Primo caso Coronavirus a Roma
Ci sono persone che vogliono vedere il mondo bruciare. Persone assai meschine che sembrano godere nel seminare allarmismo quando è invece necessaria la calma. Persone che nell’oscena ricerca della “zingarata a tutti i costi” mettono in pericolo la sicurezza e la salute di tutti.
Come ad esempio chi ha redatto in fretta e furia un allarme a Parabiago
La bufala del primo caso Coronavirus a Roma
Sta girando proprio in questi minuti su WhatsApp un testo spacciato per fonte del Televideo.
Testo che, naturalmente, si presenta breve, redatto con una grammatica atroce e di una vaghezza allucinogena. A voler spaccare il capello in quattro, vorremo ricordare che dallo Spallanzani di Roma sono passati tre pazienti: un ricercatore e due turisti Cinesi. Due dei tre risultano peraltro guariti, il ricercatore e l’uomo della coppia.
Perché inoltre una screen “del televideo” dovrebbe essere in realtà una screen da cellulare?
Perché, ovviamente, lo è. E non è neppure il primo caso. Sappiamo bene che esistono app per Android che consentono facilmente di creare finte schermate del Televideo.
E sappiamo l’appeal che hanno in bufalari e viralizzatori: per molti anziani il Televideo è fonte di saggezza ricca di autorità e indubitabile.
E l’Anziano non nota l’eterno sottopancia “Viaggiare sicuri” in tutte le fake news create con tale app, il carattere difforme dell’intestazione dataria e le proporzioni schiacciate ed allungate da Smartphone.
Nota solo la parola Televideo, e diffonde l’allarme ammanitogli.
Riteniamo che, quantomeno per senso civico, sarebbe il momento di astenersi da simili creazioni.
Anche perché ormai lo scotto si paga.
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