Non esiste uno studio che dimostra che la tachipirina è letale col COVID: come leggere una “lettera all’editore”
Ci segnalano i nostri contatti varie condivisioni per cui la tachipirina è letale col COVID. In realtà la notizia è quantomeno inesatta, e la sua diffusione ha avuto l’effetto collaterale di riesumare la fake news della “tachipirina e vigile attesa”. Trattasi quantomeno di disinformazione, se non di fake news.
Ma in realtà non è così, e nasce tutto, come denunciato da Nino Cartabellotta, Fondazione Gimbe, da una pessima rilettura del testo.
Il trattamento con paracetamolo a domicilio aumenta rischio ospedalizzazione per polmonite e mortalità in pazienti #Covid_19?
FALSO. Non è uno studio clinico, ma una lettera all’editore che fa ipotesi speculative da dimostrare#tachipirina https://t.co/UKQuWydvwd pic.twitter.com/Xo0Ylf4xBV— Nino Cartabellotta (@Cartabellotta) October 2, 2021
Parliamo infatti non di uno studio clinico, ma di una lettera all’editore, rivolta alla redazione del Journal of Medical Virology.
Non esiste uno studio che dimostra che la tachipirina è letale col COVID: come leggere una “lettera all’editore”
Sarebbe bastato leggere il testo per intero anziché titolare e ricamare basandosi sul titolo e parti del testo.
La parte essenziale arriva alla fine, dove compare un
“Questo non è un paper di ricerca. I lettori potranno contattare gli autori per i dati”
Sostanzialmente siamo di fronte ad un testo che giustamente formula delle ipotesi e raccomanda che ci siano studi al riguardo.
La logica è sostanzialmente quella che abbiamo visto per la saga delle segnalazioni al VAERS: i novax sono lesti a dichiarare di non volere il vaccino perché “Siero sperimentale” (altra bufala nota), ma davanti ad una lettera aperta che invita a valutare la presenza di qualcosa mediante uno studio, saltano immediatamente tutti i gradi del metodo scientifico trasformando ipotesi embrionali in fatti.
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