Napoli, i giudici: non fu stupro nella stazione Circumvesuviana. Libero anche il terzo giovane indagato
Ci segnalano i nostri contatti un articolo dal titolo Napoli, i giudici: non fu stupro nella stazione Circumvesuviana. Libero anche il terzo giovane indagato.
Problema fondamentale di questo articolo è: i titoli sono sempre imprecisi, solo i testi contano, e nessuno ha la buona abitudine di leggere i testi.
Anche i frequentatori abituali di Bufale.net (da non confondersi coi lettori) spesso cadono in questo turpe vizio: letto il titolo si fanno un’idea del contenuto e decidono che gli va bene così.
Sbagliando tragicamente.
Leggendo il testo scopriamo che il deposito delle motivazioni della sentenza che stavamo aspettando è arrivato.
E siccome voi che avete aperto questo articolo siete lettori e non vi fermate ai titoli, prima di proseguire leggete l’approfondimento che pubblicammo allora sullo stupro nella stazione Circumvesuviana. Leggetelo per intero e solo dopo averlo fatto tornate qui e proseguite.
L’avete fatto? Sta bene. Ora possiamo proseguire
Che significa “Non fu stupro nella stazione Circumvesuviana”?!? Giudici kasta? Donna ke mente? Sono confuso!
Sei confuso perché non hai letto il brano precedente. Non significa né l’una nè l’altra cosa. Significa che il titolo dell’articolo che ci è stato sottoposto è impreciso ed inesatto, ma non il testo dell’articolo. Quello è corretto.
Vi abbiamo già detto a suo tempo che il Tribunale del Riesame non si occupa della condanna in sé e neppure di dichiarare le colpe, ma si occupa delle sole misure cautelari coercitive, come ex art. 309 cpp.
Dicemmo nell’articolo che avreste dovuto leggere, si occupa di stabilire se un soggetto possa reiterare un determinato reato, inquinare le prove o allontanarsi.
E nelle motivazioni scopriamo che, al momento, secondo il Tribunale del Riesame, non sussistono gli elementi tali a suffragare questa ipotesi.
Sempre secondo la motivazione, non ci sono affatto prove che la ricostruzione fornita dalla ragazza sia corretta, in quanto
A minare la credibilità del racconto della ragazza, per i giudici del Riesame, “assumono fondamentale rilevanza” le videoriprese delle telecamere della Circumvesuviana.
Quel martedì insomma, stando alle motivazioni del collegio, nella fase terminale del presunto stupro, i magistrati visionano le immagini e colgono una situazione “connotata da esteriore tranquillità”. Anche quando i tre ricompaiono, una volta fuori dell’ascensore, “i due indagati escono insieme alla ragazza perfettamente ricomposta nel vestiario, con il cellulare in mano e la borsa a tracolla in condizioni di apparente tranquillità”.
Non solo : scrivono ancora i giudici che “l’atteggiamento della giovane, soprattutto nei momenti successivi a quella che è stata denunciata come un’efferata violenta sessuale di gruppo , appare a chiunque esamini il filmato in totale contrasto con un’esperienza di elevata traumaticità e drammaticità vissuta pochi attimi prima. Finendo per screditare anche l’eventualità di un dissenso sopravvenuto nel corso del rapporto”.
Ciò non toglie che, mezz’ora dopo, come confermano gli stessi magistrati, “la ragazza scoppió in una crisi di pianto”.
Allora sono innocenti? Colpevoli? O cosa?
Ma vuoi concentrarti per un po’?
Torniamo al concetto del Tribunale del Riesame: il Tribunale del Riesame non decide nel Merito. Tocca il merito, ovvero la questione, solo quel tanto che basta per decidere se l’imputato, che comunque resta imputato, debba restare a piede libero o debba essere trattenuto per timore che compia ulteriori reati, inquini le prove o si allontani.
E, solo per questa questione, il Tribunale ha deciso che, in base agli elementi ad ora agli atti, non si possa ritenere attendibile il racconto della giovane, per una serie di ragioni descritte nella parte motiva come riportata da La Repubblica edizione di Napoli, citata.
Il che non significa affatto che abbia torto: questo andrà stabilito in un giudizio di merito.
Solo nel giudizio di merito infatti saranno raccolte prove e testimonianze, saranno escussi i testi e le parti coinvolte ed analizzato ogni singolo elemento atto a dichiarare la colpevolezza o l’innocenza degli imputati.
Infatti, proprio perché il penale è una cosa drammaticamente seria, la clausola di limite dell’Ordinamento, qualcosa che interviene quando la civile convivenza ha fallito, nel Penale si procede letteralmente coi piedi di piombo.
Il rito Civile segue il criterio della probabilità: vieni condannato quando l’evento alla base della tua condanna è più probabile che sia accaduto rispetto alla non probabilità.
Ma il rito Penale segue il criterio della certezza oltre ogni ragionevole dubbio: la condanna consegue quindi un giudizio di merito, anzi una sentenza passata in giudicato. Consegue che ci sono tre gradi di giudizio, dal primo grado alla Cassazione, nel quale spetta al PM provare la colpevolezza dell’imputato, a questi è consentito difendersi, e al termine di questo (o esaurite le possibilità di gravame) si arriva alla condanna o all’assoluzione.
Oggi, abbiamo solamente, secondo l’ordinanza emessa dal Tribunale del Riesame, due elementi
- La testimonianza della vittima
- Prove documentali di quanto avvenuto fuori dall’ascensore e non all’interno dell’ascensore
Quindi, di fatto, nell’ottica dell’ogni oltre ragionevole dubbio, abbiamo un solo elemento, quello costituito dalla testimonianza della vittima che, da solo il collegio ha preferito non porre alla base di un provvedimento cautelare restrittivo della libertà personale.
Il che non significa che siamo di fronte ad un verdetto di colpevolezza o innocenza.
Significa che tocca alla Corte d’Assise, maggiormente titolata e deputata allo scopo, fare sull’avvenimento.
Se fu o non fu stupro nella stazione Circumvesuviana spetta ad altri deciderlo. Non qui, non ora, e neppure al Riesame.
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