno di distanza, i novax incolpano gli “eventiavversi” per un bimbo prematuro. Questa l’ordinaria storia di inversione dell’onere della prova assoluta che vige su Twitter.
Dove gli hashtag impazzano, i novax si diffondono e il loro concetto di onere della prova tende a latitare.
La storia? Esattamente un anno fa un bimbo prematuro subiva un attacco ischemico che gli lasciava un danno cerebrale e la perdita del braccio sinistro in dote.
Un inizio di vita decisamente doloroso e avventuroso, dal quale il piccolo è sopravvissuto contro ogni prognosi festeggiando il suo primo compleanno.
Una bella notizia penserete, vero?
Purtroppo la storia del bambino, un anno dopo, è finita nelle mani dei “cacciatori di eventi avversi”. Quella particolare branca del complottismo novax che prevede andare in caccia incessante di ogni morte, sinistro, incidente, malattia e incolpare il vaccino.
“Così, di botto, senza senso”.
Contrariamente a quello che la logica, la scienza e gli eventi suggeriscono.
A un anno di distanza, i novax incolpano gli “eventiavversi” per un bimbo prematuro
Sappiamo che il bambino si è fortunatamente ripreso. Sappiamo che in tutta la sua storia non c’è alcuna correlazione con alcun presunto evento vaccinale.
Basta però supporre.
“Perché non dicono se si è vaccinato?” diventa di tweet in tweer “bambino vittima del vaccino”.
Come se bastasse chiedere a qualcuno se è un criminale per poi, in assenza di risposta accusarlo pubblicamente di reati che non ha mai commesso.
Quindi, non basta mica dire “E se fosse stato vaccinato”?
Prima di urlare agli “eventi avversi” bisogna dimostrare gli eventi avversi.
E al momento non solo in tutta la storia non si riscontrano tracce di eventi da vaccino, ma i dati statistici sulla vaccinazione stessa derubricano il presunto nesso eziologico a “estremamente improbabile”.
Sarebbe meglio augurare al piccolo una vita lunga e felice, e senza strumentalizzazioni.
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