Acchiappautenti

“13 anni per aver difeso la moglie sparando ai ladri, 6 anni dopo aver ammazzato la gente a picconate”

Liquidare con una semplificazione insensata due storie completamente differenti è l’hobby preferito dei mendicanti del web (scopri cosa sono): Guido GianniAdam Kabobo, in questo contesto, sono l’oggetto di un meme con cui l’indigente social di turno cerca il consenso/dissenso dai suoi contatti, stimolando la condivisione compulsiva con la certezza di ottenere i suoi giorni di gloria pur nella consapevolezza di operare una preoccupante disinformazione.

La strategia è quella dell’immagine con scritta sovrimpressa non accompagnata da fonti (se vuoi approfondire l’argomento clicca qui), una mossa facile e user-friendly che non ha bisogno di grandi doti dal momento che presenta un messaggio immediato. In realtà è in atto del becero benaltrismo, se non addirittura una totale assenza di spirito critico che, da almeno 10 anni, si presenta come una vera e propria piaga sociale. Con questa analisi vi riportiamo i fatti e vi aiutiamo a diffidare da certi contenuti, cercando di stimolare in voi una volontà ad approfondire gli argomenti al di là delle vostre posizioni personali. Non è politica, la nostra, e tanto meno una contrapposizione. La nostra è un’analisi oggettiva in cui vengono riportate le fonti ufficiali sulle due vicende messe a confronto.

“Giustizia” è fatta!

Cerca di difende la moglie, spara ai ladri, 13 anni!

Ammazza la gente per strada a picconate, 6 anni!

Chi non conosce i dettagli dei due casi penserebbe di trovarsi di fronte a una storia di legittima difesa in cui il protagonista è stato ingiustamente punito mentre Kabobo, pluriomicida pericoloso armato di piccone, riceve una sorta di grazia da parte dei giudici. Vi poniamo la questione in questi termini perché l’uomo a sinistra del meme non è noto quanto Kabobo, che invece sconvolse l’opinione pubblica da quel maledetto giorno in cui fece una strage uccidendo i passanti a colpi di piccone.

Partiamo da una frase semplice: le due storie sono differenti, e a rafforzare queste parole non è un sentimento di buonismo con cui viene spesso tacciato – con una certa facilità ma anche con una sottile ignoranza semantica (hey, non ti stiamo dicendo “ignorante” nel senso di “analfabeta”: ti stiamo dicendo che non conosci le cose, dunque le ignori e usi parole a caso) – chi cerca di difendere la verità anche a favore di una persona sgradita, bensì queste parole trovano forza nei dati oggettivi, che sono sempre incontestabili pur svelando una verità che ci trova poco inclini alla sua accettazione.

Sveliamo subito una cosa: Adam Kabobo non è stato condannato a 6 anni. Ora andiamo per ordine.

Guido Gianni

L’uomo a sinistra del meme è Guido Gianni (da non confondersi con Gianni Guido, uno dei 3 mostri del Circeo). Gioielliere di 57 anni, il 18 febbraio 2008 vide entrare due rapinatori nel suo negozio di Nicolosi (Catania), che minacciarono anche la moglie con una pistola risultata poi a salve. Durante i momenti di alta tensione della rapina Guido Gianni esplose dei colpi di arma da fuoco contro gli assalitori Davide LaudaniSebastiano Catania, uccidendoli, e ferendo il terzo Fabio Pappalardo.

I legali del commerciante Orazio Gulisano Michele Liuzzo avevano sostenuto la tesi della legittima difesa dal momento che in quel momento il commerciante avesse la mente “offuscata” dal momento concitato, ma secondo l’accusa durante la colluttazione della rapina Gianni avrebbe ferito i rapinatori colpendoli mortalmente alle spalle durante la loro fuga e tale tesi era stata supportata dalle indagini dei Carabinieri.

Il PM ha chiesto per lui 17 anni di reclusione e la Corte d’Assise di Catania lo ha condannato a 13 anni per duplice omicidio e tentato omicidio e si è disposto un risarcimento per parti civili verso i famigliari dei due rapinatori e uccisi e del terzo ferito. La condanna è arrivata 11 anni dopo il tragico evento, l’11 dicembre 2019, e i legali di Guido Gianni hanno dichiarato che presenteranno ricorso.

In sostanza, secondo i legali Guido Gianni uccise per legittima difesa mentre secondo l’accusa sparò ai rapinatori mentre questi erano in fuga, uccidendoli e ferendo il terzo complice.

Guido Gianni e sua moglie Maria Angela Di Stefano / Repubblica 

Adam Kabobo

La storia di Adam Kabobo, nel riquadro a destra del meme, è nota a tutti: l’11 maggio 2013 seminò il terrore per Milano, nel quartiere Niguarda, quando armato di piccone uccise 3 persone e ne ferì altre due. Nel 2014 venne condannato a 20 anni in primo grado con una sentenza firmata dal gup Manuela Scudieri, che gli riconobbe un vizio solo parziale di mente; nel 2015 venne confermata la condanna dalla Corte d’Assise di appello di Milano e venne respinta la richiesta di una seconda perizia psichiatrica da parte dei suoi legali.

Ai 20 anni di reclusione si dovranno aggiungere 3 anni di cure psichiatriche in quanto Kabobo è ritenuto “socialmente pericoloso”: durante l’interrogatorio dopo l’arresto Adam Kabobo raccontò che a fargli compiere quella strage furono delle voci che urlavano dentro la sua testa. Inoltre, sempre nel 2015 su decisione del gup Alessandra Simion furono aggiunti 8 anni ai 20 già stabiliti per il tentato omicidio dei due sopravvissuti.

Adam Kabobo nel giorno del massacro / The Local 

Parliamo di disinformazione in quanto non si sa da quale fonte il nostro viralizzatore abbia letto che a Kabobo siano stati dati 6 anni di carcere. Parliamo di acchiappalike, infine, in quanto le due storie sono completamente differenti come dimostra la nostra ricostruzione.

Difendiamo Kabobo? No. Semplicemente: non gli sono stati dati 6 anni ma 20, dunque ben di più rispetto alla condanna disposta per Guido Gianni. Secondo l’accusa, inoltre, quest’ultimo avrebbe sparato ai rapinatori mentre si davano alla fuga, colpendoli alle spalle. Tutto il resto è un’arringa d’odio di chi vi vuole disinformare, e chi ha creato l’immagine che avete appena condiviso vuole il vostro male. Vi vuole pieni di sciocchezze e disinformati, vi vuole vuoti e incapaci di spirito critico.

Diffidate da queste immagini e cominciate, da ora, a informarvi presso le fonti ufficiali. I meme con due immagini e una scritta non sono una fonte.

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