Il pericoloso vaccino fai-da-te che piace ai complottisti
Se c’è una cosa che questo dannato virus ci ha mostrato, oltre alla tragedia e ai problemi che ha causato, è di averci fatto capire quanta mala informazione corre attraverso il web. E non solo. Purtroppo non è difficile imbattersi in chi nega la pandemia, considerandola una subdola manovra governativa per «far collassare l’economia mondiale». E sono sempre le stesse persone che su molti gruppi negazionisti pubblicano post assurdi, privi di qualsiasi validità scientifica, dimostrandoci come sia facile diffondere una catena di Sant’Antonio basata su inesattezze, spesso nate in malafede.
Ma sui social tutto è concesso. Da chi nega le morti del virus, affermando che sui letti degli ospedali ci sono dei manichini, a chi addirittura chiede gli indirizzi delle vittime e dei loro cari, per dimostrare che è tutta una farsa. Il variegato mondo di chi nega la pandemia, tuttavia, è vasto. Oltre a chi non crede nella letalità del virus c’è anche chi afferma che i vaccini anti-Covid siano un “acceleratore” per infettarci tutti.
Non solo. C’è anche chi sostiene che il vaccino non serva a nulla, se non arricchire Bigpharma grazie a un popolo ignorante e poco attento alle sofisticate manovre dei poteri forti. Altri invece sono convinti che serva per iniettarci microchip, azionabili con il 5G, mentre altri ancora credono di poter produrre loro stessi un vaccino. A queste affermazioni farneticanti non è semplice rispondere con pacatezza: dopotutto alcuni hanno perso dei familiari, altri degli amici, altri ancora dei colleghi di lavoro o di calcetto.
Trovare le parole adatte per non mandare a ‘quel paese’ qualche negazionista è difficile. Tuttavia c’è chi ci riesce, rispondendo a chi non crede nel virus, con un secco: «Non vaccinarti! Però poi non richiedere cure ospedaliere». Le risposte di chi “non crede” sono quasi sempre le stesse: meccanicamente predeterminate come le bustine dello zucchero dei bar. In alcuni casi però c’è chi si è evoluto — come in questo post — e così ha pensato bene di stilare una lista personalissima, con tanto di prezzi per singolo prodotto, visita compresa, di questo ipotetico vaccino fai-da-te.
Ma chi ha creato il post non ha ha la minima idea di come si crei un vaccino e di tutto lo sforzo che ne richiede. La cosa che però fa riflettere è come certe persone semplifichino la scienza, senza nemmeno avere la minima idea di come un vaccino venga prodotto, testato, ma soprattutto in quali percentuali i vari composti vengono mischiati tra di loro.
A questo punto vediamo nello specifico perché questo post non solo fornisce una cattiva informazione, diventando potenzialmente pericoloso, con il rischio che qualcuno produca questo assurdo antidoto in casa.
Innanzitutto l’antibiotico a cui l’autore del post fa riferimento nella sua lista è l’azitromicina, conosciuto con il nome di Zitromax. Questo però viene prescritto solo nei pazienti ad alto rischio di sovrainfezione.
La seconda ad essere citata è la famigerata idrossiclorochina, ovvero il Plaquenil — il farmaco dei complottisti — già sospeso dall’AIFA nel periodo estivo per inefficacia. Adesso però l’Agenzia Italiana del Farmaco sembra aver adottato una linea più morbida, lasciando la responsabilità di somministrarla al curante. Malgrado questo, gli studi fatti sino ad ora non dimostrano alcun beneficio.
Passiamo all’eparina. Sicuramente l’autore non sa che per comodità di somministrazione si fanno le ebpm, cioè quelle a basso peso molecolare. Anche questa ha un nome, ed è il Clexane. Va però detto che non è un farmaco antivirale, bensì viene somministrata poiché in molti casi di Covid c’è una forte tendenza all’embolia polmonare, solitamente non massiva, per cui la si usa per sciogliere gli emboli.
Anche per il cortisone si generalizza, dal momento che esistono migliaia di formulazioni e di tipi. Oltretutto non è per nulla indicato nella fase iniziale di Covid poiché allunga la riproduzione del virus. L’autore di questa «lista della spesa» dei farmaci dovrebbe saperlo. Il cortisone, invece, è fortemente indicato dopo 5 o 6 giorni di patologia. Però dà grossi problemi in pazienti diabetici o ipertesi, ad esempio. Solitamente si prescrive il Desametasone o il Prednisone.
Arriviamo al Cebion. Solo questo ridicolizza l’intero post, visto che è un integratore di vitamina C e francamente non serve a nulla. Ovvero: stiamo parlando di caramelline al limone.
Infine terminiamo con lo specialista. Vorremo chiedere a chi ha stilato il post che cosa vorrebbe dire con “specialista”. Un pneumologo? Un infettivologo o un virologo? Innanzitutto bisogna relazionarsi con il medico curante, quindi non specialista. Magari “lo specialista”, che ricorda molto «ammiocuggino», può esserti amico e non farti spendere nulla, ma può essere un luminare che si fa pagare 2.000 euro solo per guardarti.
Purtroppo questo è solo uno delle migliaia di post che ogni mese infettano i social, fornendo informazioni false. Sarebbe bello se ogni tanto qualcuno facesse il proprio lavoro, rispettando quello degli altri; in questo caso i medici. Facebook però ci ha messi tutti sullo stesso piano, facendo sì che alcune persone prive delle più basilari conoscenze scientifiche discutano con esimi professori, criticando addirittura il loro operato.
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