Il Talidomide paragonato al vaccino (ancora inesistente) contro il Covid-19: l’ostentazione del non sapere
I nostri lettori ci segnalano un post a rischio viralità – sì, quando si tratta di post disinformativi dobbiamo parlare di “rischio infodemia” – che rispolvera il caso del Talidomide. L’intento è quello di parlare di farmaci creati in fretta – questi i termini usati nel post – solamente per far guadagnare le lobby farmaceutiche. Il taglio del testo è sensazionalistico, ma dobbiamo riconoscere che almeno in questo caso l’autore del post si è disturbato (pochissimo, ma lo ha fatto) ad indicare almeno una fonte. La storia del Talidomide è molto complessa, e se vogliamo rifare il punto sul vaccino contro il Covid-19 dobbiamo ripassare da questo nostro articolo pubblicato ieri, 28 novembre 2020.
Evidentemente qualcuno soffre di memoria corta ma noi siamo qui a ricordare a tutti cosa è già successo in passato per scelte dovute all’eccessiva fretta di creare farmaci con l’unico scopo di far guadagnare le lobby farmaceutiche.
La TALIDOMIDE fu un farmaco approvato in fretta e introdotto nel 1957 per contrastare nausee e insonnia nelle donne in gravidanza. Fu commercializzato in più di 50 paesi prima di essere ritirato tra il 1961-62 a causa di malformazioni nei neonati che nascevano focomelici.Dovrebbe essere reato fare affari sulla salute delle persone!
Ps: le società del farmaco, a causa della fretta, hanno chiesto agli Stati la garanzia di essere coperte da dover dare indennità in caso di danni per le vaccinazioni. Cosi…
Gli Stati pagano (tu con le tue tasse) e restano loro stessi responsabili di eventuali danni collaterali. Le società del farmaco festeggiano in borsa.
L’autore del post linka una fonte che lo contraddice
L’autore del post riporta questo link che ci indirizza alla pagina web esplicativa del sito Vittime Talidomide Italia. Chi pubblica il post, tuttavia, non nota che la stessa associazione di vittime del talidomide contraddice quanto egli afferma sulla “fretta di produrre farmaci”. Non lo nota, ma pubblica lo stesso perché anch’egli succube della fretta di avere un po’ di risonanza tra i contatti. Per capire è sufficiente una frase:
Nel 1954, dopo anni di ulteriori prove e ricerche, la Chemie Grünenthal, depositò ed ottenne il brevetto per Contergan, a base di talidomide, il “miracoloso” farmaco anti-nausea e sedativo.
Prima di entrare nel vivo della nostra analisi ricordiamo ai nostri lettori e non che quando qualcuno vi dice che la scienza e i governi nascondono le informazioni sui danni da farmaco quel qualcuno vi sta mentendo. Lo avevamo precisato in questo articolo riportando anche fonti governative e scientifiche. Se realmente il mondo scientifico nascondesse qualcosa pare assai improbabile che il segreto venga svelato da un utente comune che in due righe liquida l’argomento. Ora possiamo entrare nel vivo.
Il caso Talidomide
Sì, l’assunzione del Talidomide da parte di donne in gravidanza causò diversi casi di focomelia tra i neonati. Molti di noi non ne erano a conoscenza, ma con una sana ricerca delle fonti possiamo ricostruire il caso. Lo studio pubblicato sul British Journal of Pharmacology (BJP) nel 1959 riportava che il Talidomide era un farmaco venduto come anti-nausea e come sedativo.
Ripasso: il significato di “farmaco”
Gli studi iniziarono nel 1954 e Panorama sottolinea che le sperimentazioni furono condotte in modo lacunoso, senza dunque effettuare mai test su animali né umani gravidi. Il farmaco fu immesso nel mercato con il nome di Contergan per poi essere ritirato nel 1961. Cos’era successo? Una scheda informativa presente sul sito dell’Agenzia del Farmaco ne riassume la storia (“La scienza tiene nascoste le prove”, vero?).
Lo stesso termine “farmaco” (dal greco φαρµακον: veleno) ci ricorda che ben pochi, se mai esistono, sono i medicinali privi di effetti indesiderati. Ma il pericolo non è intrinseco alle sostanze e i danni per la salute derivano in realtà dagli errori compiuti dagli uomini.
Heinrick Mueckter
Innanzitutto il fondatore della Chemie Grünenthal, la casa farmaceutica che studiò e mise in commercio il farmaco, non aveva un passato roseo. Heinrich Mueckter fu medico militare a Cracovia durante la Seconda Guerra Mondiale al servizio delle forze naziste. Dal processo di Norimberga Mueckter uscì pulito in quanto dimostrò che durante la guerra non cagionò mai direttamente la morte dei pazienti.
Il Contergan
Assolto, divenne il direttore della Chemie Grünenthal che era già al lavoro sulla molecola del talidomide, impiegata come antinfluenzale dal nome Grippex. Sfruttando l’effetto soporifero della molecola gli studi si intensificarono in quella direzione e il farmaco fu distribuito a partire dal 1957 con il nome di Contergan, acquistabile senza prescrizione medica. In Italia fu venduto dal 1959 al 1962.
Il ruolo di Frances Oldham Kelsey
Il lancio sul mercato fu accompagnato da una campagna di marketing talmente convincente che fece impennare il fatturato della Grünenthal. Nel frattempo dagli Stati Uniti la dottoressa Frances Oldham Kelsey della Food And Drug Administration fu incaricata di approvare l’immissione dei farmaci a base di talidomide nel mercato statunitense. La Kelsey negò l’autorizzazione motivando la sua scelta con l’esiguo numero di informazioni e di sperimentazioni condotte, specialmente su soggetti gravidi, e per questo rispedì al mittente la richiesta e ordinò nuovi approfondimenti.
L’effetto teratogeno
Si era notato, infatti, che un anno dopo il lancio sul mercato e dunque con le prime assunzioni del farmaco da parte delle donne incinte si era registrato un aumento dei casi di nascite con malformazioni. Più nello specifico si manifestava l’effetto teratogeno (qui la definizione) che comportava, se assunto durante lo stadio dell’embriogenesi, la nascita di bambini con evidenti malformazioni agli arti superiori. Ai casi di amelia (assenza degli arti superiori) si alternavano quelli di focomelia (mancato sviluppo degli arti superiori).
Nel frattempo il farmaco era stato distribuito in almeno 47 Paesi tra cui l’Italia. La Gran Bretagna fu la prima a ritirare il farmaco dal commercio nel 1961 mentre in Italia la vendita fu interrotta nel 1962. I casi totali di focomelia registrati in tutto il mondo furono circa 10.000, di cui circa 5.000 ancora viventi.
Il processo alla Chemie Grünenthal e l’indennizzo
Furono necessari circa 6 anni di documentazione e testimonianze per istituire un processo contro la casa farmaceutica Chemie Grünenthal. Le porte del tribunale si aprirono nel 1968 ad Aquisgrana con 7 membri della casa farmaceutica che dovettero rispondere di omicidio colposo, negligenza nei test clinici, lesioni e danni fisici plurimi e aggravati.
Come ricorda Medbunker gli avvocati della Grünenthal si appellarono a cavilli burocratici e rinvii fino alla prescrizione. La casa farmaceutica scelse di risarcire le vittime e solamente 50 dopo la Grünenthal, nel 2012, chiese scusa alle famiglie e alle vittime attraverso il direttore esecutivo Harald Stock.
Nel 2007, intanto, il Governo italiano promosse la legge 244 che riconosceva un indennizzo a tutti i soggetti che avevano subito danni da talidomide. Oggi il talidomide è ancora impiegato per la cura di altre patologie, ma è acquistabile soltanto dietro prescrizione medica.
Perché “disinformazione”?
Mettere sullo stesso piano un vaccino contro il Covid-19 non ancora in commercio e un disastro farmaceutico come il caso del talidomide significa cercare il click e soprattutto pronunciarsi su un argomento di cui si ignora tutta la storia: l’autore del post accosta i due temi in termini di “fretta di creare una cura”, ma la storia del talidomide è molto più complessa e viene usata solamente per creare il solito terrore.
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