Perché trasportano i vaccini col camioncino x trasporto gelati (sic!) anziché usare gli aerei? – Una valida spiegazione

di Bufale.net Team |

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Perché trasportano i vaccini col camioncino x trasporto gelati (sic!) anziché usare gli aerei? – Una valida spiegazione Bufale.net

Ci segnalano i nostri contatti una condivisione basata su una domanda legittima, per quanto malposta, la cui risposta però è sbagliata.

E la domanda è Perché trasportano i vaccini col camioncino x trasporto gelati (sic!) anziché usare gli aerei?

E fin qui, domandare è sempre lecito, rispondere è un’utile cortesia che, ove la domanda sia posta in modo cortese, aiuta tutti a crescere.

Ma se la domanda si presenta sotto le forme di

COSA VOGLIONO FARCI CREDERE ? Un camioncino x trasporto gelati che percorre in decine di ore migliaia di km con scorte infinite quando lo stesso trasporto poteva essere effettuato con un’ora di aereo !! COSA BOLLE IN PENTOLA ?

Con la pesante insinuazione che qualcosa bolle in pentola, assistita come unica prova dalla foto tratta da un articolo sulla consegna dei primi campioni vaccinali nel Lazio, non ci resta che lasciare la risposta a Guzzanti.

E poi motivare l’errore, correggendolo con ferma cortesia.

Perché trasportano i vaccini col camioncino x trasporto gelati (sic!) anziché usare gli aerei? – Una valida spiegazione

In realtà basterebbe basarsi sui dati, chiari e diffusi dalla stampa, ad esempio AGI.

Sappiamo che i lotti partono, via terra, dal Belgio, e proseguono per un itinerario diffuso alla stampa a grandi linee, ma non nel dettaglio.

Nel mezzo infatti ci sono ogni genere di rischio, dal danneggiamento del prezioso siero fino al furto o l’attacco hacker per ottenere i dati dei GPS degli veicoli e pianificare il “colpo grosso”

Ovviamente

Ovviamente

GPS che peraltro non segnalano solo la posizione ma, collegati ad appositi sensori possono segnalare anche anomalie nella catena del freddo e permettere di bloccare il trasporto, sistemare e ripartire prima di distruggere intere scatole di vaccino.

Il che ci porta al secondo punto dell’esposizione

Non stiamo parlando di “camioncino x trasporto gelati (sic!)”

Stiamo parlando di mezzi sofisticatissimi, attrezzati con tutti i crismi del caso e di provenienza militare.

In USA abbiamo visto come le compagne aeree e di trasposto sono state allertate con anticipo, ed era previsto che anche da noi Pfizer si occupasse del trasporto.

Ma è successo qualcosa, che il Fatto Quotidiano riassume così

Stando a quanto risulta al Fatto.it, quindi, si tratta di una questione logistica, dettata dai tempi e anche dalle difficoltà di Pfizer nel consegnare le prime dosi a tutti i Paesi Ue nei luoghi indicati da ciascun governo. Esclusa l’ipotesi che possa aver influito l’allarme dell’Interpol sul rischio di attacchi alle spedizioni dei vaccini anti-Covid.

A chiarire che l’esercito verrà coinvolto solo “relativamente a questa attività” del Vaccine day con Pfizer e non oltre è pure lo Stato maggiore della Difesa. “Le Forze armate forniranno il contributo richiesto, prelevando le dosi dei vaccini per distribuirle in tutte le altre Regioni e consentire all’intero Paese di partecipare al Vaccine day europeo del 27 dicembre”, si legge in una nota. Per l’operazione verranno impiegate decine di autocarri militari, gli stessi modelli visti per le strade di Bergamo nei momenti più difficili dell’emergenza Covid in Italia. I camion saranno mobilitati a partire dal 24 dicembre e verranno utilizzati soprattutto per trasferire il vaccino nei 21 siti dislocati nelle Regioni e province autonome. A partire dal 4 gennaio, invece, come ha anticipato a Il Fatto Quotidiano il presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Locatelli, inizierà la campagna di vaccinazione vera e propria e spetterà a Pfizer-Biontech la distribuzione delle dosi nei 300 punti di somministrazione sparsi per tutta Italia, in modo tale da garantire la catena del “super freddo” grazie alle tecnologie di cui dispone. I militari, stando a quanto prevede il Piano di Arcuri, torneranno in gioco solo con gli altri vaccini, come quello di Moderna e AstraZeneca, che verranno stoccati nell’aeroporto militare di Pratica di Mare.

Abbiamo dunque una prima fase, in cui data l’esiguità delle prime dosi, lo stato emergenziale e il rischio conclamato di furti e vandalismo legati al mercato nero, ma anche al mondo del complottismo antivaccinista militante, le cui “manifestazioni” possono sovente degenerare, la palla passa ai camion militari attrezzati.

In una seconda fase interverranno effettivamente gli aerei, dall’Hub di Pratica di Mare.

Del resto, abbiamo già visto in passato i negazionisti COVID ardere intere antenne del 5G per dar seguito alle bizzarre teorie del Complotto da QAnon in giù.

Il rischio sarebbe per quanto al momento solo potenziale, elevatissimo. E non possiamo permetterci di perdere una sola dose.

Ma gli aerei?

Organizzare un trasporto aereo non è cosa facile.

In America, dove abbiamo visto in anteprima la macchina vaccinale, per tamponare l’impossibilità tecnica di avere in tempi brevissimi refrigeranti a meno di 80 gradi si è dovuto ricorrere alle particolari scatole di consegna create da Pfizer e introdurre una lunghissima serie di deroghe alle norme che disciplinano il trasporto “speciale” sugli aerei, aumentando i limiti per il trasporto di ghiaccio secco e ulteriori apparati.

Un aereo frigo di tale portata semplicemente non esiste.

Se esistesse, il trasporto iniziale dal Belgio all’Italia soggiace comunque alle regole IATA ed ADR: il che comporta che, almeno in questa prima fase il mezzo più rapido e sicuro per consegnare le prime dosi passa dal trasporto su gomma vegliato dall’esercito.

Gli aerei entreranno in scena nella fase successiva

Fonte: AGI

Fonte: AGI

Con l’HUB di Pratica di Mare che entrerà in funzione solo quando ci sarà la disponibilità dei vaccini prodotti dalle altre aziende farmaceutiche.

Arrivando così, si spera, al previsto obiettivo di mettere in sicurezza almeno i soggetti a rischio, se non raggiungere l’immunità di gregge, durante l’estate 2021.

Del resto, introdurre le complicazioni necessarie di un trasporto aereo (dalle operazioni di carico/scarico ai rischi meccanici di movimentazione, dalla valutazione delle deroghe del caso fino allo stoccaggio delle particolari confezioni refrigerate) è un’operazione che soggiace alle banali economie di scala.

Conviene, sia come costi che come tempi che come logistica se vi sono grandi quantità di vaccino da consegnare in un tempo limitato.

Con un V-Day previsto a livello Europeo il 27 Dicembre con un quantitativo simbolico e tutta la settimana precedente per organizzarsi, ecco che diventa più conveniente il trasporto su gomma.

Le fasi successive: l’Operazione EOS

La vera sfida non è infatti cominciata oggi: oggi abbiamo solo schierato una forza di dimostrazione.

Il Piano Vaccinale Italia partirà da Gennaio in gran pompa, e non è casuale la scelta di Pratica di Mare.

Hub che contiene sia i Boeing CK767, che diventeranno convenienti e pratici da usare quando misureremo le dosi del vaccino non più nell’ordine delle migliaia, ma delle decine e centinaia di migliaia, che la presenza di personale militare addestrato pronto a fermare sul nascere problemi legati da incidenti logistici, tentativi di furto o la presenza di facinorosi.

«La chiameremo Eos – annuncia il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, facendo riferimento al nome della dea greca dell’aurora – le Forze Armate, facendo tesoro dell’esperienza e competenze logistiche acquisite in questi anni di impegno nelle varie missioni nei diversi teatri internazionali, sono pronte, con uomini e mezzi, a dare il loro contributo». L’enorme hub intermodale sarà il luogo conservazione «ai massimi livelli di sicurezza per gli stock», ma anche uno snodo per le destinazioni di milioni di fiale da distribuire. Dagli hangar della base partiranno i mezzi dell’Esercito per portare le fiale nei cosiddetti “sub-hub” regionali, come – nel caso della Toscana – lo stabilimento chimico farmaceutico della Difesa a Firenze. Un terzo percorso è poi previsto lungo le arterie dei territori per raggiungere tutti i 1.500 punti di somministrazione sparsi per il Paese: dagli ospedali alle Rsa, fino ai drive-through della Difesa – gli stessi ancora oggi utilizzati per i tamponi – con il supporto di farmacie, pediatri e medici di base a primavera.

Useremo aerei, useremo camion militari, useremo vettori civili (Pfizer tornerà in scena per consegnare personalmente le dosi presso 300 punti vaccinali che sono stati condivisi con le Regioni e le Province autonome).

E non siamo i soli: anche in Germania le prime dosi sono state custodite dall’esercito per evitare problemi.

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