Igor Volobuev, ex manager Gazprom denuncia le fake news del Cremlino
Igor Volobuev, ex manager Gazprom ha fatto parlare moltissimo di sè in questi tempestosi giorni di guerra.
Lo ha fatto fuggendo in Ucraina il due marzo, per unirsi alle forze di Kiev. Lo ha fatto denunciandouna mano occulta nei suicidi dei dirigenti Gazprom.
Lo ha fatto accusando platealmente il Cremlino, e anche il popolo russo, delle atrocità compiute nel conflitto, dal massacro di Bucha alle denunce di stupro punitivo e torture, esprimendo condanna e vergogna per le azioni di ogni singolo soldato coinvolto.
E lo ha fatto, nuovamente, denunciando la presenza di un attivo indotto della bufala facente capo al Cremlino.
Naturalmente, non possiamo che prendere le sue affermazioni cum grano salis, limitandoci a riportarle.
Premessa: piccolo elenco di fake censite ad oggi
Certo è che la presenza di una “fabbrica del falso” spiegherebbe fenomeni che ci hanno lasciato ampiamente perplessi in passato. Come il piccolo drappello di falsi giornalisti e debunker pro-Cremlino, volti creati al computer con storie personali a metà tra la commedia di Sandra Bullock e le Cinquanta Sfumature di Grigio.
O le storie sempre più parossistiche e stralunate di improbabili terroristi nazigay, semiti innamorati di Hitler pronti ad attentare ai giornalisti Russi e spargere la sodomia tra i virgulti post-Sovietici con copie di The Sims.
Seguite da eserciti “Universal Soldiers”, i “Nuovi Eroi” dei film di Van Damme, soldati resi invincibili dalla scienza dei biolaboratori NATO e dalla droga, esaltati nazigay dai muscoli possenti che con gli occhi folli inseguono i carri armati facendone scempio con le nude mani.
O improbabili storie di magia nera, con esperti pronti a giurare di aver riconosciuto “i rituali satanici come quelli di Hollywood” per evocare armi più potenti e seminare il caos.
Un fortissimo influsso di fake news abbiamo avuto di vederlo anche noi, spesso con legami evidenti con le fake news di stampo novax.
Ma la denuncia di Igor Volobuev sembrebbe andare oltre.
Così parlò Igor Volobuev
La denuncia di Igor Volobuev parla di un intero indotto, facente capo allo staff del Cremlino ed alla propaganda.
Una propaganda almeno inizialmente meno parossistica, più utilitaria: ad esempio le richieste all’ufficio stampa di descrivere i gasdotti ucraini come dei rottami privi di manutenzione e il governo di Kiev come per niente intenzionato a porvi rimedio.
Strumento questo ritenuto necessario per tagliare fuori Kiev dall’indotto del gas, toglierle lo status di paese di transito e accentrare il controllo economico di Mosca.
Volobuev aggiunge il sospetto di pesanti investimenti delle intelligence per diffondere notizie favorevoli al Cremlino, e di una popolazione moscovita subissata di fake news per cui le atrocità della guerra sarebbero, paradossalmente, autoinflitte dagli ucraini agli ucraini per motivi sconosciuti.
Aggiunge inoltre che le sanzioni, a suo dire, potrebbero raggiungere lo scopo: spingendo gli oligarchi, sempre più soli e colpiti nelle loro ricchezze, a discostarsi da Putin.
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