Vaccino, una doccia fredda su Oxford: il macaco si ammala – Il Telefono Senza Fili colpisce ancora
Ci risiamo. Ci risiamo davvero. Era già successo, e più volte, e temiamo succederà ancora.
Vaccino, una doccia fredda su Oxford: il macaco si ammala va premesso è una bufala, una fake news peraltro messa dietro un paywall.
In una parola, l’utente di oggi si sarebbe ritrovato, se la preoccupazione dovuta allo stato pandemico l’avesse assalito, a dover pagare per una notizia che probabilmente non avremmo neppure dato.
Perché ricordate, se una notizia è troppo recente, troppo viralizzabile, troppo cliccabile, allora bisogna prima aspettare. Sicuramente cambieranno degli elementi. Sicuramente arriveranno rettifiche e/o smentite.
La storia
Vi avevamo parlato in precedenza del ChAdOx1, vaccino in sperimentazione ad Oxford ritenuto ad oggi tra i più promettenti, nel senso di essere in grado di passare la sperimentazione animale e quella umana, rendendo i primi risultati a settembre.
Il che non significa avere il vaccino a Settembre, ma essere più vicini alla timeline che prevede un vaccino possibile nel 2021.
Ma giusto in queste ore avrete sicuramente letto notizie che parlano di “vaccino inefficace”, macachi ammalati, con testate che riportano altre testate, sovente lanciandosi in appelli moralizzanti
A base di
Tutto ciò mette in luce l’importanza della sperimentazione scientifica che permette, con assoluta trasparenza, di portare alla luce non solo risultati positivi ma anche e soprattutto quelli negativi, insuccessi dai quali è possibile imparare al fine di progredire verso un risultato ottimale.
Ma a scienza nostra tutto ciò al massimo mette in luce l’importanza del non limitarsi a seguire il primo giornale che esce con uno “scoop” ma aspettare l’arrivo di ulteriori dettagli, smentite e l’analisi delle fonti primarie.
La smentita
Che puntualmente sono arrivate. Da Fonte ANSA scopriamo che
Nessuno degli animali vaccinati ha contratto la polmonite da Covid-19. Lo precisa l’azienda italiana IRBM, che collabora con lo Jenner Institute della Oxford University per la messa a punto di un vaccino contro il SarsCov2 del quale è in atto la sperimentazione di 1.000 volontari. La precisazione si riferisce ad una notizia pubblicata dal quotidiano inglese Telegraph e ripresa da Il Fatto Quotidiano.
La scorsa settimana, sottolinea IRBM, “è stato pubblicato un preprint nel quale sono riportati gli studi effettuati sui macachi sulla base dei quali è stato approvato dall’Agenzia regolatoria inglese il piano di sperimentazione clinica sull’uomo del candidato vaccino. I dati mostrano inequivocabilmente che gli animali non vaccinati presentavano chiare prove di polmonite virale all’autopsia, ma nessuno di quelli vaccinati aveva invece contratto la polmonite”.
Secondo l’azienda, “è importante sottolineare che non è stata osservata alcuna evidenza di malattia immunitaria potenziata a seguito di una sfida virale negli animali vaccinati”. Sulla base di tali risultati e degli studi attualmente in corso, sottolinea IRBM, “il Governo inglese ha deciso di supportare con un ulteriore finanziamento il progetto in corso di sperimentazione su cinquecentodieci volontari sani in Inghilterra”.
Qualora l’iter della sperimentazione di fase 1 in atto, alla fine del mese di maggio, dovesse concludersi senza evidenziare problemi, sottolinea IRBM, si procederà alla fase finale della sperimentazione clinica sottoponendo a vaccinazione cinquemila volontari sani. In questo caso la risposta definitiva si prevede che arrivi alla fine di settembre 2020. (ANSA).
La storia si è svolta secondo lo stesso copione già visto: una testata italiana traduce una notizia viralizzabile dall’estero, ma senza gli ulteriori controlli sulla fonte primaria.
La notizia si diffonde, viene dimostrata non più veritiera ovvero smentita, ma intanto l’utente finale ha acquistato una fake news che poi diffonderà con quello che ne consegue.
Da ADRKronos arrivano ulteriori spiegazioni
“Il macaco non si è ammalato, sono stati pubblicati i risultati dei test sugli animali, è stato evidenziato che in uno dei macachi erano rimaste tracce del virus all’interno del naso, il macaco sta benissimo l’unico problema è eventualmente che gli può venire una rinite o un raffreddore. Si tratta di trovare la dose giusta del vaccino“. Così Piero Di Lorenzo, presidente e ad di Irbm, azienda di Pomezia che sta lavorando sul vaccino con l’Istituto Jenner di Oxford e il colosso farmaceutico AstraZeneca, parla a ‘Radio1 Giorno per giorno’ delle indiscrezioni secondo cui i macachi immunizzati con il candidato vaccino si sarebbero ammalati
La partita comunque non è finita, ma solo rimandata
Di Lorenzo aggiunge: “Incrociando le dita il test clinico sui 510 volontari sani sta procedendo nel migliore dei modi non si registrano problemi. Il timing degli scienziati è che se alla fine del mese non si saranno registrati problemi sui volontari già vaccinati, la sperimentazione verrà allargata da 510 a 3mila persone. Anche i nostri 510 candidati stanno sviluppato anticorpi. Si prevede che entro la fine di settembre si possa avere il dato finale sull’efficacia del vaccino. Per cui se il vaccino continuerà a non creare fastidi ai volontari penso che alla fine di settembre saremo in grado di avere le prime scorte, che nel frattempo abbiamo prodotto perché i governi si stanno muovendo per gli accordi.
Le risposte comunque si avranno a settembre. Non oggi però, non è questo il giorno direbbe Aragorn.
E non è questo il giorno di cliccare compulsivamente e condividere notizie. Quello non sarà mai il giorno.
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