“Italiani, ora ridete, ma le vostre donnacce dovranno servirci e i vostri figli umiliarsi”
Da Voxnews arriva l’ennesimo rigurgito stanco e consumato di una notizia oltremodo datata, riproposta in questi giorni per riaprire un caso e continuare sulla linea della disinformazione a carico dello straniero. L’11 settembre è stato pubblicato un articolo che nel titolo riportava un virgolettato: “Italiani, ora ridete, ma le vostre donnacce dovranno servirci e i vostri figli umiliarsi”. Una frase alquanto minacciosa e sinistra, non c’è dubbio.
I volantini a Mestre e la profezia di Voxnews: “Le bombe sono le pance delle loro mamme”
Gli autori scrivono che a Mestre, quelle parole, erano stampate su volantini apparsi “tempo fa” nel centro città, più precisamente sotto i portici e alla fermata degli autobus. Oltre alla scritta oltraggiosa, i volantini riportavano la foto di una donna con altri uomini, tutti intenti a pregare Allah. Il testo scritto da Voxnews è nel solito taglio complottista e violento:
Per ora volantini, poi bombe. Ma, probabilmente, non avranno bisogno di mettere bombe: meglio usare l’arma demografica. Lo stanno facendo con furbizia: migliaia di ‘bombe umane’ stanno dilagando in Europa in questi anni. I media li chiamano profughi.
Ancora:
Le vere bombe sono le pance delle loro donne. I loro figli sono i futuri carnefici dei vostri.
Infine:
Dobbiamo abrogare i ricongiungimenti familiari. Ma prima, dobbiamo abrogare il PD.
Il secondo tentativo di Voxnews
Non felici, gli autori di Voxnews scomodano un commento pubblicato su Facebook sul gruppo Colombianos en Milan e ne stravolgono il significato. Il commento è il seguente:
Per chi non lo sa, la Costituzione italiana obbliga a curare le persone con problemi di salute inviandole direttamente negli ospedali. La salute è un diritto costituzionale e copre anche i casi degli irregolari; quindi costoro che necessitano di trattamento medico vengono curati negli ospedali e se ci sono spese da pagare se ne occupa il consolato. Una persona che è sotto cure mediche non può essere espulsa. Se poi dovessero esserci problemi puoi recarti in qualsiasi sindacato dove ti orienteranno e dove hanno a disposizione avvocati.
Certo è un brutto Paese quello che mette la salute dell’uomo di fronte alle espulsioni, forse, dal momento che gli autori commentano: “Ci invadono con le nostre leggi. Fatte per epoche in cui le migrazioni non erano bibliche”. Una maledizione, questa, percepita dal commento di un utente che su FB informa un gruppo su come funziona la sanità del Belpaese. Da un commento, ripetiamo, pubblicato su Facebook.
Il caso a Mestre
Andiamo nello specifico e spostiamoci sul caso dei volantini rivenuti a Mestre. La prima notizia sul caso arrivò esattamente 5 anni prima della pubblicazione su Voxnews (ricordiamo: nel loro articolo si limitano a dire “tempo fa”) e infatti troviamo un primo articolo l’11 settembre 2015 sul Gazzettino. Le copie del volantino rinvenute erano 3, tutte in forma anonima, ed erano state subito acquisite dalla Digos. Gli investigatori consideravano tutte le ipotesi: dalla minaccia jihadista a un delirio di estrema destra per alimentare un sentimento islamofobo.
Nessun aggiornamento dal 2015
Nelle zone in cui erano comparsi i volantini erano installate videocamere di sorveglianza che erano state prese in esame dagli investigatori. La notizia era stata ripresa anche dal Giornale e dal Mattino, che tuttavia si limitavano a riportare quanto scritto sul Gazzettino. Su questa vicenda, tuttavia, non sono mai stati pubblicati aggiornamenti. Si trattava, in ogni caso, di scritte elaborate al computer in lingua araba, e l’immagine della donna era stata acquisita da Internet.
Parliamo di acchiappaclick perché l’articolo pubblicato da Voxnews altro non è che l’ennesimo rigurgito di un vecchio caso dimenticato dalla stampa stessa, dal momento che nemmeno 4 anni fa venivano indicate le vie presso le quali erano stati rinvenuti i volantini. Gli autori di Voxnews, inoltre, tentano di rafforzare la loro tesi sulla prossima sostituzione etnica citando come fonte un commento pubblicato su Facebook.
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