“Bambini, tremate! L’assistente sociale di Bibbiano è stata reintegrata al lavoro”
Gli “aggiornamenti” virali su Angeli e Demoni, la maxi-inchiesta su Bibbiano, sembrano non avere fine. Sulla pagina Facebook “Dimissioni e tutti a casa” è stato condiviso nelle ultime ore un post-er. Recita a lettere cubitali: «Bambini tremate! L’assistente sociale di Bibbiano che ha dichiarato “falsificavo le pratiche dei bambini” è stata reintegrata al lavoro».
Come non indignarsi di fronte a quella che viene percepita come una profonda ingiustizia? Soprattutto quando chi dovrebbe vigilare sull’innocenza dei fanciulli diventa artefice del loro turbamento? Tuttavia, si tratta ‘solo’ del rilancio di una notizia vecchia. Dunque niente di nuovo sotto il Sole, almeno da fine luglio.
Cinzia Magnarelli, coinvolta negli affidamenti presunti illeciti, ha già confessato di aver falsificato le relazioni
Come precisato in un articolo del 2 agosto (clicca qui per ripercorrere l’intera analisi), restano in piedi nei confronti di Cinzia Magnarelli le accuse di falso ideologico, frode processuale, violenza privata e tentata estorsione. Dalla sua confessione al Gip Luca Ramponi, l’assistente sociale ha puntato il dito contro Federica Anghinolfi. La dirigente dei Servizi Sociali dell’Unione dei Comuni della Val D’Enza è ancora oggi agli arresti domiciliari. L’assistente sociale le addossa la responsabilità di imporre come metodo d’intervento il controllo piuttosto che l’aiuto.
A causa di presunte pressioni subite dall’alto, Cinzia Magnarelli chiese il trasferimento per esercitare altrove la sua professione
Dunque il post-er di “Dimissioni e tutti a casa” non solo non riporta una notizia, ma è altamente disinformativo. Il fatto che Cinzia Magnarelli non sia più agli arresti domiciliari non prova in alcun modo la sua innocenza. Le autorità competenti devono considerare l’attenuante del mobbing subito dall’assistente sociale, come riportato dalla sua testimonianza. È chiaro che l’autore del post abbia digitato l’imperativo ‘tremate’ con lo scopo di far leva sulla pubblica indignazione. Ancora una volta, la violenza dei commenti nei confronti di Cinzia Magnarelli vuole sostituirsi a un corso giudiziario ancora tutto da svolgersi.
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