“Medici e sanitari dicono ‘no’ all’obbligo vaccinale”
Era la conferma che gli attivisti no-vax attendevano, ma anche a questo giro dobbiamo parlare di disinformazione: medici e sanitari non hanno detto “no” all’obbligo vaccinale, bensì solamente una parte di essi che riguarda un sindacato. Disinforma, a tal proposito, il sito Libera scelta dal quale abbiamo preso il titolo: secondo un titolo pubblicato il 17 marzo 2018. Disinformano anche coloro che hanno ripreso a condividere la notizia, in quanto si tratta appunto di un articolo del 2018 che non riguarda affatto i potenziali vaccini contro il Coronavirus.
Lo riportava anche Il Resto del Carlino in un articolo del 20 marzo 2018: l’ANAAO della regione Emilia Romagna, sindacato medico italiano, nella persona del segretario dell’AUSL di Modena contestava l’obbligatorietà della vaccinazione dei medici contro morbillo, parotite, rosolia e varicella. Una contestazione, quella del segretario, che non trovava tuttavia consenso all’interno dello stesso sindacato.
Siamo già al primo esempio di disinformazione: la notizia è vecchia e pur essendo tale non viene compresa da chi condivide per agire di pancia. Nel 2018 una contestazione per l’obbligatorietà dei vaccini si alzò all’interno del sindacato ANAAO ma non era condivisa dall’intera comunità scientifica.
Un secondo esempio di disinformazione arriva con la confusione tra questa notizia e quella del comunicato AMPAS che sta girando tramite messaggio WhatsApp. Secondo tali messaggi, ancora una volta, i medici si starebbero ribellando all’obbligo vaccinale ancor prima dell’arrivo di un vaccino contro il Coronavirus. Non è esatto: AMPAS è sì un’associazione di medici che si basa sulla medicina di segnale fondata principalmente sull’alimentazione.
AMPAS, in effetti, il 21 aprile 2020 ha pubblicato una serie di punti che parlano di lesione delle libertà costituzionalmente garantite, app di tracciamento pericolose per la privacy, vaccini come lesivi per il diritto di scelta del paziente e tanti altri punti più o meno in contrasto con la medicina ordinaria o con le attuali disposizioni del governo, al quale i 735 medici iscritti chiedono l’immediato ripristino della legalità istituzionale e costituzionale, dunque la riconquista della vita sociale.
In poche parole: la notizia segnalata dai nostri lettori è vecchia in quanto riguardava la contestazione che nel 2018 un sindacato (non medici in generale) mosse contro le vaccinazioni ai camici bianchi; parliamo di disinformazione, infine, perché chi diffonde questo articolo non fa caso alla data e lo confonde con la lettera dell’AMPAS pubblicato il 21 aprile.
In breve: sia nel 2018 che in questo 2020 la protesta non arriva dai medici in generale, ma da un sindacato nel primo caso e da un’associazione di medici nel secondo, non dall’intera comunità scientifica.
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