DISINFORMAZIONE – Presto denunciati gli utenti che diffondono materiale lesivo alle cariche dello Stato – Bufale.net
Roby ci segnala questo articolo che cita testualmente:
Il Governo italiano ha ingaggiato una società – la Hagakure srl – per censire chi, sul web e sui social network, deride l’immagine dei componenti delle alte cariche governanti. Segnaleranno e chiederanno la chiusura degli account irriverenti e offensivi di chi fa fontomontaggi ironici o sessualmente denigratori, ma anche chi scrive frasi che ledono l’immagine.
La fonte di questo articolo è un altro sito chiamato “Ripuliamo l’Italia“.
Nell’articolo originale trovo un commento a firma Marco Massarotto, Founder e CEO della citata Hagakure. Lo contatto via Twitter e successivamente via Facebook per parlare un attimo e verificare la proprietà del commento, poi confermata.
“Questa storia è nata con un articolo pieno di falsità di Libero sei mesi fa“, mi racconta Marco. “Sostanzialmente tutto quello che è scritto in quel post è inesatto e impreciso, se leggi il mio commento ho cercato di far chiarezza“.
Questo è il commento pubblicato da Marco nell’articolo pubblicato su “Ripuliamo l’Italia”:
Buongiorno gentile Claudio,
rispondo anche a lei, come risposto ad altri, in quanto partner dell’agenzia HAGAKURE che citate. Questa storia uscí già mesi fa su Libero, ed è un susseguirsi di parziali trascrizioni e inesattezze generate, credo, da poca conoscenza dell’argomento e che ha finito per creare una gran confusione. Una delle clausole del rapporto tra Hagakure e la Camera dei Deputati prevede il supporto alla moderazione dei Social Network ufficiali della Camera (ad oggi Twitter e YouTube, ma in teoria la cosa potrebbe estendersi ad altri Social Network).
La descrizione del servizio nel contratto indica le regole di moderazione per i profili ufficiali della Camera dei Deputati. Come per ogni profilo sui Social Network (pagina facebook ufficiale, canale Youtube, Twitter o altro) gestita professionalmente si individuano a priori alcuni comportamenti per cui si prevede la segnalazione al committente (in questo caso la Camera) e l’eventuale rimozione dei commenti (spam, violazione privacy e altri casi del genere oltre a contenuti che la Camera può legittimamente decidere di rimuovere dalle proprie pagine ufficiali) o, in casi estremi, il “ban” di un utente dal poter scrivere ancora sulla pagina in questione. Nel caso della Camera, inoltre, i presidi social vengono moderati secondo una social media policy decisa dalla Camera stessa che può trovare a questo link: bit.ly/Policy_Camera
Le sarà chiaro ora come ciò sia molto diverso da quanto qui e altrove descritto e nulla abbia a che vedere con chi esprime dissenso verso il Parlamento o i suoi vertici né sia prevista alcuna attività di “denuncia” e l’ambito riguardi esclusivamente i post e i commenti pubblicati sui profili ufficiali di Montecitorio, non certo quelli che la gente scrive sui propri profili personali o altrove.
Si tratta, insomma, di una lettura dei fatti veloce e sommaria che ha costruito questa storia sconclusionata. La ringrazio per voler dare visibilità a questa mia precisazione, che spero possa contribuire a rassicurare quanti giustamente si fossero preoccupati. Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti, laddove fossero necessari.
Cordiali saluti.
Marco
In pratica nessuna opera di denuncia? Marco conferma: “No, normale moderazione (anzi supporto al team della camera) di canali social“.
Insomma, un caso di disinformazione in cui viene ingigantita una storia per aumentarne la visibilità distorcendo o alterando la realtà dei fatti. L’indignazione dei cittadini è un ottimo mezzo per rendere virale un’informazione, peccato che questa cosa possa colpire l’immagine di aziende come quella di Marco Massarotto.
Direi che potete stare tranquilli: nessuna chiusura di account, nessun controllo sui profili personali. Si tratta solo di opera di moderazione dei profili ufficiali di Montecitorio. Ciò non toglie che ognuno è responsabile di ciò che dice e sostiene: in Internet, come nella vita reale, il codice penale in ambito di diffamazione e reati connessi sono perseguibili per legge, sta nella persona offesa decidere di procedere o meno.
Ringrazio Marco per la disponibilità.
Nota: Il gestore del sito si è reso disponibile per effettuare modifiche all’articolo (potete vedere anche una discussione Twitter).
Se il nostro servizio ti piace sostienici su PATREON o
con una donazione PAYPAL.