Bombardamenti a Mariupol colpiscono ospedale pediatrico: il volto atroce della guerra
I bombardamenti a Mariupol non hanno risparmiato vittime civili. In questa guerra dove in Russia per legge è vietato parlare di guerra, ogni limite sembra essere saltato.
Se per la Convenzione di Ginevra civili, giornalisti ed obiettivi tesi a colpire i civili per intimidire il nemico sono vietati, in pochi giorni di guerra abbiamo visto come alle “operazioni speciali” non si applica niente di tutto questo.
Abbiamo visto giornalisti feriti da veri e propri attacchi militari. Corridoi umanitari trasformati in beffe che conducono i civili in fuga delle bombe russe in territorio russo e bielorusso. Centrali elettriche catturate con l’evidente obiettivo di lasciare i civili alla mercé delle fredde notti sovietiche.
E, tanto per non farci mancare niente in questa “operazione speciale di denazificazione”, termine che confina con la neolingua Orwelliana, è stato “denazificato” un ospedale pediatrico col suo carico di vite inevitabilmente in pericolo.
Nella stessa Mariupol descritta come centro di uno scenario apocalittico dalla Croce Rossa Internazionale.
Città dove gli effetti delle bombe, della carenza di acqua e riscaldamenti, denuncia lo stesso Zelensky, hanno portato ad avere il primo bambino morto di fame e sete in un conflitto senza precedenti.
La tragedia e la perdita di vite umane continua, e paradossalmente diventa diplomaticamente impossibile dichiarare l’Ucraina una “no fly zone” per fermare almeno la distruzione dall’alto.
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