La trombosi venosa cerebrale e vaccino AstraZeneca sospeso in Germania: serve un chiarimento
La vera ragione che ha portato alla sospensione del vaccino AstraZeneca in Germania risiede in un aumento dei casi di trombosi venosa cerebrale. Questa la notizia con cui possiamo chiudere un lunedì non propriamente felice per chi aveva fatto affidamento verso questo prodotto per contrastare il Covid. Soprattutto in riferimento a chi è ancora in attesa della seconda dose qui in Italia. Una vicenda che chiude il cerchio rispetto al comunicato AIFA di cui vi abbiamo parlato questo pomeriggio, ma che allo stesso tempo richiede alcune importanti precisazioni.
Dalla trombosi venosa cerebrale al vaccino AstraZeneca sospeso in Germania
Quali sono i chiarimenti fondamentali che ci portano dritti dai casi di trombosi venosa cerebrale alla notizia del vaccino AstraZeneca sospeso sia in Germania, sia in Italia? Come riportano fonti ufficiali, direttamente dal sito del cosiddetto Istituto Paul Ehrlich (Pei), tutto nasce dal fatto che gli studi avrebbero rilevato un “notevole accumulo di una forma speciale di trombosi.
Stiamo parlando, appunto, di trombosi venosa cerebrale. Una versione molto rara che si riferisce alla trombosi della vena sinusale. Si verifica in presenza di una carenza di piastrine (trombocitopenia), il che avrebbe dato vita a sanguinamento temporale, in seguito alla somministrazione di vaccino AstraZeneca. Tuttavia, ci sono diversi aspetti che gli addetti ai lavori non hanno preso in esame a proposito del comunicato che ha spiegato la sospensione temporale delle somministrazioni.
Il riferimento qui cade sui “seri eventi trombotici” registrati in Germania che, tuttavia, ad oggi non solo sufficienti da motivare un eventuale blocco della somministrazione del vaccino AstraZeneca. Questo, almeno fino a quando non avremo una valutazione completa dell’Ema. Un dettaglio cruciale, per chi si è allarmato a proposito degli eventi di trombosi venosa cerebrale, in relazione alla vaccinazione. Si attendono ulteriori aggiornamenti entro la giornata di giovedì per quanto concerne l’EMA. Per ora, andiamoci piano con le sentenze.
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