“In verandina a guardare i corvi”, fake attribuito a Speranza
“In verandina a guardare i corvi” è il presunto, nonché fake estratto dal libro di Speranza che sta di nuovo vagando per la Rete.
Del libro “Perché guariremo” ne abbiamo già parlato.
Come anche del fatto che la sua meteorica presenza sugli scaffali l’abbia lanciato nell’Olimpo dei beni venduti a prezzi da merce di lusso su eBay, assieme alle scarpe Lidl e al gadget del momento in edizione limitata.
Proprio il fatto che non tutti hanno in tasca settecento euro per comprare una copia ritirata dal commercio (e probabilmente se li avevano li hanno spesi in scarpe Lidl e carte dei Pokémon: il resto lo hanno sperperato) rende possibile attribuire al misterioso libro ogni sorta di citazione.
Se potessimo sommare tutte le pagine aggiunte ad esso il “libro di Speranza” diventerebbe più grande di “Guerra e Pace” di Tolstoj e “Alla Ricerca del Tempo Perduto” di Proust messi assieme e più frammentato dell’Ulisse di James Joyce.
“In verandina a guardare i corvi”, fake attribuito a Speranza
Fortunatamente i colleghi di Facta sono riusciti a procurarsi una copia di “Perché guariremo” (speriamo senza aver ceduto al bagarinaggio) senza invenire in esso alcuna copia del bizzarro capitolo segreto.
Capitolo in cui il bambino Roberto (omonimia che ha probabilmente incitato la falsa attribuzione) viene descritto tentare goffi approcci sentimentali in una famiglia disagiata.
“Da piccolo ero molto birichino, sembravo vivo, anche se ora non sembra – e neanche allora in verità.
Mentre mia madre cucinava, spesso, di nascosto le rubavo l’aglio crudo e me lo mangiavo, quindi poi stavo male. Ragion per cui ella, corpulenta, bassa, tarchiata, mi prendeva di peso, mi dava diversi ceffoni e mi chiudeva in verandina per ore.
Dalla finestra, che aveva sbarre arrugginite, non sapendo che fare, guardavo fuori e mi rilassavo a contare i corvi sul filo della luce che collegava due pali di legno. Erano bellissimi e gioiosi.
Un giorno di ritorno da scuola, seduto accanto a una bella ragazza tentai un approccio. Mi piaceva moltissimo, quindi l’invitai a casa, dicendole: «ciao, mi chiamo Roberto.
Ti va più tardi di venire a casa mia a bere un tè, ti posso pure offrire una ciambella fatta da mia nonna? Se vuoi possiamo anche andare in verandina a guardare i corvi, ci chiudiamo dentro, li osserviamo, li ascoltiamo cantare. Hanno una bella voce e un bel colore. Li osservo da anni».
E quella mi rispose: «ma tu sì scemo assaie».
Da quel giorno non la vidi più. Forse era strana, o non le piacevano i corvi, ma le avrei potuto mostrare, volendo, i gechi che tenevo in una scatola. Forse sbagliai animali”.
Come evidenziato da Facta, il presunto testo non corrisponde neppure tipograficamente al libro di Speranza, essendo stampato in un formato e carattere radicalmente diversi.
Possiamo quindi escludere la presenza di quelle pagine nel libro.
E anticipiamo, probabilmente in questi giorni ne vedremo ancora di più strane.
Ma se ci spedite il capitolo in cui Speranza, Koji Kabuto e Tetsuya partono col Grande Mazinga, Mazinga Z e Mazinkaiser a sconfiggere i mostri di Vega, o quello in cui Speranza sconfigge l’opposizione col potere dello Sharingan Ipnotico, noi non vi rispondiamo.
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